aflatossine-struttura-chimica
15 Maggio 2025

Le micotossine sono normalmente presenti negli alimenti, siano essi destinati all’uomo o agli animali. Il problema nasce quando la loro concentrazione è elevata e protratta nel tempo perché il rischio di micotossicosi, ossia d’interferenza sulla salute, diventa concreto.

Fare una diagnosi differenziale è spesso difficile ma se si segue ciò che il metodo medico insegna, ossia anamnesi- diagnosi-terapia-prognosi, ci si può muovere in questo complesso ambito con professionalità ed efficacia. Ovviamente la prevenzione delle micotossicosi è la scelta più saggia, e gli strumenti analitici e le conoscenze oggi non mancano.

Sulla concentrazione di micotossine negli alimenti c’è molta attenzione da parte della giurisprudenza. Per molti anni è stato di riferimento il Regolamento (UE) 1881/2006, che è stato successivamente abrogato e sostituito dal Regolamento (UE) 2023/915 entrato in vigore il 25 maggio 2023.

Nella rubrica su Ruminantia “Laboratorio d’idee per la zootecnia del futuro”, del Dipartimento DiANA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è stato pubblicato un aggiornamento delle Linee guida Micotossine e limiti nelle diete per bovinimesso a punto dal Prof. Antonio Gallo e dal Dott. Alessandro Catellani in modo che conoscendo la concentrazione di micotossine dei singoli alimenti o dell’intera razione si possa quantificare il rischio d’intossicazione.

Ovviamente, per utilizzare questo approccio è di fondamentale importanza analizzare periodicamente i singoli alimenti o l’intera razione per bovini quantificando la presenza di Aflatossina B1, Deossivalenolo (DON), Fumonisina, Tossina T-2 e HT-2, Zearalenone, Ocratossina e alcaloidi dell’Ergot.

Ci sono due modi per mettere in atto un efficace piano di prevenzione delle micotossicosi cliniche o sub-cliniche, acute o corniche. Il primo è la semplificazione di inserire un binder o catturante costantemente in razione senza fare un’analisi quantitativa della presenza di micotossine per cautelarsi dal rischio che alimenti nuovi o zone contaminate di alimenti stoccati in azienda, come lo sono anche gli insilati, possano essere inquinati da queste tossine.

Questa scelta operativa ha ovviamente un suo costo ed è giustificabile se l’allevamento che l’adotta non ha la possibilità di gestire una serie programmata di controlli di qualità degli alimenti zootecnici. Anche se il confronto è improprio, l’inserimento costante e a tempo indeterminato di un binder nella dieta è simile, solo come finalità, alla metafilassi antibiotica che si faceva per controllare le infezioni batteriche. Quest’ultima pratica è oggi vietata perché pericolosa per l’antibiotico-resistenza e irrazionale a meno che non sussistano condizioni oggettive e specifiche per adottarla.

Il secondo modo è quello più consigliabile e più logico, almeno a livello allevamento, e consiste nell’analizzare periodicamente gli alimenti zootecnici e soprattutto l’unifeed, inserendo i referti  in software come l’NDS che possono calcolare in automatico quale concentrazione di Aflatossina M1 ci si può aspettare nel latte.

Chi acquista mangimi composti può contare sulla garanzia offerta dal mangimista fornitore in quanto la legge stabilisce per questa tipologia di alimenti una concentrazione massima di Aflatossina B1 di 5 ppb. Per chi acquista singole materie prime tale limite sale purtroppo a 20 ppb, che è una concentrazione piuttosto elevata per alimenti come il mais che si utilizza nelle razioni per bovine in lattazione in quantità molto elevate.

Come avviene in moltissimi ambiti, è utile, soprattutto ai tecnici ma anche agli allevatori, conoscere il valore medio e la deviazione standard delle principali micotossine che possono contaminare gli alimenti zootecnici di maggiore utilizzo. Il benchmark, ossia il confronto, permette, anche per la prevenzione delle micotossicosi e la contaminazione del latte e della carne, di farsi un’idea di come sia realmente la contaminazione di determinati alimenti in un determinato periodo.

A questo scopo abbiamo chiesto e ottenuto dal Laboratorio Analisi Zootecniche (LAZ) di Gonzaga (Mn) informazioni sulla contaminazione di alcune micotossine di taluni alimenti zootecnici. Le micotossine considerate sono l’Aflatossina B1, lo Zearalenone, il Deossinivalenolo (DON) e le Fumonisine ( B1+B2+B3).

Gli alimenti selezionati sono le varie tipologie di mais che si trovano negli allevamenti, come il silomais, il pastone di mais, sia integrale che di granella, la granella e la farina di mais, e l’unifeed. Vista la bassa concentrazione di aflatossina B1 che si potrebbe trovare nell’unifeed non è stata riportata dal LAZ la quantità rilevata su questa tipologia di prodotto.

Il periodo considerato sono gli anni 2022 – 2023 – 2024. Il Laboratorio Analisi Zootecniche esegue analisi di alimenti su commissione, pertanto i campioni consegnati sono suddivisibili in due categorie: la prima sono i campioni già “incriminati” per la presenza di micotossine (che genera una statistica fuorviante); la seconda riguarda quei campioni analizzati in misura preventiva o conoscitiva spesso in assenza di problemi (statistica di monitoraggio). La seconda è la più corretta, o più che altro realistica, relativamente alla distribuzione delle micotossine.

Interessante è confrontare le sopra citate raccomandazioni del DiANA, riportate nella prima tabella, con quanto rilevato dal laboratorio Analisi Zootecniche negli unifeed di bovine in lattazione per Zearalenone (n° 1215), Deossivalenolo (n° 1617) e Fumonisine (n° 1408) nel periodo 2022-2023-2024. Nell’elaborato non sono stati riportati i valori di aflatossina B1 perché la diluizione tipica dell’unifeed può alterare i dati analitici.

ambiente e management-maggio-2025

 

ambiente e management-maggio-2025-2

Conclusioni

Osservando queste tabelle possiamo fare un confronto molto esemplificativo soffermandoci sulla concentrazione di alcune micotossine negli unifeed e confrontandoli con i limiti suggeriti dal DiANA.

Zearalenone (ZEA)

Relativamente a questa micotossina il DiANA suggerisce un limite massimo di sicurezza per la dieta giornaliera di 300-350 ppb sulla sostanza secca per le bovine da latte e di 5 ppm per quelle da carne.

Il LAZ, nel triennio 2022-2023-2024, ha rilevato su 1215 campioni analizzati una concentrazione media di 67 ppb con solo l’1.2% di valori > 200 ppb. Va segnalato però che nel 2024 la concentrazione media di ZEA è passata 50 a 88 ppb.

Deossinivalenolo (DON)

L’ultimo aggiornamento delle linee guida del DiANA suggerisce per il DON un valore massimo di sicurezza per i bovini da latte e per i bovini da carne di 500- 1000 ppb e 10.000 ppb rispettivamente.

Il LAZ, nel triennio considerato, ha analizzato 1617 campioni di unifeed per questa micotossina rilevando una concentrazione media di DON di 393 ppb. Il 7.4% dei campioni aveva una contaminazione tra 500 e 1000 ppb. Anche in questo caso nel 2024 la concentrazione media di DON negli unifeed è salita a 391 ppb, ossia di 125 ppb rispetto all’anno precedente.

Fumonisine Totali

Il DiANA consiglia di non superare la concentrazione di 2000 ppb nella dieta delle bovine da latte e di 7000 ppb in quella dei bovini da carne.

Il LAZ, nel triennio 2022-2023-2024, ha riscontrato una concentrazione media di Fumonisine totali di 1910 ppb, con una percentuale di campioni contaminati con una concentrazione > 2000 ppb del 21.9%

About the Author: Alessandro Fantini

Dairy Production Medicine Specialist Fantini Professional Advice srl Email: dottalessandrofantini@gmail.com

Scopri i Partner di Ruminantia

Da leggere - Febbraio 2025

Condividi questa notizia!