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16 Giugno 2025

La riproduzione è un aspetto fondamentale per la sostenibilità economica e produttiva degli allevamenti di bovini. Negli ultimi anni, la ricerca scientifica, esplorando i potenziali utilizzi della Targeted Reproductive Management (TRM) (leggi anche “Gestione Riproduttiva Mirata: una nuova frontiera per il management della fertilità delle bovine da latte“), si è focalizzata sull’analisi dell’intensità delle manifestazioni estrali, ovvero la capacità con cui le bovine esprimono i segni comportamentali e fisiologici tipici dell’estro.

Le evidenze scientifiche suggeriscono che una maggiore intensità estrale sia associata a migliori tassi di concepimento, sia nei programmi di inseminazione artificiale (IA) che in quelli di trasferimento embrionale (ET), e ad una sensibile riduzione del tasso di perdita di gravidanza. L’integrazione dei sistemi di monitoraggio automatico dell’attività (AAM) consente, infatti, di quantificare in modo oggettivo questi parametri, favorendo un approccio più mirato e personalizzato della gestione riproduttiva.

Fattori che determinano l’intensità dell’estro

Fattori fisiologici

  • I livelli di estrogeni, in particolare l’estradiolo, risultano determinanti per l’attivazione dei comportamenti legati all’estro. Al contempo, il profilo progestinico, sia in fase preovulatoria che post-ovulatoria, gioca un ruolo critico nel modulare la risposta ovarica e la qualità dell’ambiente uterino. Studi recenti evidenziano che le vacche con un’intensa espressione estrale tendono a mostrare concentrazioni più elevate di estradiolo nel plasma e profili progesteronici ottimali nelle fasi precedenti e successive all’ovulazione.
  • La relazione tra il diametro del follicolo preovulatorio e l’intensità dell’estro appare complessa e non lineare. Sebbene un follicolo più grande, intuitivamente, possa essere associato a una maggiore sintesi di estradiolo, la correlazione risulta generalmente debole. Altri fattori, come il numero dei parti e il body condition score (BCS), sembra che possano influire maggiormente sul comportamento estrale.

Fattori ambientali e gestionali

  • Il tipo di pavimentazione, la densità degli animali e lo stress termico incidono significativamente sul comportamento locomotorio e, di conseguenza, sulla manifestazione dell’estro. Le pavimentazioni scivolose, ad esempio, possono ridurre la libertà di movimento e il comportamento di monta, compromettendo il rilevamento visivo e tecnologico dell’estro.
  • Un bilancio energetico negativo, spesso osservato nel post-parto, può ostacolare la funzione ovarica e la manifestazione dei comportamenti estrali. Gli interventi nutrizionali mirati sono considerati fondamentali per sostenere una funzione riproduttiva ottimale, migliorando così la qualità e l’intensità dell’estro.

Fattori Genetici

La selezione genetica intensiva per la produzione di latte può comportare una riduzione della visibilità dei segni estrali. Per spiegare questo fenomeno, Vasconcelos et al. nel 2003 elaborarono una teoria particolarmente suggestiva: le bovine da latte ad alta produzione, frutto di una lunga ed efficiente selezione genetica, esprimono un flusso di sangue a livello epatico decisamente maggiore rispetto alle vacche meno selezionate e produttive.

L’aumentato apporto ematico al fegato determinerebbe una maggiore clearance degli ormoni steroidei e, di conseguenza, manifestazioni del comportamento estrale molto più deboli e limitate nel tempo.

Il ruolo dei sistemi di Monitoraggio Automatico dell’Attività (AAM) nella gestione della riproduzione

L’introduzione dei sistemi di monitoraggio automatico dell’attività ha rivoluzionato il modo di rilevare e interpretare il comportamento estrale. Questi dispositivi, che possono essere montati al collo, al padiglione auricolare o alla gamba, misurano vari parametri, quali il conteggio dei passi, l’accelerazione del movimento e il tempo di decubito, fornendo una panoramica dettagliata e oggettiva del comportamento della vacca durante il periodo estrale.

  • L’utilizzo dei dati AAM consente di stabilire soglie oggettive (ad esempio, un aumento relativo dell’attività pari al 300% rispetto alla baseline) che sono correlate a tassi di concepimento migliorati di 10–14 punti percentuali. Queste informazioni permettono agli allevatori di programmare l’IA in modo più preciso, riducendo il rischio di inseminazioni basate su segnali ambigui.
  • Nelle vacche con una ridotta espressione dell’estro, l’integrazione di trattamenti ormonali (come la somministrazione di GnRH al momento dell’IA) ha mostrato un significativo miglioramento della fertilità (Burnett et al., 2019a). Queste strategie, basate sui dati AAM, permettono di intervenire in maniera mirata, compensando eventuali deficit nell’intensità estrale.
  • Un estro marcato non solo favorisce l’ovulazione, ma è anche associato a un ambiente uterino più favorevole allo sviluppo embrionale. Le vacche che manifestano segni estrali evidenti, infatti, registrano tassi di successo del transfer embrionale superiori rispetto a quelle con intensità ridotta.

Implicazioni pratiche per la Gestione Riproduttiva Mirata

L’applicazione dei dati raccolti tramite AAM ha permesso di ridefinire i protocolli di IA. Ad esempio, l’uso dei parametri estrali consente di distinguere le vacche che, per natura, esprimono un estro ben evidente da quelle che, in presenza di un’attività inferiore, possono beneficiare di trattamenti integrativi con GnRH.

Nei programmi di Embryo Transfer (ET), la capacità di prevedere e monitorare l’intensità estrale offre un notevole vantaggio inteso come:

  • Migliore selezione delle riceventi: le bovine che manifestano un’alta intensità estrale sono più predisposte a fornire un ambiente uterino ottimale per l’impianto dell’embrione, aumentando il tasso di successo del trapianto.
  • Gestione del timing: la tempistica del trapianto può essere ottimizzata grazie a un monitoraggio continuo dell’attività estrale, garantendo una migliore sincronizzazione tra l’ovulazione e l’impianto embrionale.

Strategie per migliorare l’espressione dell’estro

  • Garantire un adeguato apporto energetico e una corretta integrazione è essenziale per sostenere l’attività ovarica e la produzione di ormoni chiave.
  • Gli interventi di miglioramento della ventilazione, l’ombreggiamento e l’adeguamento delle strutture di stabulazione contribuiscono a minimizzare l’impatto dello stress ambientale sulla manifestazione dell’estro.
  • Il miglioramento delle pavimentazioni e garantire gli spazi adeguati favoriscono la libera espressione dei comportamenti locomotori e di monta.
  • In presenza di un estro debole, la somministrazione di GnRH al momento dell’IA può migliorare la probabilità di concepimento.

Prospettive future

Le evidenze raccolte indicano chiaramente che l’intensità dell’estro è un indicatore rilevante non solo per il monitoraggio del comportamento riproduttivo, ma anche per la personalizzazione dei protocolli di IA e ET. Tuttavia, restano alcune questioni aperte:

  • L’interazione complessa tra la produzione lattea, lo stato di salute, il BCS e i fattori ambientali richiede ulteriori studi per definire modelli predittivi che siano affidabili e universalmente applicabili.
  • La variabilità tra i diversi sistemi di monitoraggio oggi in commercio è notevole. È necessario standardizzare i parametri di rilevazione e le soglie operative in modo da poter confrontare i dati e traslare i risultati nella pratica clinica.
  • Le prospettive future includono la necessità di sviluppare degli algoritmi avanzati in grado di integrare in tempo reale i dati comportamentali, fisiologici e ambientali, con l’obiettivo di supportare decisioni riproduttive sempre più precise e personalizzate.

Conclusioni

L’intensità delle manifestazioni estrali è un parametro chiave per il successo riproduttivo nei bovini da latte. L’adozione di sistemi di monitoraggio automatico dell’attività, unitamente a strategie nutrizionali e ambientali corrette, consente di migliorare significativamente i tassi di concepimento e il successo dei programmi di trasferimento embrionale. L’approccio integrato, che combina tecnologie avanzate e personalizzazione dei protocolli, rappresenta la direzione futura per la gestione riproduttiva mirata (Targeted Reproductive Management).

L’ulteriore sviluppo di modelli predittivi e la standardizzazione dei sistemi AAM, saranno fondamentali per superare le attuali limitazioni e per garantire una gestione sempre più efficace e sostenibile della riproduzione in azienda. In questo contesto, il contributo della ricerca scientifica si conferma essenziale per tradurre le innovazioni tecnologiche e metodologiche in pratiche cliniche e operative di grande impatto.

About the Author: Marco Spagnolo

Veterinario Libero Professionista. Email: marcospag@yahoo.it

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