Gli ovini costituiscono la specie più diffusa al mondo. Sono infatti presenti con 1.2 miliardi di capi, divisi in 4.000 razze. Tale diffusione è da attribuire all’animale stesso, in quanto è in grado di adattarsi alle difficili condizioni climatiche e territoriali che caratterizzano molte aree (scarsa vegetazione, terreni scomodi per l’attività di coltivazione, ridotta piovosità).
Analizzando i dati forniti dalla BDN dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il IZS dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo, possiamo affermare che in Italia vengono attualmente allevati intorno ai 7.4 milioni di capi ovini (Grafico 1).
Graf. 1 – Patrimonio ovino nazionale dal 2005 al 2017. (Rielaborazione Fonte IZS)
Esaminando nel dettaglio il quadro nazionale, possiamo asserire che il maggior numero di capi ovini allevati è detenuto dalla Sardegna (3.301.837), con a seguire Sicilia (906.069), Lazio (743.823) e Toscana (422.734) (Grafico 2).
Gli ovini si sono diffusi maggiormente nelle regioni meridionali e insulari (rispettivamente 20% e 53% circa) in quanto, sono in grado di massimizzare le produzioni anche in condizioni pedoclimatiche avverse.
Graf. 2 – Consistenza del patrimonio ovino italiano suddiviso per regione nell’anno 2017. (Rielaborazione Fonte IZS)
Valutando i dati forniti dalla BDN dell’Anagrafe Zootecnica, possiamo sostenere che nella maggior parte delle regioni l’indirizzo produttivo più diffuso è la carne, e in termini secondari gli allevamenti misti.
L’unica regione a presentare un maggior numero di allevamenti ovini da latte è la Sardegna (Tabella 1).
- Allevamenti ovini da carne
- Allevamenti ovini da latte
- Allevamenti ovini da produzione per autoconsumo
- Allevamenti ovini misti
Tab. 1 – Consistenze regionali del numero di allevamenti, numero di allevamenti per tipologia, numero di capi ovini allevati. (Rielaborazione Fonte IZS)
Nella tabella che segue (Tabella 2), abbiamo analizzato minuziosamente il quadro regionale italiano, considerando la tipologia/categoria/classe di allevamento (allevamenti con 0 capi, allevamenti con 1-100 capi, allevamenti con 101-200 capi, allevamenti con 201-300 capi, allevamenti con 301-400 capi, allevamenti con 401-500 capi, allevamenti oltre i 500 capi) e l’attitudine produttiva (orientamento produttivo latte, lana, non indicato, misto, produzione da autoconsumo, carne.
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- Allevamenti con orientamento produttivo LATTE
- Allevamenti con orientamento produttivo LANA
- Allevamenti con orientamento produttivo NON INDIVATO
- Allevamenti con orientamento produttivo MISTO
- Allevamenti con orientamento produttivo PRODUZIONE DA AUTOCONSUMO
- Allevamenti con orientamento produttivo CARNE.
Tab. 2 – Allevamenti ovini e caprini aperti per classe di consistenza. (Rielaborazione Fonte IZS)
Emerge nettamente che, in tutte le regioni, gli allevamenti più diffusi sono quelli con una consistenza di 1-100 capi.
Graf. 3 – Consistenze nazionali totali per singola fascia. (Rielaborazione Fonte IZS)
Il grafico 4, fonte FAO, riporta il numero di capi totali, dal 1961 al 2014, allevati nel mondo, In Italia, Europa, Africa ed Asia. È possibile notare che il continente Africano e quello Asiatico hanno un costante incremento del numero di capi allevato negli anni, al contrario, in Europa, a partire dagli anni novanta si è verificato un decremento progressivo dei capi allevati.
Graf. 4 – Capi allevati nel mondo (Fonte FAO)
Graf. 4 – Capi allevati nel mondo (Fonte FAO)
Autori:
Oreste Vignone e Ylenia Giovannetti
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