I risultati della gestione aziendale nel suo complesso o per singoli aspetti di dettaglio, sia per argomenti economici sia per performances ottenute, possono essere più o meno soddisfacenti per il titolare d’azienda o chi per esso svolga questo compito. Capita spesso che le soddisfazioni non vengano esternate con i propri collaboratori, dipendenti o esterni che siano, per evitare che ci si adagi sugli allori. L’esternazione delle insoddisfazioni è invece più frequente poiché hanno lo scopo di tenere “sul pezzo” chi opera. E’ un metodo di  gestione aziendale che, secondo la personalità di chi esplica tale compito, può portare a risultati interessanti. Senza entrare nel merito di quale sia il giusto mix di “bastone e carota”, desidero porre l’accento sull’importanza di definire obiettivi realistici da raggiungere, rendendoli espliciti e mettendo in atto ciò che è utile per raggiungerli.

Mi spiego meglio con alcuni esempi.

Abbiamo un livello di cellule somatiche che consideriamo troppo alto (facciamo 300.000) e desideriamo portarlo  sotto le 200.000.  Anziché fare sfuriate generiche con gli addetti, è opportuno comunicare l’obiettivo, individuare i motivi per cui la situazione attuale non è in ordine (cuccette sporche, procedure di mungitura errate, miscelata unifeed fatta male, alimenti non adeguati, impianto di mungitura o manutenzione ordinaria delle parti di ricambio non adeguati, ecc.), porre rimedio a ciascuno di questi motivi e tenere aggiornati gli addetti sui risultati raggiunti.

Lo stesso ragionamento vale per la definizione degli obiettivi legati all’alimentazione quali il lavoro del carrista, quasi mai coinvolto nelle problematiche, l’efficienza alimentare ed il coinvolgimento dell’alimentarista.

I vitelli, la loro salute, la loro vitalità, il loro accrescimento e dunque l’età al primo parto e la risposta produttiva in prima lattazione, sono altri argomenti poco definiti come obiettivi, dunque poco misurati e per i quali il coinvolgimento di chi vi opera o di chi potrebbe dare un importante contributo lascia spesso a desiderare.

Uno dei massimi livelli di disaccoppiamento tra obiettivi e organizzazione la si vede toccando l’argomento della fertilità. Con altissima frequenza, al veterinario, che pure visita in modo assiduo l’azienda viene chiesto di visitare le vacche dando risposte singole a singole esplorazioni/diagnosi. Raramente è chiesto al veterinario una visione d’insieme dell’azienda, un contributo alla definizione di obiettivi realistici raggiungibili ed un coinvolgimento nell’organizzazione di procedure utili a raggiungere l’obiettivo di fertilità definito.

Spesso il motivo di tali situazioni risiede nel fatto che gli obiettivi non sono stati definiti e dunque non sono raggiungibili. O non essendo esplicitati, non coinvolgono le persone che possono o devono contribuire al risultato.

E’ invece indispensabile, in ogni settore economico per aziende che desiderano essere competitive, stabilire obiettivi realistici ed operare per raggiungerli comunicando a ciascuno, nel limite delle responsabilità affidate, verso quale punto di arrivo si tenda. Per inciso, è questo il senso del  budget. E’ davvero poco efficacie un budget che resti nella mente o sulla scrivania di una sola persona.

In assenza di questa logica, si punta al meglio, pur non sapendo cosa esso sia.

Il meglio, diceva quel tale, è nemico del bene.