Possono essere un’opzione in grado di promuovere il benessere animale e la salvaguardia dell’ambiente in Danimarca?

Abstract

Introduzione

Materiali e Metodi

Risultati

Discussione

Prospettive e conclusioni

Ringraziamenti

Bibliografia

Abstract

Le stalle con lettiera compost sono sistemi di alloggiamento a stabulazione libera, dove la regolare movimentazione della lettiera con un erpice pesante favorisce l’attività microbica aerobia, mescolando il letame e l’urina che si trovano sulla superficie della lettiera stessa. Negli Stati Uniti questa tipologia di stalla, in seguito al suo impatto positivo sul benessere e sul comfort dei bovini, è diventata oggetto di crescente attenzione. Mentre negli Stati Uniti il processo di compostaggio è potenziato dalla presenza di materiale organico, come ad esempio trucioli di legno, gli allevatori israeliani hanno sviluppato un sistema che non necessita di alcun materiale organico aggiuntivo oltre al letame e all’urina prodotta dalle vacche stesse. Gli obiettivi di questo studio pilota consistevano nell’indagare la procedura di compostaggio messa in atto in tre allevamenti Israeliani e l’impatto che essa poteva avere sull’ambiente, sul benessere delle bovine e sulla salute delle loro mammelle. La superficie e gli strati sottostanti della lettiera compost sono stati esaminati visivamente ed è stata misurata la concentrazione di ammoniaca presente. Gli allevatori sono stati intervistati circa le pratiche di gestione della stalla, la salute e il benessere delle bovine e sul loro approccio a questo sistema. I dati sulla produttività e sul latte sono stati recuperati dall’Israeli Dairy Board. In ogni azienda è stato esaminato un campione casuale di bovine e gli è stato attribuito un punteggio per quanto riguardava la presenza di lesioni generiche e del garretto, la pulizia delle mammelle, delle zampe e della coda. I risultati ci hanno mostrato come le stalle con lettiera compost possono risultare funzionali (anche senza l’aggiunta di materiale organico diverso dal letame delle bovine) e come la concentrazione di ammoniaca sulla superficie del compost fosse sorprendentemente bassa, suggerendo così anche una diminuzione delle emissioni di questo composto. Il grado di pulizia delle bovine differiva in maniera significativa all’interno delle 3 mandrie, ma risultava essere più accettabile rispetto a quello messo in evidenza da studi sulle stalle con cuccette. I punteggi sull’igiene delle mammelle e delle zampe erano correlati. Non sono state riscontrate lesioni del garretto. Le lettiere compost offrono alle bovine un’area dove sdraiarsi e camminare asciutta, morbida e non maleodorante, con un eccellente comfort per la vacca. Gli allevatori erano contenti di questa tipologia di stalla ed hanno percepito un aumento della salute delle mammelle, hanno osservato vacche più pulite ed hanno constatato una diminuzione del lavoro necessario a mantenere in buone condizioni la lettiera. Sono necessarie ulteriori ricerche per verificare la possibilità di adattare questa tipologia di stalla compost anche al clima più freddo della Danimarca.

Introduzione

I sistemi di stabulazione libera con cuccette possono compromettere il benessere e il comfort delle bovine, causando un aumento del rischio di zoppia e di lesioni al garretto, soprattutto se vi è un posizionamento inadeguato delle componenti metalliche che delimitano la cuccetta, una limitazione dello spazio, una superficie dove sdraiarsi dura o con lettiera inadeguata (1,2,3,4). Le stalle con pavimentazione in calcestruzzo possono essere costantemente ricoperte di urina e letame che possono favorire l’insorgenza di dermatiti digitali e di altre patologie dello zoccolo. Le stalle con lettiera permanente sono più confortevoli per le bovine favorendo, ad esempio, l’aumento del tempo trascorso sdraiate a terra e riducendo l’incidenza di lesioni al garretto, rispetto ad altre tipologie di stalle (5,6). Però la disponibilità e il costo della paglia ne limitano l’utilizzo, a causa dell’elevata quantità necessaria (circa 10 kg di paglia per vacca al giorno). Ulteriori svantaggi sono relativi ai tassi di crescita di alcuni agenti patogeni, come Escherichia coli e Streptococcus uberis, che risultano essere maggiori nella lettiera costituita da paglia, cosa che può portare ad un aumento dell’incidenza di mastite e ad un aumento del numero di cellule somatiche nel latte (7). La lettiera permanente genera un’emissione di ammoniaca relativamente elevata e la bassa concentrazione di ossigeno in essa può contribuire all’aumento delle emissioni di metano (8). In Danimarca i pavimenti fessurati non sono più consentiti nelle stalle di nuova costruzione, a meno che non si adottino precauzioni speciali per ridurre le emissioni di ammoniaca (9). In conclusione, abbiamo bisogno di nuovi sistemi di stabulazione, che possano migliorare il benessere e la salute delle vacche e che siano attuabili nella pratica sia da un punto di vista economico che della salvaguardia ambientale. Negli Stati Uniti, per le vacche da latte sono stati messi a punto dei ricoveri con lettiera compost basati sull’utilizzo di trucioli di legno che vanno a costituire una lettiera profonda. Per migliorare l’attività della flora microbica la lettiera viene rivoltata due volte al giorno (10). Sebbene gli allevatori fossero soddisfatti del confort procurato alla bovina, della durata e della semplicità di gestione di questa tipologia di lettiera, le loro principali preoccupazioni erano relative ai costi e all’offerta limitata di un materiale per lettiera così oneroso(11). Ma nel 2006 una nuova tipologia di stalle con lettiera compost è stata messa a punto nell’azienda da latte biologica “Harduf ” in Israele (12). Da quel momento, il nuovo sistema si è diffuso rapidamente tra gli allevatori e, ad oggi, è la metodica più diffusa per la gestione delle aree di riposo a terra negli allevamenti da latte israeliani, sebbene non ci sia ancora molta letteratura scientifica a riguardo. Le aree di riposo e le corsie  sono ricoperte da lettiera costituita da letame in compostaggio, che è l’unico materiale organico utilizzato e che viene rivoltato una o due volte al giorno con un erpice pesante. Con la costante ossigenazione della lettiera, viene potenziata l’attività microbica aerobia e si crea una superficie asciutta simile a quella che si ritrova in un giardino. Non sono necessari materiali costosi, componenti metalliche, corsie o sistemi per lo stoccaggio e il trattamento del letame. Poiché il letame compostato può essere trasportato tal quale direttamente sul campo, i costi di trasporto più sono bassi rispetto a quelli per il letame liquido ed anche i rischi per l’ambiente sono minori. In sintesi, questo sistema può essere un’alternativa economicamente fattibile alle stalle a stabulazione libera con lettiera permanente, con effetti positivi sul confort, sulla salute e sul benessere delle vacche ed anche con potenziali vantaggi per l’ambiente. L’impatto ambientale, in particolare per quanto riguarda l’emissione di ammoniaca, è uno dei punti di fondamentale importanza da tenere in considerazione nell’eventualità di adottare tali sistemi anche in Danimarca. Le bovine da latte producono circa 50 kg di letame e urina al giorno che contengono 45 kg di acqua (13). Un compost ottimale ha un contenuto di sostanza secca del 40-50% (10), il che significa che devono essere eliminati circa 40 kg di acqua per bovina al giorno, per evitare l’aumento del contenuto di umidità. Le nostre stime preliminari mostrano che il calore generato dal compostaggio della materia secca organica nel letame è insufficiente per ottenere la necessaria diminuzione del contenuto di acqua e, di conseguenza, parte essa deve essere rimossa mediante ventilazione. Alle condizioni climatiche israeliane possiamo prevedere che l’essiccamento naturale da solo sia sufficiente per rimuovere il contenuto di acqua desiderato. In condizioni climatiche più fredde, come in Danimarca, l’effetto di asciugatura svolto dall’aria di ventilazione risulterà essere, in alcuni periodi,  insufficiente per eliminare l’acqua. Diventa quindi cruciale, per una buona funzionalità del sistema, la generazione del calore dai processi di compostaggio. Per studiare le possibilità di importare i sistemi di allevamento su lettiera compost in Danimarca, abbiamo deciso di condurre un case-study basato sulla visita di tre fattorie tipo israeliane per poter dare delle risposte alle seguenti domande:

1) Come vengono gestiti questi sistemi?

2) Esiste un processo di compostaggio aerobio che genera calore?

3) È possibile che il sistema funzioni senza superare i limiti di emissione di ammoniaca danesi?

4) Benessere della bovina: le bovine sono pulite? Presentano lesioni?

5) Queste aziende hanno una salute della mammella e una qualità del latte accettabili?

6) Questi sistemi di allevamento potrebbero essere adattati alle condizioni climatiche Danesi?

Siccome eravamo interessati a valutare se i processi di compostaggio potessero anche funzionare in condizioni climatiche fredde e piovose, le aziende sono state visitate a gennaio, il mese più freddo in Israele durante il quale è prevista la maggior parte delle precipitazioni.

Materiali e metodi

Sono stati visitati tre allevamenti rappresentanti i tipici sistemi di produzione in Israele: un’azienda a conduzione familiare, una cooperativa e un Kibbutz. Il range delle dimensioni delle mandrie oscillava tra le 50 e le 500 vacche frisone olandesi (tabella 1). Tutte le aziende mungevano i capi tre volte al giorno. Le aziende 1 e 2 erano di tipo convenzionale, la 3 biologica. Una razione totale mista veniva fornita giornalmente da una stazione di alimentazione centralizzata. Gli allevamenti sono stati visitati l’11 e il 12 gennaio 2010, con tempo leggermente nuvoloso e temperature che andavano dai 16 ai 22°C.

Tabella 1. Caratteristiche delle mandrie presenti nelle tre aziende con sistemi di allevamento a lettiera compost.

 

Gestione del sistema e valutazione del compost

Gli allevatori sono stati intervistati sulla gestione del sistema e sulle loro esperienze/motivazioni. La zona compost è stata esaminata visivamente, la consistenza valutata camminandoci sopra e i campioni sono stati sottoposti anche a palpazione manuale. È stato valutato anche l’odore. In ciascuna azienda agricola, per rilevare la presenza di possibili processi in grado di generare calore, la temperatura del compost è stata misurata con un termometro a circa 20 cm al di sotto della sua superficie. La stima precisa dell’emissione di ammoniaca nelle stalle naturalmente ventilate richiede una misurazione approfondita della concentrazione e dello scambio d’aria (14), che non è stato possibile attuare in questo studio. Abbiamo misurato la concentrazione di ammoniaca appena al di sopra della superficie del compost in diverse punti dei 100 m di lunghezza per 45 m circa di larghezza della stalla presente nel terzo allevamento (Kibbutz biologico, Figura 1). La direzione del vento (determinata mediante del fumo) era approssimativamente trasversale all’asse lungo dell’edificio e la velocità del vento, a 1 m di altezza, era di circa 1 m/s. Lo strumento manuale Testo 405 v1 è stato utilizzato per la misurazione della velocità del vento e della temperatura che era compresa tra 18° e 19° C. Sono stati utilizzati tubi rilevatori Kitagava, con limite di rilevamento di 0.5 ppm e risoluzione di 1 ppm, per misurare la concentrazione di ammoniaca in 5 punti situati trasversalmente al centro della lunghezza dell’edificio. La posizione dei punti di misurazione e i risultati sono presentati nella tabella 2.

Figura 1. Misurazioni della concentrazione di ammoniaca nella stalla delle bovine da latte nell’azienda 3, un Kibbutz biologico.

Tabella 2. Concentrazioni di ammoniaca misurate nella stalla delle bovine da latte nell’azienda 3, un Kibbutz biologico, 12 gennaio 2010.

Benessere della bovina: esami in allevamento

In ogni allevamento, è stato valutato un campione casuale costituito da almeno 20 vacche all’interno di ogni gruppo ed è stato attribuito un punteggio per quanto riguardava il livello di igiene della mammella (punteggio 1-3), delle zampe (punteggio 1-4) e delle code (presenza di letame nell’area della coda). Entrambi i lati del corpo sono stati esaminati per valutare la presenza di eventuali lesioni del garretto e di altre lesioni cutanee, e il lato peggiore registrato.

Salute della mammella e qualità del latte

I dati sul latte e altre informazioni sulla mandria sono stati recuperati dall’Israeli Dairy Board da parte del terzo autore. Gli allevatori e/o i gestori dell’allevamento sono stati intervistati per comprendere le strategie da loro attuate (per la salvaguardia della salute della mammella) e la loro percezione dello stato di salute delle mammelle e della qualità del latte, prima e dopo aver introdotto le stalle con lettiera compost.

Risultati

Gestione del sistema

Le stalle con lettiera compost sono state introdotte  tra i 6 mesi (azienda 2) e i  4 anni (azienda 3) prima della nostra visita. Nell’allevamento 1 il compost è stato adagiato su una base costituita da uno strato di materiale inorganico residuo, proveniente dall’estrazione del petrolio e simile alla lettiera per gatti. Nell’allevamento 2 è stato utilizzato uno strato costituito da scarti provenienti dall’industria cartaria. L’allevamento 3 ha avviato il processo di compostaggio sulla base di uno strato di letame essiccato, proveniente dalla stalla precedente all’introduzione del nuovo sistema. Tutti gli allevatori hanno dichiarato di aver ottenuto un sistema di compostaggio di successo utilizzando questi tre diversi metodi.  In tutte e tre le aziende, il compost veniva rivoltato con un erpice pesante una volta al giorno, quando le bovine venivano munte (figura 2). Il tempo stimato per questa pratica variava dai 10 minuti nella fattoria 1 (zona per circa 50 mucche) ai 20 minuti nella fattoria 3 (zona per circa 100 mucche). Tutte le fattorie avevano una corsia in cemento che portava al recinto di alimentazione. Le aziende 1 e 2 rimuovevano il letame da questa corsia raschiandolo, per cui era comunque necessario un piccolo spazio per lo stoccaggio del letame. Nell’azienda 3, invece, il letame raschiato dalla zona di alimentazione e dalle sale di attesa e mungitura, veniva distribuito sul compost prima dell’erpicatura. In una quarta fattoria (dove abbiamo fatto un’ulteriore breve visita) l’intera superficie della stalla, compresa la corsia di alimentazione, era ricoperta da compost, che risultava asciutto e con una granulometria inferiore agli 8 cm circa (Figura 3). In Israele, se la zona di alimentazione viene raschiata, è consigliabile mettere a disposizione almeno 15 m2 di lettiera compost per bovina, e dai 20 ai 30 m2 se invece c’è compost in tutta l’area della stalla. Il compost viene rimosso dai recinti delle stalle e cosparso direttamente nei campi quando necessario. Gli allevatori lasciavano sempre uno strato sufficientemente spesso da consentire la lavorazione con l’erpice pesante.

Figura 2. Il compost viene movimentato utilizzando un erpice pesante una volta al giorno, quando le bovine sono munte.

Figura 3. Stalla con lettiera compost in un allevamento con mungitrice robotizzata. Il compost ricopre tutta l’area accessibile agli animali, eccetto la zona dei cancelli di selezione dell’unità robotica.

La zona compost

Le varie zone del compost differivano per consistenza all’interno delle tre aziende. Nella numero 1, il compost appariva relativamente asciutto e non si attaccava agli stivali quando si camminava sulla sua superficie. La dimensione delle particelle era fino a 10-15 cm, specialmente nelle zone della stalla vicine alla corsia di alimentazione. Nell’azienda 2 il trattore utilizzato per tirare l’erpice era fuori servizio la settimana precedente alla nostra visita e, di conseguenza, la superficie del compost appariva compressa, e leggermente appiccicosa quando ci si camminava sopra. Per aumentarne la ventilazione, l’agricoltore aveva acceso il sistema di ventilazione. Il compost meno compattato e più asciutto è stato riscontrato nell’azienda 3, con una granulometria inferiore agli 8 cm e con una consistenza più soffice (Figura 4). Il compost non si attaccava agli stivali. I piccoli frammenti di materiale non avevano alcun odore quando venivano rotti e sfregati contro i palmi delle mani, il che indicava l’assenza di processi anaerobi. Nella fattoria 3 abbiamo assistito al processo di rivoltamento. Durante questo processo era ben visibile il vapore acqueo che si sollevava dalla sua superficie, e ciò era indicativo di una maggior temperatura del compost rispetto a quella dell’aria ambientale (Figura 5).

 

Figura 4. Compost dell’azienda 3 con frammenti piccoli e asciutti, che non emanava cattivo odore se strofinato tra i palmi delle mani.

Figura 5. Il vapore acqueo che si sprigiona immediatamente dopo la movimentazione indica una maggior temperatura del compost rispetto a quella dell’aria ambientale.

Valutazione dei possibili processi di compostaggio generati dal calore

Le misurazioni della temperatura non hanno mostrato alcun aumento significativo di questo parametro nel compost delle aziende 1 e 2. Nell’azienda 3 la temperatura del compost misurata variava tra i 25° e i 42° C. Sulla base della temperatura effettiva dell’aria, il rialzo termico dovuto al compostaggio era compreso tra i 7° e 24°C.

Misurazione dell’ammoniaca

Le misurazioni hanno dimostrato che la concentrazione di ammoniaca risultava significativamente più bassa nelle zone dove c’era il compost rispetto a quella rilevata a livello della corsia in cemento lungo la zona di alimentazione ( Figura 1 e Tabella 2).

Benessere della bovina: pulizia e lesioni del garretto

Le bovine non sono stare disturbate durante l’osservazione, apparivano vigili ma comunque rilassate (Figura 6). Nelle tre aziende abbiamo riscontrato punteggi sulla pulizia della mammella e del corpo significativamente differenti (Figura 7). In media il 51.2% delle mammelle valutate era pulito, con un range che variava dal 14.8 all’85%. La proporzione di vacche sporche (punteggio attribuito agli arti 3 e 4) variava dal 10% nell’azienda tre al 90% nella due, con una media del 51.2%. Le vacche più pulite si trovavano nell’azienda agricola 3. Il tasso di bovine con presenza di materiale fecale intorno all’area della coda differiva significativamente tra le tre aziende, ed era del 14.3% nell’azienda 1, del 42.9% nell’azienda 2. Nell’azienda 3 era del 10% per le vacche più anziane e del 40% per le primipare qui presenti. La pulizia del corpo e della mammella erano strettamente correlate (coefficiente di correlazione  per ranghi di Spearman 0.72, P < 0.0001). Non abbiamo trovato alcuna correlazione tra la pulizia della zona della coda e la pulizia del corpo e della mammella. La pulizia del corpo e della mammella riflettono le caratteristiche del compost, poiché sono le parti del corpo dell’animale più a contatto con la lettiera quando le bovine sono sdraiate. La pulizia della zona della coda riflette invece le condizioni della singola bovina, la presenza o l’assenza di diarrea e la consistenza del letame in generale. Tutte le vacche esaminate non presentavano lesioni del garretto o altre lesioni associate ai sistemi di stabulazione libera.

Salute della mammella e qualità del latte

L’allevamento 1 aveva una conta (registrata mensilmente) di cellule somatiche (SCC) nel latte più bassa, con una media di 133.000 ± 35.000 cellule/ml negli ultimi 12 mesi. La conta batterica totale (TBC) del latte di massa, effettuata sempre negli ultimi 12 mesi, era di 7000. L’allevatore ha dichiarato di aver avuto 2 casi di mastite clinica durante l’ultimo anno, ma non aveva inviato alcun campione di latte allo specifico laboratorio che si occupa della salute della mammella. Diversamente dall’azienda 1, la 2 aveva inviato al laboratorio 130 campioni di latte provenienti da casi di mastite. I principali patogeni causa di mastite isolati negli ultimi 12 mesi erano E. coli (rappresentava il 36% dei 188 batteri isolati), seguito da un 19% rappresentato da nessuna crescita batterica (nonostante la presenza di mastite) e da un 8% di stafilococchi coagulasi-negativi. Secondo il responsabile, E. coli è stato ritrovato nel 70% di tutti i casi di mastite clinica. Circa due casi di mastite clinica al mese sono stati trattati con antibiotici. La SCC media del latte era di 214.000 ± 41.000 cellule/ml e la TBC media era di 7000. Nell’azienda 3 la SCC media del latte (negli ultimi 12 mesi) era di 229.000 ± 46.000 cellule/ml, la TBC media era 3000. Prima di realizzare una stalla con lettiera compost, tutti gli allevatori/gestori dell’azienda erano preoccupati per la qualità del latte e per la salute delle mammelle, perché si aspettavano delle maggiori difficoltà nel tenere pulite le bovine. Dopo l’introduzione della stalla compost, tutti e tre gli allevatori/gestori hanno avuto la percezione che le loro bovine fossero più pulite di prima e con meno casi di mastite clinica, quindi le bovine apparivano con meno problemi correlati ad un’elevata conta delle cellule somatiche. L’allevatore 1 aveva notato una diminuzione della SCC, mentre gli altri non erano riusciti ad osservare alcun cambiamento di questo parametro del latte dopo l’introduzione del nuovo sistema di allevamento.

Figura 6. Bovine in una stalla compost.

Figura 7. I punteggi sull’igiene della mammella (sopra) e i punteggi sull’igiene della zampa (sotto) differivano in maniera significativa nei tre allevamenti con stalle compost ( test esatto di Fisher, P < 0.0001). Punteggio 1 = pulito, punteggio 4 = buona parte della zampa ricoperta di sporcizia.

Discussione

La misurazione della temperatura del compost nell’allevamento 3 ha dimostrato come i processi di compostaggio fossero in grado di generare un aumento significativo del calore al suo interno, sebbene non fossero state aggiunte altre sostanze organiche. Ciò dimostra che i processi di compostaggio da soli possono contribuire alla riduzione del contenuto di acqua del compost. Le misurazioni e le osservazioni effettuate negli allevamenti 1 e 2 hanno mostrato che era possibile mantenere un compost relativamente asciutto durante il clima invernale israeliano, anche se vi era una diminuzione dello sviluppo di calore al suo interno. Un aumento, anche se lieve e variabile, della temperatura può far emergere alcuni dubbi riguardo la capacità dei processi di compostaggio di limitare la crescita di potenziali microrganismi patogeni. La concentrazione di ammoniaca valutata con punteggio #4 è stata misurata vicino alla corsia in cemento, che è una zona simile a quella delle tipiche stalle danesi per bovine da latte. È di notevole importanza come la concentrazione di ammoniaca misurata  in quel punto fosse superiore di oltre 10 volte rispetto alla misurazione con punteggio #2, valutata al di sopra del compost situato nel lato esposto al vento dell’edificio. Probabilmente, la bassa concentrazione di ammoniaca sulla superficie del compost potrebbe essere attribuibile ad un rapporto carbonio/azoto relativamente alto nel compost e al fatto che la maggior parte dell’azoto disponibile sarebbe destinato ai microrganismi presenti al suo interno. In conclusione, le nostre misurazioni della concentrazione di ammoniaca indicano che il sistema di allevamento con stalla compost potrebbe rispettare le restrizioni danesi sulle emissioni di ammoniaca. Non abbiamo riscontrato bovine con lesioni ai garretti ne con altre lesioni cutanee che potrebbero indicare uno scadimento del benessere degli animali. Barberg et al. (15) hanno riscontrato una bassa incidenza di bovine che presentavano perdita di pelo (24%) e garretti gonfi (1%) in 12 allevamenti con lettiera compost. Questi allevamenti avevano ricoveri con lettiera compost integrata con trucioli di legno o segatura, che possono risultare abrasivi. Nelle tre fattorie da noi esaminate la lettiera compost era morbida e non abbiamo trovato particelle con evidenti caratteristiche abrasive. La superficie della lettiera appariva secca o relativamente asciutta e, di conseguenza, offriva una zona di riposo molto confortevole. Il sistema di allevamento nelle tre aziende visitate originariamente non prevedeva la presenza di una lettiera compost. Pertanto, le aree in cemento davanti alla zona di alimentazione rimanevano ancora una fonte di contaminazione per gli zoccoli, vista la presenza di letame ed urina. Le corsie di cemento dovevano essere raschiate regolarmente, il che significava avere comunque, vicino alla stalla, una piccola zona di stoccaggio del letame. Nell’azienda agricola 3, tutto il letame raschiato dalla corsia di alimentazione o dall’area di sosta davanti alla sala di mungitura veniva mescolato con il compost e rivoltato ogni giorno. Gli edifici destinati fin dall’inizio ad ospitare stalle con lettiera compost, di solito hanno un recinto di alimentazione che si trova in contatto diretto con l’area dove è presente il compost, quindi non sono necessarie corsie in calcestruzzo (Figura 3). Questo sistema di allevamento, conosciuto in Israele anche come “dry dairy sistem”, richiede una superficie maggiore per bovina e la distribuzione dell’alimento deve essere effettuata su entrambi i lati della stalla per poter funzionare correttamente. D’altro canto, la possibilità di impiegare nel processo di compostaggio tutto o almeno una parte del letame presente nella zona in cemento della corsia di alimentazione, potrebbe rendere questo sistema più realisticamente adattabile alle condizioni di allevamento presenti in Danimarca. In estate, una quantità più o meno grande di questo letame  potrebbe essere mescolato nella lettiera, mentre in inverno risulterebbe comunque necessaria una zona di stoccaggio al di fuori della stalla. I valori di SCC e TBC provenienti dal latte di massa ci permettono di poter dire che, utilizzando stalle compost, è possibile ottenere una qualità del latte sufficiente, qualità che rientra nei range degli allevamenti danesi standard (15). Secondo gli allevatori, la salute della mammella era migliorata ed erano diminuiti i casi di mastite clinica. Ma poiché non era disponibile alcuna documentazione relativa ai trattamenti, non abbiamo potuto verificare le loro dichiarazioni. Come previsto l’allevamento 2, dopo una settimana senza movimentazione della lettiera, aveva le bovine più sporche. Abbiamo osservato un aumento della percentuale di vacche sporche (punteggio delle zampe 3 e 4) analogo a quello riportato da Schreiner et al. (16), che ha evidenziato un aumento medio del 30% in 8 sistemi di allevamento a stabulazione libera. La quota di bovine con mammelle pulite era paragonabile a quella riportata da Schreiner et al.(16) 58%, e da Klaas et al. (17) 52.6% (entrambi gli studi sono stati condotti su vacche allevate in sistemi a stabulazione libera). La qualità del compost sembra essere correlata alla pulizia della bovina (basandoci sul punteggio delle zampe e della mammella), poiché  il tasso di vacche sporche aumentava all’aumentare delle dimensioni delle particelle del compost e quindi quando risultava essere più appiccicoso.

Possibile adattamento alle condizioni climatiche danesi

Il clima danese, da maggio a settembre, è più caldo rispetto alle condizioni climatiche invernali israeliane (da dicembre a febbraio). Di conseguenza, è ragionevole pensare che il sistema possa funzionare nel periodo estivo in Danimarca. Durante l’inverno danese, l’effetto di essiccazione dovuto alla ventilazione nelle stalle aperte è molto limitato e pertanto è improbabile che il sistema funzioni senza ulteriori interventi che vadano a far diminuire il contenuto di acqua nel compost. La soluzione più ovvia potrebbe essere quella di aggiungere del materiale organico (come paglia finemente tritata) utile a favorire la produzione di calore per il processo di compostaggio.

Prospettive e conclusioni

I risultati di questo case-study ci mostrano che in Israele il compostaggio del letame all’interno delle stalle è possibile senza l’aggiunta di ulteriore materiale organico. Non ci sono segnalazioni di una diminuzione della qualità del latte o della pulizia delle bovine. La buona condizione dei garretti ci indica che in questa tipologia di allevamento la bovina ha un confort eccellente. Le basse concentrazioni di ammoniaca indicano come il compostaggio del letame possa essere un’opzione in grado di soddisfare i severi protocolli danesi sulle emissioni di questa molecola. Sono necessarie ulteriori ricerche per poter valutare gli effetti delle diverse condizioni climatiche sui processi di compostaggio. Per adattare i sistemi di allevamento che prevedono l’utilizzo di lettiera compost a condizioni climatiche con precipitazioni ed umidità più elevate durante i mesi invernali, deve essere studiata la capacità del materiale organico ritenuto idoneo di trattenere il fluido in eccesso.

Ringraziamenti

Vorremmo ringraziare i gestori delle aziende che abbiamo visitato per la loro partecipazione al progetto di studio e la nostra collega Carsten Enevoldsen per i commenti e le discussioni riguardanti le stalle con lettiera compost.

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AUTORI

ILKA CHRISTINE KLAAS1, BJARNE BJERG2, SHMULIK FRIEDMANN3 E DORON BAR4

1DVM, Ph.D., Associate Professor, Department of Large Animal Sciences, KU LIFE

2MSc, Ph.D., Associate Professor, Department of Large Animal Sciences, KU LIFE

3DVM, Ph.D., Scientific Director, Israel Dairy Board, Caesarea, Israele

4DVM, Ph.D., Chief Scientist, SCR Engineers, Netanya, Israele

 

Dansk Veterinærtidsskrift 2010 · 1. maj · Nummer 9 · Årgang 93