Oggi non ci sono più gli agricoltori di una volta!
In estate, di domenica, erano tutti ad ascoltare la trasmissione “A come Agricoltura”. Il momento clou, verso la fine, quello in cui si alzava il volume, riguardava le previsioni meteo. Ascoltate le previsioni meteo, si faceva il programma dei lavori della settimana. Chi non riusciva a vederlo chiedeva ad altri cosa avessero previsto. Senza quelle previsioni, si andava alla cieca. Era veramente difficile, ad esempio, decidere se tagliare per fieno il lunedì o il giovedì. L’attività di campagna sarebbe stata molto più aleatoria senza quelle previsioni.
Anche nell’epoca odierna degli smartphone, gli agricoltori come categoria sono i più informati sul meteo poiché è semplicemente indispensabile.
Quella previsione, dietro la quale c’è tanta scienza, tanta competenza, tanti modelli di simulazione, si traduce in decisioni operative da prendere. L’agricoltore entra in gioco dopo l’esito delle previsioni, poiché decide in base a quelle. Non sa nulla, né vuol saperne, di come siano i modelli matematici, gli algoritmi, le correnti e gli anticicloni. Entra in campo solo alla fine, per decidere cosa fare, date quelle premesse sulle quali altri hanno studiato.
Alziamo ora l’asticella e proviamo a spostare tutto questo ragionamento applicandolo alle decisioni economiche.
Possiamo gestire la nostra azienda in modo continuativo – routinario potremmo dire – apportando quelle modifiche ordinarie che riteniamo opportune. A volte capita, nella storia di ciascuna azienda, di prendere decisioni rilevanti, sulla base di supposizioni o speranze. Raramente disponendo di previsioni.
Ampliare la sala di mungitura per mungere più in fretta e ridurre il costo del lavoro degli addetti, acquistare la botte per i liquami per non pagare più il terzista, costruire l’ala di una nuova stalla per aumentare il numero di vacche in latte ed irrobustire l’assegno mensile di vendita. E’ ovvio che ogni decisione è meditata. Quelle più rilevanti occupano molti più pensieri e preoccupazioni. Quello che desidero sottolineare è la rilevanza di disporre di un supporto previsionale robusto alle decisioni.
Quante sono le aziende che hanno costruito una nuova stalla disponendo di un budget scritto? Quante aziende hanno acquistato un trattore grande e fiammante senza un budget scritto?
In altre parole, si ritiene indispensabile avere il supporto della scienza delle previsioni meteo per decidere se irrigare o meno e, nel contempo, si ritiene accettabile d’idea di sorvolare sul budget per decisioni che ci impegnano economicamente in modo rilevante?
Chi ha costruito un impianto di biogas, ha preso questa decisione sulla base di esperienze di altri ma, soprattutto, perchè disponenva di un business plan che lo “garantiva” circa l’investimento. Senza questa previsione scritta, credo che in pochi avrebbe osato affrontare investimenti così importanti e nuovi.
Continuiamo dunque a sperare che il meteo sia buono se dobbiamo tagliare a fieno o che piova se dobbiamo evitare di irrigare, dopo che abbiamo sperato, prima di prendere le nostre decisioni, meglio aprire lo smartphone e controllare le previsioni su cui qualcuno ha studiato al nostro posto.
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