
Nei giorni scorsi, come penso molti di noi, ho letto ed ascoltato molte cose sulla figura di Papa Francesco. Diverse espressioni mi hanno particolarmente attratto.
Una di queste è il passaggio di un discorso tenuto in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno. Durante questo discorso, Papa Francesco, parlando di Europa, utilizzò l’espressione “lo sguardo di Magellano”.
Magellano, esploratore portoghese, nel 1520 circumnavigò l’America del sud, passando dall’Oceano Atlantico al Pacifico. L’Europa vista da una qualsiasi delle capitali europee allora più influenti era una cosa; quando Magellano arrivò alla fine del continente americano, guardò all’Europa dal nuovo punto raggiunto e capì che la diversa prospettiva faceva vedere le cose in altro modo.
Mi pare che ci sia tanto buonsenso in questa affermazione e che la stessa sia applicabile a svariati ambiti. Da quello religioso a quello politico, da quello culturale a quello sociale; perfino a quello scientifico. Lascio ad altri, con le necessarie competenze, affrontare questi discorsi. Per parte mia, l’affermazione mi è parsa intrigante per ciò che ci può dire per il mestiere di chi conduce un’azienda agricola.
Chi si trova a gestire questa attività e questa responsabilità, molto spesso in quanto erede di chi lo ha preceduto, è cresciuto all’interno della realtà che ora guida. Di questa azienda conosce ogni singolo dettaglio, potremmo dire ogni singolo metro quadrato, ogni zolla, ogni pianta, ogni vacca. Nulla gli sfugge, tutto è sotto il suo sguardo.
Tutto tranne, con grande frequenza, lo sguardo d’insieme.
Sempre Papa Francesco, nello stesso discorso, diceva che “la realtà si vede meglio dalla periferia che dal centro”.
Credo sia esperienza comune che, quando siamo totalmente immersi in determinati ragionamenti o attività, e ne conosciamo i dettagli in modo molto preciso, perdiamo la lucidità che serve per guardare il disegno complessivo. È come se l’occhio non permettesse di mettere a fuoco, nello stesso momento, sia da vicino sia da lontano.
A volte, persone non coinvolte completamente nella nostra attività, la fotografano meglio di noi stessi. È più facile ad un esterno cogliere le criticità sia operative sia strategiche.
Se uno è abituato al disordine della sua azienda, non lo vede.
Se uno è abituato ad avere un certo numero di mastiti o di zoppie, non le “vede”.
Se uno è abituato a non prendere soldi dalla qualità latte, non si scompone.
Se uno è abituato ad acquistare il seme per accontentare i diversi venditori, gli sembra normale.
Se uno è abituato a trovare soddisfazione dalla media giornaliera di latte prodotto, non si accorge che, di per sé, vuol dire poco.
Se uno è abituato a non guadagnare o a guadagnare poco, che vuoi che sia: è sempre andata così!
Potrei continuare all’infinito.
Ognuno di noi guarda all’Europa dalla sua propria capitale, ovvero guarda alla sua azienda mettendosi al centro dell’azienda stessa.
Forse, lo sguardo di Magellano ha qualcosa a che fare anche con noi e con la nostra attività.
Forse, se riuscissimo ad “allontanarci” dal centro, o chiedessimo a qualcuno di farlo al posto nostro, potremmo guardare alla nostra azienda con uno sguardo diverso, magari portatore di idee nuove.
Buon viaggio, a chi ne è capace.