La mortalità delle vitelle da rimonta può essere elevata ( maggiore del 7% ) e tale da ridurre la disponibilità in allevamento di manze per sostituire le bovine da riformare costringendo gli allevamenti ad acquisti esterni. Ogni piano vaccinale per le bovine in asciutta e qualsiasi intervento preventivo e curativo somministrato alle vitelle è poco o per nulla efficace se non si gestisce al meglio il colostro. Una vitella quando nasce ha un sistema immunitario immaturo e tutti gli anticorpi che possiede provengono dal colostro. Gli anticorpi colostrali proteggeranno la vitella anche per alcuni mesi fintanto che essa non si sarà creata un proprio corredo anticorpale. La permeabilità delle intestino agli anticorpi si riduce progressivamente dopo la nascita, per diventare nulla dopo 24 ore. Se la qualità del colostro è scarsa oppure se non viene ingerito dalla vitella a sufficienza essa sarà soggetta a batteri e virus , che se pur banali, la possono far ammalare anche gravemente. Seguire alcune regole semplici può ridurre molto sensibilmente la mortalità, ridurre l’incidenza delle malattie e ridurre i costi delle terapie e rendere efficaci le vaccinazioni fatte alla bovina nella fase d’asciutta.
- Il colostro che troviamo nella mammella della vacca da latte si accumula in essa durante le ultime settimane di gravidanza ( close‐up).
- Stress o un’alimentazione errata nel close‐up si ripercuotono negativamente sulla qualità del colostro e quindi nella concentrazione d’immunoglobuline.
- Per colostro s’intende il latte presente nella mammella e munto con la prima mungitura. Il latte della seconda mungitura ha meno della metà delle immunoglobuline ed una composizione completamente diversa.
- Per valutare la qualità del colostro, ossia la concentrazione d’immunoglobuline, si misura il suo peso specifico. Si è stabilito che un colostro che ha un peso specifico superiore a 1050 ha una concentrazione d’immunoglobuline maggiore di 50 grammi per litro ed è quindi di ottima qualità. L’obiettivo è di avere nelle prime 24 ore di vita del vitello una concentrazione, nel sangue, di immunoglobuline ( IgG) di 10 mg/dl.
- La qualità del colostro si misura con un colostrometro. In alternativa di possono misurare le proteine totali sieriche con un refractometro perchè esiste una correlazione ( 0.71 ) tra queste e le immunoglobuline. Un colostro con oltre 55 grammi per litro di queste proteine è considerato buono.
- E’ buona norma somministrare almeno Kg 2.5 di colostro di ottima qualità entro le 6 ore di vita per arrivare a Kg 4 entro le 12 ore.
- Buona norma è disporre di colostro congelato di cui è stato controllato il peso specifico.
- Se l’organizzazione del lavoro è tale che per i vitelli nati ad di fuori dell’orario di lavoro del personale è impossibile ricevere colostro scongelato,è bene optare per sale parto individuali dove il vitello lo può assumere direttamente dalla madre.
- Negli USA secondo l’indagine condotta dal NAHMS ( USDA) e pubblicata nel 2007 in 17 stati e sul 79.5% degli allevamenti e l’82.5% delle bovine, si evidenzia come il 55.9 % delle aziende separa i vitelli dalle madri alla nascita e il 21.3 % delle vitelle riceve il colostro direttamente della madre. I grandi allevamenti controllano di routine la qualità del colostro e nel 87.7 % dei casi usano un colostrometro. Relativamente al metodo attraverso cui somministrare il colostro il 52% delle vitelle lo riceve da una bottiglia, il 35.4% direttamente dalla madre e 12.4% tramite una sonda esofagea. Il 21% degli allevamenti ha una banca del colostro con una punta del 56.9% dei grandi allevamenti. La pastorizzazione è praticata solo nell’0.8% delle aziende.
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