Ofelè fa el to mesté

Non si può certo negare che la questione del reddito in agricoltura non si sia posta come argomento forte e stimolante nel dibattito del nostro settore. E ci mancherebbe altro! Tra le fila degli imprenditori agricoli, ognuno lo cerca, almeno a parole, come tra coloro che si offrono agli imprenditori agricoli, e ognuno lo offre, almeno a parole, insomma da ogni parte, non v’è chi non ne faccia una bandiera.

Com’è che il reddito, tutti lo cercano, tutti lo offrono, ma è così difficile da ottenere?

Tra chi lo cerca

Cominciamo con il dire che, tra coloro che lo cercano, ovvero gli imprenditori agricoli, pochi, anzi pochissimi, sono disponibili a mettere in discussione il proprio orientamento ed a modificare con coerenza il proprio modo di fare impresa avendo come obiettivo irrinunciabile esattamente il reddito. Ognuno crede, in buona fede ovviamente, di puntare al reddito. Il problema è che se non ci si è arrivati, o ci si è arrivati in modo non soddisfacente, significa che qualcosa della propria impostazione non è ben indirizzata. Come dire che, se il navigatore ti porta per più di una volta fuori strada, anziché cercare di raddrizzare la strada, è più semplice cambiare il navigatore. Con grande frequenza, esiste un divario importante tra obiettivo ed azioni che si fanno per centrare l’obiettivo. Spesso, per dipanare questa matassa ci si rivolge a chi è, in poco o in tanto, causa del mancato reddito. E’ come tornare dal chirurgo che ha sbagliato l’intervento per rimediare agli errori dallo stesso compiuti la prima volta. Credo che, dato che siamo tutti grandi e vaccinati (ops, questo forse no, di questi tempi) ciascuno possa fare a casa propria un elenco sufficientemente lungo di tali situazioni.

Tra chi lo offre

Tutto il mondo che ruota attorno all’attività agricola offre soluzioni che puntano, direttamente o indirettamente, a migliorare il reddito ed anche in questo non c’è nulla di strano (vorrei vedere il contrario). Sarebbe davvero suicida se ne proponesse per peggiorare o non migliorare il reddito. Come ogni cosa, occorre poter misurare l’effetto di ogni scelta. Se è vero che un buon raffrescamento migliora il benessere delle vacche, potrò misurare gli effetti controllando il frigo del latte, i parametri di fertilità, ecc. Se dunque le scelte che facciamo, sono indirizzate a migliorare il reddito, non abbiamo altra soluzione che misurarlo questo reddito.

Anche in questo ambito, tuttavia, c’è lo zampino del diavolo.

Come misurare il reddito? Con quale strumento? Chi mi fornisce tale strumento? Come confrontarsi?

Non si tratta di domande oziose. Forse sono esattamente il cuore del problema, se non vogliamo ricadere negli errori di prospettiva di cui sopra: puntare al reddito ma mancare le azioni che ti ci conducono.

Cosa pensereste di un panettiere che utilizza come modalità di misura del proprio reddito uno strumento che gli mette a disposizione il proprio fornitore di farina? Anzi, proprio quello stesso fornitore, che è così gentile, gli fa la cortesia di interpretare i motivi per i quali il panettiere produce poco reddito. Il tutto con un modico aumento del prezzo della farina. Il panettiere, entusiasta di tanta disponibilità, gli mette in mano il proprio conto economico affinché glielo interpreti e gli fornisca i migliori suggerimenti.

Credo che risulti evidente la necessità di tenere distinti i ruoli: non tutto può esser fatto da tutti. Alcune attività devono essere svolte in modo indipendente. Mi è stato insegnato che il mestiere del Controller – per definizione il conto economico riveste questo ruolo – non può essere svolto da chi, persona o ditta, ha un altro ruolo operativo in azienda.

Un antico proverbio milanese recita: “Ofelé fa el to mesté”, la cui traduzione significa “Pasticciere, fai il tuo mestiere!”