L’applicazione del PAW Tool nell’ambito del progetto INVERSION

Introduzione

Il PAW (Participatory Animal Welfare) Tool consente un monitoraggio sistemico del benessere animale che valorizza in primis l’esperienza e i saperi dell’allevatore, oltre che le conoscenze scientifiche. Nasce nell’ambito del Progetto INVERSION, che risponde alla esigenza di adozione di pratiche agroecologiche negli allevamenti e alla crescente attenzione per il benessere animale. La agroecologia tende a integrare i saperi esperienziali con quelli accademici poiché la cultura di un settore produttivo deriva anche dalle pratiche aziendali.

PAW è uno strumento applicabile in sistemi sia intensivi che bradi e semibradi, a ruminanti ed equidi, che utilizza indicatori quantitativi oggettivamente valutabili e indicatori qualitativi relativi, ad esempio, alle competenze dell’allevatore.

L’impatto del comportamento umano sul benessere degli animali è elevatissimo, ed è legato ad attitudine e personalità, alle conoscenze tecniche personali e alle motivazioni con le quali le persone compiono le azioni (Rassu et al., 2005).

La applicazione di PAW si basa su un processo partecipativo tramite il quale un gruppo di allevatori discute e vaglia insieme ai tecnici un set di indicatori, condividendo le proprie visioni ed esperienze sul benessere animale e individuando le soglie in base alle quali un aspetto viene giudicato più o meno sostenibile. Il pool iniziale di indicatori è stato elaborato dai veterinari in base a dati bibliografici e alla loro esperienza di campo, con la collaborazione di Maurizio Cattafesta, allevatore e proprietario della azienda capofila del progetto.

Tramite il processo partecipativo si sono ridefiniti 24 indicatori con le rispettive soglie. Riportiamo nell’articolo quelli che riteniamo più significativi, con riferimento alla specie bovina. L’intera lista è scaricabile dal sito www.progettoinversion.it.

Per ciascun indicatore si sono delineate tre configurazioni indicanti ottima, media, scarsa sostenibilità per il benessere animale, assegnando un punteggio positivo o negativo a ciascuna situazione.

Longevità

Le vacche adulte e anziane sono un elemento equilibrante dal punto di vista etologico nel branco, prevengono i problemi legati alle gerarchie tra gli animali, trasmettono saperi come quelli sul pascolamento e la difesa dai predatori, e hanno minore incidenza di problemi al parto e al puerperio.

La propensione alla longevità indica un lavoro aziendale sulla rusticità genetica, sull’adattamento all’ambiente, sulla relazione uomo/animale e il rispetto per la vacca anziana.

Secondo gli allevatori di INVERSION la presenza in azienda del più del 40% di animali sopra i 5 anni è indicativa di grande attenzione al benessere.

Corrispondenza fra età dell’animale e condizione corporea

Questo indicatore rileva in modo obiettivo la correttezza della gestione degli animali giovani; infatti, le condizioni di luce, movimento, igiene e alimentazione, nonché lo stress, influiscono sull’accrescimento degli animali (Bertocchi et al., 2018). Un buon accrescimento è evidente dalla corrispondenza tra età e sviluppo corporeo, si nota inoltre dall’omogeneità strutturale degli animali appartenenti alla stessa fascia di età.

Relazione madre-figlio

La relazione madre/figlio è, nella vita dei mammiferi, una fase in cui le esigenze di contatto corporeo, olfattivo e lo scambio emotivo sono di massima importanza per il benessere. Le esperienze relative all’accudimento comprendono scambi di informazioni fondamentali per lo sviluppo psico/emotivo dell’individuo e pongono le basi per la gestione della mandria nel suo insieme e per il rapporto uomo-animale (Splenger, 2015).

Gli allevatori di INVERSION hanno considerato virtuoso l’allevatore che lascia a libero contatto il vitello e la madre fino al naturale svezzamento (5-6 mesi), o che utilizza il sistema della vacca nutrice, e mediamente virtuoso chi lascia che il vitello raggiunga la madre almeno due volte al giorno per l’allattamento naturale per almeno 30 giorni, o chi gestisce l’allattamento con latte naturale lasciando il vitello a contatto visivo e olfattivo con la madre.

Alimentazione

Il rapporto tra foraggi e mangimi concentrati nella razione è essenziale per il benessere: un buon apporto di foraggi assicura la prevenzione di patologie digestive e metaboliche. La presenza eccessiva di alimenti insilati può condizionare la salute dell’animale, così come alimenti che presentano difetti di preparazione e conservazione.

Importanti sono il numero di somministrazioni quotidiane, la adeguatezza degli spazi, il razionamento specifico per fase produttiva e i cambi graduali di alimentazione (Giuliotti et al., 2017).

Il gruppo di allevatori INVERSION ha valutato ottimale la razione nella quale il foraggio costituisce più del 70% della sostanza secca e gli alimenti insilati meno del 25%. Inoltre, una valutazione positiva è legata ad un’ottima qualità degli alimenti, al libero accesso a pascoli, fieni, acqua; a fieni equilibrati dal punto di vista nutritivo; all’adeguatezza degli spazi in mangiatoia.

Al contrario, una valutazione scarsa del benessere animale è stata associata al caso in cui non vi sia nessun accesso a pascoli e fieni, a lunghi periodi della giornata in cui gli animali non hanno disponibilità di cibo, alla somministrazione del mangime in una sola volta al giorno e all’inadeguatezza degli spazi della mangiatoia.

Genetica di stalla

Si considerano positivi per il benessere animale una selezione aziendale basata su resistenza alle malattie, longevità, conformazione degli animali, su una scelta del toro o del seme basata sul contenimento dei problemi al parto, sulla rusticità e su una costituzione adatta al pascolamento in caso di gestione al pascolo.

Gestione del pascolo

Essa prevede la rotazione e il miglioramento dei pascoli tramite pratiche agronomiche virtuose, volte a garantire un buon mantenimento del cotico erboso e quindi favorirne un buon valore nutritivo, oltre che a preservare il suolo da erosione e compattamento. Il cattivo utilizzo dei pascoli si accompagna spesso ad aumento di patologie come quelle parassitarie e podali.

In tale tema sono comprese la attenzione alla scelta di razze e linee genetiche adatte al pascolo, all’adattamento al pascolo di animali precedentemente stabulati, alla presenza di zone di ombra e alla facilità di abbeverata.

Osservazione

La capacità dell’allevatore di osservare determina un tempestivo rilievo dei problemi sanitari e quindi una loro più efficace risoluzione, con minore sofferenza degli animali.

Essenziale è la corretta lettura dei segnali comunicativi in risposta a diversi stimoli ambientali, come vocalizzazioni e posture corporee, che si diversificano a seconda del rango dell’animale, come lo stress da paura dell’animale insicuro che si allontana dal branco e si isola. Ad esempio, la abbeverata e il comportamento alimentare sono momenti fortemente indicativi di tensioni di tipo gerarchico nella mandria e di patologie degli animali, e il riposo degli animali è un elemento fortemente indicativo di benessere e di buon andamento dei processi endocrinologici e fisiologici (Napolitano, F. et al .2009).

In generale, la presenza di animali espressivi e comunicativi è espressione di benessere, mentre l’evidenza di apatia è segno di malessere.

L’osservazione attenta e frequente determina un aumento delle competenze dell’allevatore e la messa in atto di pratiche che migliorano le condizioni degli animali, per esempio nelle stalle a posta fissa l’accostamento di animali che trovino l’uno nell’altro benessere reciproco, e nelle stalle a stabulazione libera lo studio degli spazi aziendali in modo che gli animali evitino situazioni di conflittualità rispetto ad abbeveratoi, cuccette, corridoi e sala di attesa pre-mungitura.

Il PAW valuta il tempo dedicato alla osservazione e le competenze anche in modo indiretto: infatti, il buon osservatore riporta ricche descrizioni e racconta aneddoti sui suoi animali.

Interazione persona-animale

E’ importante abituare gli animali, fin da piccoli e in modo graduale, al contatto visivo, tattile, olfattivo con la persona, per instaurare fiducia e abitudini nel periodo sensibile all’apprendimento e poter poi effettuare meglio operazioni che richiedono contatti molto ravvicinati, come la mungitura.

L’uomo deve avere comportamenti affidabili e rassicuranti, per esempio i movimenti rapidi inducono paura perché i bovini hanno una messa a fuoco più lenta di quella umana.

Diventare familiari per gli animali è fondamentale per non indurre in loro reazioni di paura che portano a stress e sofferenza. Molto utile è creare routine rassicuranti e piacevoli, come grattare il garrese (zona ricca di terminazioni nervose) durante la visita veterinaria, o diffondere musica.

In particolare, nell’allevamento brado e semibrado vi è necessità di manifestare comportamenti autorevoli e di saper gestire la mandria.

Vanno utilizzati rinforzi positivi per stimolare i comportamenti, come i premi, piuttosto che negativi, per esempio urla e bastonate per far spostare gli animali.

L’etologia collaborativa (De Benedictis et al., 2015) consiste nell’utilizzare competenze etologiche per favorire comportamenti di cooperazione tra animali e persone. Gli animali domestici sono portati a collaborare in quanto si sono co-evoluti a stretto contatto con l’umanità, si tratta solo di conoscerne i modi di comunicare e di reagire per creare schemi comportamentali condivisi.

La gestione “felice” degli animali dà benessere anche per gli operatori, poiché crea un tipo di lavoro con contenuti emotivi gradevoli.

Formazione dei gruppi

La formazione dei gruppi influisce molto sulle dinamiche sociali ed emotive degli animali, è quindi importante che l’allevatore ponga attenzione all’inserimento di animali giovani, come le manze, nei gruppi di vacche, alla gradualità degli inserimenti, alla presenza di vacche  autorevoli che possano fungere da elementi equilibratori e alle interazioni di animali con corna e decornati.

E’ bene che la programmazione del lavoro aziendale tenga presente i momenti di composizione di nuovi gruppi e l’inserimento di animali, e che gli spazi siano adeguati a tali situazioni, per esempio in modo che animali socialmente insicuri possano sottrarsi ai conflitti.

Conclusioni

L’ecologia si basa sullo studio delle relazioni tra organismi, abbiamo quindi sviluppato un metodo che tiene in alta considerazione la relazione persona/animale e le dinamiche di adattamento dell’animale con il suo ambiente e i suoi conspecifici.

Questi fattori sono di difficile valutazione analitica, abbiamo quindi elaborato un modello basato sull’approccio sistemico, quindi relazionale, che utilizzata osservazioni che hanno carattere qualitativo e soggettivo.

PAW può essere utilizzato da un veterinario o da un allevatore per una autovalutazione. Lo strumento è indicato per monitorare nel tempo l’evoluzione della azienda rispetto al benessere animale, si consiglia quindi di utilizzarlo una volta l’anno per almeno 3 anni, in modo che aiuti a dare una visione dell’evoluzione della azienda rispetto all’introduzione di pratiche che incidono sul benessere animale.

Le pratiche di allevamento variano da un ambiente all’altro, pertanto PAW va adattato alle diverse situazioni territoriali tramite un processo partecipativo.

Integrare il punto di vista degli allevatori è fondamentale sia per creare strumenti completi dal punto di vista delle realtà locali sia perché favorisce il riconoscimento della sua utilità da parte dei fruitori finali.

Foto: La famiglia Pisoni con le sue mucche presso malga Tovre (Ph. Valentina Salizzoni).

 

BOX AGROECOLOGIA

L’agroecologia è la scienza dell’ecologia applicata all’agricoltura e propone modelli produttivi sostenibili, minimizzando l’utilizzo di risorse con impatto ambientale, come farmaci e fertilizzanti, preservando le risorse naturali come acqua, suolo e aria, e promuovendo lo sviluppo di sistemi sociali equilibrati e sovranità alimentare.

L’agroecologia studia i processi naturali e le interazioni benefiche tra gli elementi per migliorare l’efficienza dei sistemi di produzione agricola e i suoi principi assumono forme tecnologiche diverse a seconda delle circostanze biofisiche e socioeconomiche che caratterizzano ciascun agricoltore o area geografica (Altieri, 2015); si basa su una visione d’insieme (l’approccio “sistemico”), in cui le diverse parti dell’azienda, suolo, vegetali e animali, sono in sinergia.

Le principali pratiche agroecologiche in zootecnia, fondate sia sul recupero di tradizioni locali sia su metodi innovativi e moderne tecnologie, consistono nell’incentivazione delle buone pratiche di gestione dei prati-pascoli e della biodiversità, legame dell’azienda col territorio, riduzione dell’utilizzo di mangimi concentrati a favore dei foraggi, minima cementificazione, impiego di linee genetiche con caratteri di rusticità e interventi veterinari di tipo sistemico miranti al mantenimento della salute animale.

 

BOX BENESSERE ANIMALE

Il concetto di benessere animale ha subito un’evoluzione nel tempo e acquisito un’importanza crescente a livello regolamentare dovuta ad una maggiore attenzione da parte dei consumatori nei confronti dei sistemi di allevamento.

A livello comunitario e nazionale si sono consolidate negli anni delle norme base per il benessere. Standard più elevati vengono introdotti con il regolamento in agricoltura biologica che ha aumentato gli spazi per capo e imposto un’alimentazione biologica. Nonostante questo abbia determinato un aumento del benessere degli animali, si pensa anche che i regolamenti siano troppo orientati al consumatore e al suo livello di fiducia nella certificazione più che al reale benessere (Karl-Erik Hammarberg, 2001). Alcune pratiche sono infatti dibattute anche nel settore biologico, come l’allontanamento dei vitelli dalle madri nei bovini e le mutilazioni di avicoli e suini.

Per la valutazione in azienda del benessere animale vengono adottate diverse check-list, le cui voci sono spesso espresse in termini quantitativi e misurabili, tralasciando alcuni aspetti comportamentali e relazionali, importanti sia per il benessere animale che per il livello di percezione dell’allevatore. Vi è inoltre la difficoltà di adattare check-list standardizzate a territori e ambienti differenti.

La check-list che si propone all’interno del progetto INVERSION vuole avere un approccio più agroecologico all’allevamento e prendere in considerazione l’etologia dell’animale e la relazione con l’uomo come elementi imprescindibili. Vuole inoltre valorizzare quelle pratiche già esistenti adottate da alcuni allevatori nei confronti del bestiame che, nonostante siano difficilmente misurabili, hanno un importante impatto sul sistema produttivo in questione.

 

BOX progetto INVERSION

Il progetto INVERSION (Innovazioni agroecologiche per la resilienza e la sostenibilità della zootecnia di montagna), sviluppa e diffonde un’innovazione di processo attraverso l’elaborazione di un modello di zootecnia montana basato sul concetto di multifunzionalità e sull’applicazione di soluzioni su base agroecologica.

È un progetto cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, Misura 16 “Cooperazione”, Operazione 16.1.1 “Gruppi Operativi nell’ambito del PEI” (Partenariato Europeo per l’Innovazione), Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.

Il Gruppo Operativo PEI-Agri “Agroecologia per il Trentino” è costituito da cinque aziende agro-zootecniche della Valle delle Giudicarie Esteriori -TN- (Cattafesta Maurizio, Maso Pisoni Agrilife 2.0, Cargos, Misonet), il Gruppo di Agroecologia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Istituto per la Bioeconomia del CNR di Firenze, la dott.ssa Francesca Pisseri in qualità di consulente, la Associazione Ecomuseo della Judicaria “dalle Dolomiti al Garda”.

L’introduzione delle innovazioni si basa su un processo di ricerca-azione partecipativa, che regola non solo la sperimentazione e l’introduzione in campo di pratiche agroecologiche, ma anche l’elaborazione condivisa di indicatori di sostenibilità, e le attività di formazione esperienziale e divulgazione.

Nell’ambito di INVERSION, il PAW Tool permette di osservare l’evoluzione nel tempo del benessere animale nelle aziende pilota tramite un rilievo annuale e con durata triennale. Il monitoraggio è effettuato dal dott. Sergio Zanazzi, medico veterinario, in qualità di osservatore esterno al Gruppo Operativo, al fine di garantire la massima oggettività nei rilievi. L’esperto segue gli allevamenti nell’arco dell’intero triennio e ciò facilita l’instaurarsi di una relazione di fiducia tra allevatori e veterinario, funzionale al miglioramento del benessere animale all’interno delle aziende.

 

Autori: Francesca Pisseri*, Sergio Zanazzi*, Martina Re°, Giorgia Robbiati§

* Medici veterinari

° Gruppo di Agroecologia, Istituto di Scienze della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa

§ Coordinatrice progetto Pei-Agri Inversion 

Bibliografia

Altieri M.A., Nicchols C., Ponti L.,(2015), Agroecologia, sovranità alimentare e resilienza dei processi produttivi, Fondazione Giacomo Feltrinelli

Bertocchi L., Fusi F., Angelucci A., Lorenzi V., (2018) Benessere animale: linee guida per la categorizzazione del rischio nell’allevamento bovino da carne, CReNBA 2018

De Benedictis C., Pisseri F., Venezia P., (2015), Con-vivere, l’allevamento del futuro, Arianna Editrice

Spengler Neff A., (2015) Mother-bonded and fostered calf rearing in dairy farming, Fibl technical guide.

Giuliotti L, Benvenuti M.N., Goracci J.,Orlandini G., Paganelli O., (2017) Valutazione “On farm” del benessere animale in allevamenti bovini e ovini da latte. Quaderni ARSIA

Hammarberg K.E., (2001) Animal Welfare in Relation to Standards in Organic Farming. Acta vet. Scand.

Napolitano F., Knierim U., Grass F. & De Rosa G., (2009) Positive indicators of cattle welfare and their applicability to on-farm protocols, Italian Journal of Animal Science

Rassu S.P.G,Vallortigara G.,Versace E., Pulina G.,(2005) Coscienza degli animali e interazione uomo animale, I GEORGOFILI, Quaderno “Il benessere animale e la qualità delle produzioni nei piccoli ruminanti”