Prendendo spunto da una riflessione pubblicata sul sito canadese “The Bullvine”, sugli strumenti a disposizione degli allevatori per ridurre i problemi al parto, si apre l’opportunità per una riflessione più ampia su questo aspetto dell’allevamento da latte che è possibile migliorare a livello genetico a patto che tutti gli attori della filiera collaborino fra loro. 

La raccolta dati in azienda 

Raccogliere i dati relativi alla facilità di parto è precisa responsabilità dell’allevatore, o di chi per lui gestisce la sala parto in azienda. Obiettivo di tutti è far sì che ogni vacca partorisca senza problemi in modo da avere un nuovo soggetto nato in salute ed una bovina pronta per affrontare una nuova lattazione nelle migliori condizioni. La valutazione della facilità/difficoltà di un parto si sa è cosa complessa e soggettiva, ma è necessario fare tutti uno sforzo per registrare per ogni parto più informazioni possibili in modo da arrivare a definire tre categorie:

  1. parto facile;
  2. parto che ha richiesto una assistenza minima;
  3. parto difficile (rientrano in questa categoria i parti podalici e tutti quelli che hanno richiesto più di mezz’ora di lavoro in una/due persone).

Se si hanno a disposizione strumenti agevoli per pesare il vitello potrebbe essere utile registrare anche questa informazione ma, in questo caso, è necessario che sia un dato oggettivo e preciso. L’obiettivo è registrare che cosa è successo in quel parto, senza aggiungere considerazioni personali. Non è compito dell’allevatore, o di chi per lui se ne occupa, capire che cosa è colpa del toro, della vacca o della gestione. Sarà l’elaborazione dei dati che porta alla stima dell’indice genetico per la facilità al parto del toro e della vacca a stabilire se, e quanto, sarà attribuibile all’uno o all’altra fonte. L’esperienza di anni di lavoro a fianco degli allevatori dice che in pochi conoscono l’effettiva incidenza di parti facili, assistiti e difficili nella propria azienda. Il livello successivo della filiera è far si che le informazioni raccolte in modo accurato dall’allevatore siano registrate in modo preciso e fedele da chi fa i controlli, e che arrivino poi in tempi rapidi a chi si occupa dell’elaborazione del dato. La collaborazione fra i diversi attori è fondamentale perché il dato raccolto in azienda sia la base di una valutazione genetica attendibile. 

L’indice genetico per la facilità al parto 

In Italia sono due gli indici che si pubblicano relativamente alla facilità di parto:

  1. quello del toro padre del vitello nato (facilità parto toro);
  2. quello della vacca che ha partorito e che permette di stimare l’indice di suo padre (facilità parto figlie).

La qualità di questo indice dipende direttamente dalla qualità del dato raccolto in azienda: se è scarsa la qualità in partenza lo sarà anche quella del dato elaborato a partire da essa. 

I due indici pubblicati hanno un uso diverso.

Il primo indice, relativo al toro fecondatore, serve per valutare se utilizzare un toro per la FA in azienda anche sulle manze. Il secondo indice è invece quello che serve il miglioramento genetico aziendale, quello cioè che getta le basi per allevare una mandria che abbia meno problemi legati al parto. Questo secondo indice è inserito per questa ragione nell’indice economico salute (IES) con una importanza del 3,5%: questo valore è legato all’impatto economico dell’evento parto sulla salute della bovina e del suo apparato riproduttivo che va ad incidere sui costi di produzione aziendale. 

Gli strumenti per migliorare la facilità di parto in allevamento 

Gli strumenti a disposizione dell’allevatore per ridurre l’incidenza di problemi al momento del parto in Italia sono tre: 

  1. valutare con attenzione il valore genetico del toro per la facilità di parto al momento della scelta del toro, soprattutto se si utilizza solo seme convenzionale; 
  2. utilizzare seme sessato: l’incidenza di parti difficili nel caso il nato sia femmina è molto inferiore rispetto a quella dei nati maschi essendo legata principalmente alle dimensioni medie; 
  3. inserire l’indice genetico per la facilità di parto delle figlie nelle caratteristiche da ritenere importanti per i propri indirizzi selettivi nella scelta dei tori. Nel PFT questo aspetto non viene considerato e andrà valutato a parte, mentre fa già parte dello IES. 

Considerazioni finali 

Diminuire l’incidenza dei problemi al momento del parto è un elemento importante della selezione che punta ad aumentare il profitto aziendale riducendo i costi di produzione. Meno problemi al parto significa anche più vitelli vivi e vacche nelle migliori condizioni per affrontare una nuova lattazione. Gli strumenti a disposizione degli allevatori per raggiungere questo obiettivo attraverso il miglioramento genetico o le innovazioni delle tecnologie riproduttive, sono gli indici per la facilità di parto del toro e delle sue figlie e il seme sessato. Soprattutto per quanto riguarda gli indici è di fondamentale importanza che il dato raccolto in allevamento sull’evento parto, con la collaborazione di allevatori, controllori e tecnici, sia il più accurato e preciso possibile. 

DOI 10.17432/RMT.2015-2301