Ognuno di noi ha a che fare con una quantità strabiliante di dati ed informazioni. Siamo così abituati a fare affidamento sui numeri che ci propongono che, non avendo termini di paragone né informazioni sulla qualità di quei numeri, non dubitiamo della loro veridicità. Diamo per assodato che la qualità dei numeri e delle informazioni che ci vengono proposte siano equiparabili.

In fondo, non sarebbe un problema così grave se quei numeri e se quelle informazioni non costituissero la base delle nostre convinzioni e delle nostre decisioni.  

Non volendo fare il politologo, mi inserisco subito nella nostra azienda zootecnica con un paio di esempi. 

  1. Ho voluto approfondire i dati dell’analisi riproduttiva di una stalla di vacche da latte che utilizza, come molte purtroppo, più di un software di gestione. Si tratta in questo caso di software tra i più diffusi e consolidati. Per farla breve, dato che i dati di HDR, PR e CR mi sembravano strani, ho ricostruito i numeri di base scoprendo che il dato di partenza di queste elaborazioni, vale a dire il numero di vacche attese in calore, era grossolanamente sbagliato. Altra scoperta: all’interno delle stesse finestre estrali, i dati cambiavano secondo il succedersi dei giorni di elaborazione, senza che vi fossero eliminazioni di animali. 

Mi fa un po’ sorridere il fatto che il nostro settore ponga così tanta enfasi su questi e su altri dati, senza valutarne la solidità. 

Niente di male, se non fosse che su quei dati le aziende definiscono i propri target, le proprie strategie riproduttive, i propri metodi di rilevazione dei calori, si dannano per migliorare i propri risultati, ecc. Insomma, vengono prese decisioni rilevanti sulla base di dati che possono essere poco consistenti. 

  1. Ho assistito alla presentazione di dati economici la cui solidità mi è sembrata francamente imbarazzante. Come se bastasse fare una media ed una somma ed oplà, il dato è servito! Conosco per esperienza la fatica di validare set di dati e database. Conosco la quantità di energia e di tempo che serve per correggere, rendere uniformi gli inserimenti e creare principi di omogeneità per rendere confrontabili le aziende. Conosco anche quanto sia più semplice prelevare da un’azienda tabelle di excel o database compilati in vario modo con il solo scopo di disporre di numeri su cui sviluppare medie ed analisi.

Nulla di male, per carità. Se non fosse che, su questi dati, la singola azienda prende decisioni pesanti. E se la base dati disponibile fotografa l’azienda in modo sbagliato, come potranno le decisioni essere corrette?  

Come può scaturire una buona terapia da una diagnosi sbagliata o carente?