Seguendo il tennis, sento con frequenza i commentatori parlare di inerzia del gioco. Per quanto linguisticamente poco corretto, intendono che, in quel dato momento, la partita pende verso una delle due parti in gioco. Cambiare l’inerzia significa, dunque, che chi sta soccombendo è chiamato ad un surplus di impegno per modificare l’andamento delle cose che gli è avverso.

La buona notizia sta nel fatto che è possibile cambiare l’inerzia per fare in modo che le varie questioni si incanalino, anche un pò per conto loro, nella direzione voluta. Il principio è applicabile non solo nello sport ma in vari ambiti della vita. Anche nella vita di un’impresa.

Così come per dimagrire è necessario guardarsi e confrontarsi con gli altri e da qui decidere di cambiare l’inerzia, allo stesso modo non c’è possibilità di cambiare l’inerzia di singoli aspetti della gestione aziendale, fino a giungere all’impostazione globale della stessa, senza fare la stessa operazione. Ci si guarda allo specchio o si sale sulla pesa (terribile quel numero inappellabile che appare!) e ci si pone a confronto con altri. Se l’esito di questo confronto ci trova soddisfatti, non abbiamo alcun motivo di cambiare l’inerzia.

Spesso, tuttavia, succede che abbiamo la consapevolezza che nella nostra azienda le cose non vanno come dovrebbero, ma preferiamo non intervenire, accontentandoci dei risultati che otteniamo, salvo addebitare responsabilità all’industria, al governo o al mondo che ce l’ha con noi.

Di fondo, prendiamo la decisione di non cambiare l’inerzia.

Decidere di non cambiare l’inerzia significa abdicare al proprio ruolo di imprenditore il quale, per definizione, ha l’energia per cambiare l’andamento della propria azienda, qualunque esso sia.

La consapevolezza dell’andamento della propria azienda e la relativa spinta a volerne modificare la direzione è il risultato di un confronto. Si guardano i propri risultati e li si confronta con quelli degli altri.

Essendo così focalizzati sulla propria attività e sui problemi grandi e piccoli che si porta appresso, si rileva purtroppo che tendiamo a comportarci da “imparati”.

Sapere che alcune aziende hanno costi di farmaci pari a 800 € per vacca presente ed altre arrivano a 250 € per vacca non è insignificante; così come non lo è sapere di avere un costo per le utenze di 90 € per vacca anziché 350 € per vacca. Segnalo che, come solito, si tratta di numeri reali; se ne potrebbero citare molti altri per i quali si registrano variazioni di pari rilevanza per ogni centro di costo.

Roger Federer, in una recente lectio magistralis (https://www.youtube.com/watch?v=g1-iAvfRqxs), ha dichiarato di aver vinto l’80% delle partite giocate pur avendo vinto “solo” il 54% dei punti giocati.

Dal mio punto di vista, significa che la vita dell’imprenditore va giocata punto su punto, cercando di metterne il più possibile a segno, con determinazione. Lasciare che i punti scivolino via senza averci lottato è inammissibile se si vuole essere all’altezza dei migliori.

Da un punto di vista imprenditoriale, lasciare che le possibilità di migliorare scivolino via senza averci provato, è un lusso che non possiamo permetterci.

Ed è anche la differenza tra i migliori ed il resto del mondo.

Buona partita!