L’anno nuovo si apre all’insegna di un mercato del latte che genera legittime aspettative sia in termini di richieste di latte, sia perché entro aprile sarà obbligatoria la dicitura del luogo di produzione del latte su tutti i prodotti che da esso derivano. Potrebbe costituire un importante tassello per il supporto del prezzo del latte prodotto in Italia. Credo tuttavia che nessuno possa farsi grandi illusioni. Arriveranno ancora, e presto, forti e repentine oscillazioni di prezzo: è questa ormai la logica globalizzata in cui siamo inseriti. Dunque, per ora, il mondo esterno alle aziende offre opportunità interessanti: i mezzi di produzione acquistati all’esterno, pur con qualche segnale di aumento, restano abbordabili ed il prezzo di cessione è sopra la soglia di rischio massimo.
Dunque?
In questa situazione, gli imprenditori scarsi si rilassano e tornano alle abitudini consuete. Chi lavora nel settore commerciale per la vendita alle aziende agricole di prodotti e servizi lo sa bene e si comporta di conseguenza. E’ passata la nottata e si riprendono le vecchie abitudini.
Gli imprenditori avveduti, pochi purtroppo, sapendo che la giornata sarà corta e la notte tornerà all’improvviso, sfruttano questo periodo propizio per fare il miglior lavoro possibile: hanno la possibilità di rivedere daccapo l’intera gestione aziendale, di fare spese, piccole, che consentano di migliorare le proprie performances (gabbiette per i vitelli, silos per le materie prime, manutenzione straordinaria in sala di mungitura, impianto di raffrescamento, podometri, ecc.) e soprattutto rivedono la propria organizzazione aziendale.
Proprio ieri discutevo con il titolare di un’azienda che ha sviluppato un percorso virtuoso negli ultimi tre anni. In questi anni il prezzo comprensivo di IVA e Qualità è sceso di circa 10 centesimi al litro. Il risultato economico dell’azienda, senza eventi straordinari che ne inficino i risultati sia in senso negativo sia in senso positivo, è invece andato in senso contrario. Il risultato economico 2016 è positivo, anche se di poco. Si tratta di un’azienda in gran parte in affitto e con circa 170 vacche in mungitura. La genetica è sempre la stessa, giacché solo d’ora in avanti si mungeranno primipare selezionate con criteri diversi. Gli investimenti sono stati minimi e legati ad alcuni aspetti citati; le stalle sono le medesime; le persone sono le medesime. I risultati economici non sono invece minimamente confrontabili. Senza un lavoro di efficienza, l’azienda avrebbe chiuso o sarebbe colma di debiti.
Cosa è cambiato?
Tutto, tranne le dotazioni di mezzi e strutture.
Sono cambiati alcuni collaboratori esterni, quasi tutti i fornitori, alcuni dei quali storici, tutte le procedure: mungitura, post parto, preparazione dei carri, razioni, podologia, registrazione dei dati, check mensili, budget e conto economico con controllo mensile, piani di semina, selezione, inserimento in un gruppo di acquisto, colostratura e gestione vitellaia, risanamento patogeni infettivi, ecc..
Dunque?
Buon Anno e Buon Lavoro a tutti!
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