L’attesa della nuova edizione del Nutrients Requirements of Dairy Cattle finirà a breve perché durante la ADSA Discover Conference del 30 Agosto – 2 Settembre 2021 verranno anticipati i contenuti di quello che è considerato essere il testo di riferimento per chi si occupa di nutrizione delle bovine da latte, sia a livello accademico che pratico. La precedente edizione, la settima, di quest’opera uscì nel 2001 ed è confidenzialmente chiamata NRC 2001, per il fatto che a curarla è stato il National Research Council (NRC) statunitense.

Questa che attendiamo è quindi l’ottava edizione che sarà realizzata sempre dalla stessa istituzione, che ha nel frattempo cambiato il suo nome in National Academies of Science, Engineering and Medicine (NASEM), e sarà sempre finanziata dalla Fondazione dell’American Dairy Science Association (ADSA). Soprattutto per i neofiti, c’è da chiare che i contenuti tecnico-scientifici del NASEM 2021 non sono quelli che un tempo erano definiti della “scuola americana”, in contrapposizione a quella “francese” dell’INRA, ma sono una sorta di metanalisi dei capitoli più importanti della nutrizione della bovina da latte, e come tali provengono da centri di ricerca ubicati in ogni angolo del mondo. In un articolo dal titolo “Aspettando il nuovo NRC“, pubblicato circa un anno fa, abbiamo anticipato qualche novità della nuova edizione e ribadito le aree grigie conoscitive dell’alimentazione delle bovine da latte dovute ad un insufficiente attività di ricerca, soprattutto extra USA, e al fatto che le bovine da latte a causa dell’evoluzione genetica sono molto cambiate. Consultando la tabella a pagina 266 dell’NRC 2001, relativa ai fabbisogni nutritivi delle bovine da latte di razza Holstein e Jersey al picco di lattazione (90 gg), e confrontandoli sia con le nuove esigenze di sostenibilità che ci si aspetta da questo tipo di allevamento che con le aspettative produttive, riproduttive e sanitarie di questi animali, si notano incongruenze derivanti dall’evoluzione di queste due razze e, più in generale, delle bovine da latte. Un’evoluzione che anno dopo anno modifica le priorità metaboliche e quindi i fabbisogni. In un articolo recentemente pubblicato su Ruminantia Mese, dal titolo “Quante sono in Italia le stalle e le bovine che fanno più di 40 kg di latte“, realizzato sui dati elaborati dalla Dott.ssa Alessia Tondo dell’Ufficio Studi dell’AIA, abbiamo evidenziato come in poco tempo sia evoluta la capacità produttiva della Frisona italiana.

Tre i dati significativi. La Frisona italiana delle stalle socie ANAFIBJ ha prodotto nel 2020 10386 kg di latte con una concentrazione (peso/volume) del 3.90% di grasso e del 3.45% di proteine. Dai dati dell’Ufficio Studi di AIA si nota che ricorrentemente negli ultimi 8 anni nel mese di Aprile, nella frisona italiana, si ha la massima produzione media pro capite. Ad Aprile del 2021 è stata raggiunta la produzione media pro capite record di 34.4 kg a 195 giorni medi lattazione, e la percentuale di bovine che producono più di 40 kg è stata del 28.3%. Lo stesso trend produttivo si verifica in tutti paesi occidentali dell’emisfero australe ma anche in quegli stati, dove sono presenti dati da consultare, come la Russia e la Cina. E’ pertanto evidente che i fabbisogni nutritivi delle bovine suggeriti a pagina 266 dell’NRC 2001 non sono più adeguati; inoltre, di alcuni nutrienti mancano i fabbisogni. E’ probabile che il comitato che sta compilando il NASEM 2021 continui ad omettere i fabbisogni di alcuni nutrienti se non ritiene adeguati i dati scientifici disponibili. Un esempio su tutti è quello degli NSC, acronimo dei carboidrati non strutturali, categoria che comprende gli amidi e gli zuccheri. Sappiamo nella pratica della polimorfa realtà italiana quanto sia differente la concentrazione di amido e zuccheri che si trovano nelle diete delle bovine da latte. Sappiamo anche quanto sia importante considerare la concentrazione della proteina solubile, che ovviamente non è un sinonimo di quella rumino degradabile. Manca inoltre nell’NRC 2001 tutto il blocco delle vitamine idrosolubili che alimenta il dubbio dei nutrizionisti sul fatto che sia necessario integrarle, anche se lo si fa abitualmente nella maggioranza delle razioni.

Sempre per i neofiti, NRC 2001 non è il un concorrente del CNCPS (Cornell Net Carbohydrate and Protein System). Il CNCPS è un modello matematico finalizzato alla nutrizione della bovina da latte che ha come mission quella di fornire a questo animale una quantità di nutrienti tale da soddisfare tutti i fabbisogni nutritivi, riducendo al minimo l’output di inquinanti come l’azoto, il fosforo e il potassio nell’ambiente. Molte delle equazioni utilizzate nel CNCPS sono di derivazione NRC 2001, o meglio dei centri di ricerca utilizzati.

Ci auguriamo che l’uscita del NASEM 2021 possa dare informazioni aggiuntive per l’adozione della Precision Feeding, un capitolo importante della Precision Livestock Farming, fondamentale per gli allevamenti del nostro immediato futuro.