In una congiuntura economica nella quale la volatilità è l’elemento dominante, vale la pena essere molto concentrati sui conti dell’azienda, per valutare l’andamento della propria attività, per apportare i correttivi necessari o per imboccare nuove strade che siano in grado di “spostare” l’azienda su binari più solidi. Per fare questo è necessario fare diverse simulazioni al fine di rappresentare i possibili scenari che potrebbero verificarsi ed in cui ci potremmo trovare a gestire l’attività zootecnica.

Abbiamo in questo caso fatto i conti per simulare la gestione economica de “La Stalla Ideale”, che in altra parte è esplicitata.

I dati che seguono fanno riferimento a quanto segue:

  • si considera il solo ramo d’azienda zootecnico, comprensivo di vacche in latte, asciutta e tutta la rimonta. Ciò significa che tutti i fabbisogni alimentari sono considerati come acquisiti dal mercato o dalla parte agricola della medesima azienda al prezzo reale di mercato. L’incidenza sul litro di latte consegnato degli alimenti totali consumati, IVA compresa, è pari a 26 €centesimi.
  • L’azienda consegna circa 700 hl di latte/anno, considerata una media produttiva di 31,0 litri capo/giorno sugli animali il cui latte è consegnato quotidianamente. Viene considerata una produttività massima per capo di 34 litri/giorno nel mese di aprile ed una produttività minima di 28 litri per capo nei mesi di agosto e settembre.
  • Si è considerata un’azienda con circa 180 vacche in latte, considerato che questo numero sia il limite di massima efficienza di un mungitore che operi da solo alla mungitura degli animali in stalla. Delle 180 vacche munte, 6 sono escluse dalla consegna per colostro o trattamenti. In stalla sono considerate altre due unità lavorative piene. La manodopera incide per circa 5 €centesimi per litro di latte consegnato.
  • Date le condizioni di allevamento decisamente più confortevoli, si è considerata una rimonta del 25% (una quota interessante della quale è volontaria!). Tale condizione porta alla disponibilità di almeno 30 capi/anno da mettere sul mercato da vita.
  • Sono stati considerati altri costi variabili, come qualsiasi altra buona azienda, quali utenze, manutenzioni, professionisti, assicurazioni, gasolio, servizi, terzisti, lettime, seme per F.A., ecc, che incidono complessivamente per quasi 7,5 €centesimi per litro di latte consegnato.
  • Si è considerato un prezzo base del latte di 34 €centesimi/litro a cui aggiungere 1,5 €centesimi di premi per la qualità latte e l’IVA in regime forfettario. Il prezzo totale del latte è pari a 39,1 €centesimi/litro. Nei ricavi si è altresì considerato un contributo Pac sui parti registrati di 10.000 €/anno ed un ammontare di quasi 80.000 € per vendita di vacche da macello, baliotti e di 30 primipare in latte.

Il risultato economico che tale azienda è in grado di produrre supera la cifra di 100.000 €/anno di MOL (Margine Operativo Lordo) che corrisponde ad oltre l’11,5% delle vendite registrate (un qualsiasi Amministratore Delegato che portasse questi risultati al proprio azionista riceverebbe certamente un encomio!). Questa cifra assoluta è la grandezza fondamentale che serve per il pagamento dei debiti e per la copertura degli ammortamenti; è anche la cifra che definisce il livello sostenibile di investimenti cui l’azienda riesce a far fronte. Sono pochissime le aziende zootecniche il cui risultato di gestione ordinaria raggiunga simili livelli. A maggior ragione per dimensioni aziendali come quella ipotizzata.

Ricordo che l’ipotesi di prezzo del latte base è di 34 €centesimi/litro. E’ molto probabile che la produzione di latte “etico” possa garantire un extra prezzo tale da dare adeguate soddisfazioni e tale da coprire eventuali finanziamenti che si dovessero rendere necessari per adeguamenti strutturali.

Rendo evidente che 2 €centesimi/litro di extra prezzo, corrispondenti ad un introito annuo di oltre 43.000€, garantiscono la copertura di un investimento decennale di circa 400.000€ di adeguamenti.

Meditate gente, meditate!