Analizzando con attenzione le ultime novità legate alle valutazioni genetiche, per la razza Frisona e non solo, emerge, all’interno di un generale quadro che va progressivamente spostando l’enfasi del miglioramento genetico dai caratteri produttivi a quelli funzionali, una attenzione particolare alla salute degli animali. Questa attenzione nasce prima di tutto dalla congiuntura economica che spinge a dare maggiore importanza a tutto ciò che incide sui costi di produzione e viene rafforzata dalle riflessioni in corso sul benessere animale e sull’antibiotico resistenza. Una delle nuove priorità del miglioramento genetico è quella di puntare su linee che siano più robuste e sane.

I Paesi Nordici già da prima del 2000 hanno messo a disposizione degli allevatori strumenti, cioè indici genetici, per migliorare la resistenza alla mastite, dal 2008 per le principali patologie riproduttive e metaboliche e dal 2011 specificatamente per le patologie podali.

Nei Paesi Bassi dal 2014 viene pubblicato per tutti i tori testati dal centro CRV un indice per la resistenza alla chetosi basato sui dati ricavati dai controlli funzionali che, in aggiunta a grasso, proteina, lattosio e urea, dal campione di latte rilevano anche il livello di acetone e di Betaidrossibutirrato (BHBA). Questi ultimi due elementi combinati con il dato del rapporto grasso/proteina forniscono un indicatore indiretto del rischio chetosi di ogni singola bovina che viene utilizzato per il calcolo dell’indice genetico. L’ereditabilità del carattere misurato in questo modo è intorno al 20%.

Basandosi sui dati della valutazione genetica di aprile 2015, CRV stimava che per un toro medio, con indice pari a 100, si registrava il 24% delle figlie affette da chetosi mentre le figlie dei tori due deviazioni standard sopra la media, cioè con indice pari a 108, i casi di chetosi registrati erano solo dell’11%. Le differenze misurate tra i tori a livello genetico andavano da 88 a 109, con una % di casi di chetosi nelle vacche di terzo parto e oltre che andavano dal 43% per i primi al 9% per i secondi.

Entro fine anno anche in Canada verrà introdotto un nuovo indice per le patologie metaboliche che dovrebbe combinare l’indice per la resistenza alla chetosi e quello per la resistenza alla dislocazione abomasale.

Tutti i tori canadesi sono da qualche anno testati per l’efficienza del sistema immunitario, caratteristica che sono in grado di trasmettere alla progenie.

Sempre in Nord America, Zoetis fornisce a tutti gli allevatori la possibilità di testare con un chip appositamente sviluppato la propria mandria per stimare il valore genetico dei soggetti per la resistenza a sei diverse patologie: mastiti, zoppie, metriti, chetosi, ritenzioni di placenta e dislocazioni abomasali. Alcuni centri di FA statunitensi utilizzano questo test per valutare le caratteristiche genetiche dei loro tori per queste patologie, altri hanno messo a punto dei loro indicatori per individuare i riproduttori che trasmettono alle loro figlie caratteristiche di maggiore salute durante il periodo di transizione.

In Italia il laboratorio dell’ARAL  fornisce a pagamento un servizio di monitoraggio del rischio chetosi in allevamento analizzando i livelli del BHBA su tutte le vacche a inizio lattazione durante il normale controllo funzionale che è ancora poco utilizzato. Sarebbe importante, inoltre, con la collaborazione del veterinario e del personale di stalla, registrare diagnosi e trattamenti per le principali patologie.

In attesa che anche in Italia si possano, con la collaborazione di tutti, mettere a punto strumenti di selezione ad hoc per le patologie metaboliche è possibile migliorare la salute della propria mandria dando maggiore enfasi a:

– cellule somatiche, indicatori della resistenza alla mastite e quindi della salute della mammella;

– locomozione, indicatore indiretto della resistenza alle patologie podali;

– fertilità, indicatore indiretto di una maggiore resistenza alle patologie della sfera riproduttiva;

– longevità, indicatore indiretto della salute generale della bovina.

Tutti questi indici, fatta eccezione per l’indice locomozione, hanno media 100 e deviazione standard pari a 4. Valori superiori a 100 indicano un livello superiore di salute: meno cellule, migliore tasso di concepimento, maggiore longevità.

Per l’indice locomozione, che ha media 0 e deviazione standard 1, come per tutti i caratteri morfologici, i tori che trasmettono livelli di locomozione superiore hanno valori superiori a 0.

I dati pubblicati dall’ANAFI (Tabella 1) ci dicono che le figlie dei tori medi per longevità (indice = 100) restano in azienda per 2,6 lattazioni mentre, le figlie dei tori che hanno indice pari o superiore a 110 rimangono in azienda circa una lattazione in più.

Dare priorità ai caratteri funzionali significa nel medio lungo periodo costruire una mandria più efficiente per quanto riguarda i costi di produzione, soprattutto per quanto riguarda la voce trattamenti e medicinali.

Tabella 1 – Le differenze fra le figlie dei tori in termini di lattazioni per livelli differenti di indice longevità funzionale (Fonte: Schede Indici ANAFI).

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