Abbiamo più volte sottolineato quanto poco significativo sia parlare di risultati tecnici (medie di produzione, fertilità, punteggi, genetica, produzioni per ettaro, ecc.), senza un abbinamento al conto economico dell’azienda.  Saremmo come quei ciclisti della domenica che, per fare bella figura al bar, prendono “bombe” come se fossero dei super atleti: in sostanza una sorta di presa in giro per sé e per gli altri. 

Un’azienda che non guadagna ha un lavoro interessante (è veramente interessante) da fare: individuare i motivi e porvi rimedio. Come dire che se uno sta male, è prima necessario fare una buona diagnosi e, in base a questa, ricorrere ad una terapia adeguata. La terapia senza la diagnosi ha il significato di affidarsi alla sorte.  

Un’azienda che guadagna genera flussi di cassa positivi che consentono una gestione della liquidità in positivo: quando si verifica è una pacchia. 

Esistono invece numerose aziende che hanno una gestione operativa in grado di generare margini  ma, tuttavia, questi margini non sono sufficienti per far fronte agli impegni finanziari o di altra natura (es. affitti) che l’azienda si è assunta. Il perdurare di questa situazione rischia di incrementare i problemi di liquidità. Pur guadagnando, si rischia di trovarsi nelle medesime condizioni di quelle aziende che non guadagnano: la liquidità diventa il vero problema.  

Sono davvero molte le aziende che, per i più svariati motivi, si trovano in serie difficoltà di liquidità. Secondo le attitudini di ciascuno, i modi utilizzati per affrontare questo problema sono i più svariati: attivare un anticipo fatture, spostare al limite del consentito il pagamento dei fornitori, accendere una cambiale agraria, un mutuo chirografario, un mutuo ipotecario, ridurre il personale o vendere parte dei propri asset (rimonta, vacche, scorte morte, attrezzature e macchinari, fino ad arrivare alla vendita di appezzamenti di terra). Ognuna di queste scelte comporta una serie di conseguenze che vengono spesso non considerate o sottovalutate. Ho visto così poca lungimiranza nel gestire i problemi di liquidità che mi viene da pensare che più spesso si sbaglia strada poiché non vengono sviluppate delle simulazioni sui risultati di fattibilità e di efficacia del piano in adozione. Spesso la soluzione viene suggerita da chi non ha la possibilità di avere una visione d’insieme dell’azienda, dei suoi flussi, del suo divenire. In linea di massima, salvo eccezioni, parlo di funzionari di banca, di commercialisti e di altre figure che “vedono” il solo problema finanziario e affrontano il problema con soluzioni sulla carta.  

Purtroppo non esiste la soluzione idonea ad ogni realtà. Ancora una volta è necessario fare lo sforzo di un sarto che prende le misure e confeziona l’abito su misura. 

Quando si presenta (e quanto spesso si presenta!), il problema va affrontato dall’inizio: anzitutto non si può prescindere da una buona analisi economica per valutare se l’azienda tragga il massimo di marginalità dalla gestione; successivamente è necessario individuare la migliore strategia sia di breve sia di medio-lungo periodo al fine di imboccare la migliore strada che possa consentire all’azienda di progredire e risolvere i propri problemi.  

 Troppe aziende passano di mano per scelte avventate e sciagurate.