Si sa che i foraggi insilati hanno indubbi vantaggi nell’alimentazione dei ruminanti. Sono in genere più digeribili e appetibili dei corrispondenti foraggi essiccati e, per quanto riguarda l’insilato di mais, sono l’unica forma di conservazione utilizzabile. Quando però sono alterati possono avere un pericoloso impatto negativo sulla produzione, la fertilità e la salute degli animali.
E’ pratica diffusa analizzare questi alimenti non solo per verificare le concentrazione dei nutrienti ma anche per valutarne stato di conservazione e salubrità. Per quest’ultima ragione se ne controlla il pH, la temperatura, il profilo fermentativo, i nitrati e la concentrazione d’azoto ammoniacale. Può succedere anche che una volta aperta una nuova trincea, un fasciato o un silos bag si possano notare visibili aree ammuffite e di colori differenti, a prescindere o meno dal fatto che l’insilato possa essere caldo. In questi casi la procedura più corretta è analizzare e quantificare le micotossine eventualmente presenti perché non tutte le micotossine sono tossiche e ognuna ha una sua precisa dose di tossicità.
In ogni caso, prima di avere il referto dal laboratorio passano giorni e gli animali mangiano tutti i giorni. Nei piccoli allevamenti, condotti da allevatori virtuosi, queste aree con muffe visibili vengono manualmente scartate. Nei grandi allevamenti questo è ovviamente impossibile da fare ed allora può essere utile saper valutare “ad occhio” le aree ammuffite per poi decidere come procedere.
Il calore e la presenza di ossigeno residuo favoriscono lo sviluppo di muffe in grado di produrre oltre 300 tipi diversi di micotossine ma solo alcune di queste sono tossiche. Ad occhio nudo le muffe, che altro non sono che funghi pluricellulari, sono riconoscibili dal colore. Quelle del genere Fusarium sono generalmente di colore rosso e sono in grado di produrre circa 20 micotossine come il deossivalenolo (DON), lo zearalenone (ZEN), la fumonisina(FB) e la tossina T-2 che sono a vario titolo tossiche per la bovina da latte. Il genere Aspergillus ha un colore giallo verdastro e produce le aflatossine, molto tossiche sia per le bovine che per l’uomo che ne consuma il latte. Il genere Penicillum dà alterazioni dal colore verde bluastro e produce micotossine come l’ ocratossina A, la tossina PR, la patulina e la citrina. Le muffe del genere Mucor producono le caratteristiche chiazze bianco grigiastre, non producono micotossine ma solo gravi alterazioni all’insilato rendendolo poco appetibile.
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