Tocca ora affrontare qualche argomento indigesto per chi è intento ad occuparsi di irrigazioni o è alle prese con la difficoltà ad ingravidare le vacche. Per quanto qualche palpebra potrebbe cadere per giustificato motivo, nondimeno è necessario entrare nei dettagli del conto economico.

Il conto economico deve essere strutturato in modo da “parlare”. In altre parole, non deve costituire, per quanto utile, la semplice fotografia di una data situazione puntuale (il 31 dicembre) o di un lasso di tempo (gennaio-dicembre). Il conto economico deve essere strutturato in modo da fornire una chiave di lettura dell’attività svolta, dalla quale si devono dedurre scelte operative per il futuro. Ad esempio, sapere che il costo medio annuale di approvvigionamento di farina di soia è stato di 46 €/q.le è una chiave di lettura per valutare se abbia senso fermare il prezzo per un dato periodo a 40 €/q.le.

Nella lettura del conto economico è fondamentale la definizione del margine operativo. Si tratta del valore risultante dalla differenza tra il valore della produzione,  a cui si aggiunge o si sottrae la differenza di scorte, ed i costi tipici della gestione (alimenti, farmaci, manodopera, servizi, ecc).

Tra i costi tipici non sono annoverate alcune variabili che, sottratte al margine operativo, danno l’utile o la perdita.

Il fatto che un’azienda abbia un margine operativo consistente è indice del fatto che l’utilizzo dei diversi fattori di produzione è in grado di generare un valore aggiunto. E’ drammatico quando le aziende – e ve ne sono – non sono in grado di generare un interessante margine operativo. Questo significa che la trasformazione di alimenti, manodopera, servizi, ecc. in latte ha un’efficienza così bassa da essere, di per sé, economicamente inutile.

Il margine operativo positivo assolve una serie di funzioni:

  1. Paga il capitale fondiario proprio o di altri (affitti)
  2. Serve a ripagare il servizio del debito. In altre parole serve a pagare le rate di mutui, leasing o altre forme di finanziamento.
  3. Garantisce gli ammortamenti per la vita utile di un bene acquistato.

E’ evidente a tutti la necessità che esista uno stretto collegamento tra margine operativo e debito contratto o da stipulare. Nel momento in cui il margine operativo non fosse più in grado di sopperire al pagamento delle rate di mutui/leasing, le aziende corrono il serio rischio, se trascurate, di finire in un vortice che chiama nuovi finanziamenti al solo scopo di pagare i vecchi mutui. Giunti ad un certo punto, questo  gioco diventa irreversibile per l’azienda.

In questi anni di cattivo abbinamento tra costi di produzione e prezzi di vendita del latte, chi aveva in corso pesanti rate di mutui da pagare ha sofferto l’inverosimile per mantenere a galla la barca

I finanziamenti sono peraltro una leva imprescindibile per lo sviluppo aziendale. Purtroppo troppe aziende, credendo di essere in altri bei tempi, utilizzano le disponibilità liquide per affrontare importanti investimenti. E’ invece buona cosa abituarsi a considerare che gli investimenti devono essere finanziati con precedenti accantonamenti, ovvero attraverso mutui di durata analoga alla durata ragionevole del bene medesimo. Utilizzare i soldi dell’assegno mensile del latte per finanziare l’acquisto di un bel trattore, rischia di mettere in difficoltà la gestione ordinaria dell’azienda (fornitori, personale, materiale di consumo, ecc.). Allo stesso modo è fondamentale valutare l’entità delle rate di mutuo che l’attività aziendale è in grado di coprire. E’ un altro modo per dire quanto sia utile sapere quale margine operativo l’azienda sia in grado di sviluppare, perchè è da questo dato che si può valutare l’entità e le condizioni degli investimenti e dei mutui da contrarre (o da rinegoziare).