Un’impresa agricola per definirsi tale deve essere a conoscenza di quelli che sono i costi che sostiene e di quelle che sono le entrate. Deve avere quindi sempre un bilancio aziendale aggiornato allo scopo di:
1. Controllare l’attività svolta;
2. Programmare le attività future.
Voce importante del bilancio di un allevamento di vacche da latte è quella della razione. Nell’accezione comune una razione può incidere dal 40 al 65% dei costi totali dell’allevamento. Applicando questo semplice calcolo è possibile determinare questa incidenza: [Costo razione/(prezzo latte * produzione)]*100.

Nel determinare il costo razione bisogna decidere se inserire le autoproduzioni, foraggi e cereali, al costo di produzione o al valore di mercato. Inserirle al valore di mercato risulta estremamente semplice, ma, falsa quello che è il bilancio dell’azienda. Per questo si consiglia di inserirle al costo di produzione. La determinazione del costo di produzione delle materie prime comporta la registrazione di tutte le operazioni di campagna e i costi sostenuti per ognuna di esse comprensivi di quelli che sono i costi di ammortamento di macchine ed attrezzi.

Il prezzo latte è quello medio che l’azienda riesce a spuntare durante l’anno dal caseificio.

La produzione da prendere in considerazione è quella del gruppo di cui si è determinati il costo razione, quindi può essere di un gruppo unico, del primo gruppo, ecc.

Definire quale sia l’incidenza percentuale corretta del costo razione non è semplice, in bibliografia non sono presenti riferimenti precisi, vero è che deve essere il più bassa possibile e per fare ciò bisogna scandagliare il bilancio aziendale e cercare le diseconomie che portano ad un suo innalzamento:

  • Costi elevati di produzione delle materie prime dovuti a scarse rese o a tecniche agronomiche errate;
  • Razione con bassa efficienza e costo elevato;
  • Razioni per gruppo unico;
  • Etc.