L’ISTAT con il rapporto preliminare sul PIL (Prodotto Interno Lordo) ha evidenziato per il primo trimestre 2012, un incremento del valore per l’agricoltura del +4,9%.
A fronte di questo dato gli altri settori produttivi vedono un forte calo: costruzioni (-3,2%), nell’industria in senso stretto (-1,6%), nel settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (-1,0%), nel settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (-0,5%) e in quello degli altri servizi (-0,1%).
Cerchiamo di esaminare assieme i numeri del settore zootecnico bovino che congiuntamente agli altri settori dell’agricoltura portano il nostro comparto ad avere valori in controtendenza con quello che è l’andamento generale dei vari settori produttivi nazionali. Lo facciamo attraverso i dati ufficiali dell’ultimo Censimento Generale dell’Agricoltura da poco pubblicati e consultabili sul portale http://censimentoagricoltura.istat.it/.
In Italia il censimento ha contato 124.210 aziende distribuite sull’intero territorio, isole comprese, che allevano in tutto 5.592.700 bovini, senza scendere nel dettaglio della specie e dell’indirizzo produttivo carne o latte. Queste aziende sono concentrate in prevalenza nel Nord Italia, giusto il 50%, con il 70% dei capi allevati.
La tabella in basso riportata, fa un’analisi delle aziende presenti sul territorio distribuite per fasce di consistenza. È possibile notare che il 79% degli allevamenti hanno meno di 50 capi, il 17% hanno consistenze tra i 100 e 200 capi e solo il 4% ha più di 200 capi. Dalla stessa fonte emerge che il 97,2% delle aziende sono a conduzione diretta, il 2,4% a conduzione con salariati, lo 0,4% con altra forma di conduzione.
L’ISTAT, attraverso il link di collegamento sopra citato del censimento generale dell’agricoltura, sta mettendo a disposizione una serie di dati anche su singole colture praticate e SAU a disposizione di ogni singola azienda.
Da un’analisi completa emerge che l’Italia presenta un comparto agricolo ancora in prevalenza fatto da piccole e medie imprese, che però, sono in grado di portare effettivi benefici all’intera economia Italiana, incidendo in maniera estremamente positiva sugli indicatori economici, tra cui il PIL.
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