La Jersey è una razza originaria dell’Asia: in seguito migrò per tutta l’Europa del sud fino alla Francia e raggiunse l’isola di Jersey tramite l’istmo che la collegava alla terraferma francese.

La sua origine è quella del ceppo Bos brachyceros, che nel nord della Francia si incrociò con il Bos primigenius. In seguito, le Jersey vennero esportate in Canada, Nuova Zelanda e Sud Africa. Specialmente in questi ultimi due paesi la razza Jersey si è affermata per la sua grande attitudine ad utilizzare i pascoli di queste zone temperate e molto piovose.

Attualmente è la seconda razza da latte più allevata del mondo dopo la Frisona; il colore del mantello è fromentino tendenzialmente uniforme con qualche macchia bianca.

La cute è pigmentata di nero attorno agli occhi e al musello, e il fiocco della coda è anch’esso scuro. La caratteristica delle Jersey è l’ossatura molto fine paragonabile a quella delle Angus. Le vacche Jersey pesano tra i 380 e i 550 kg con un peso medio di circa 450 kg in età matura. Dal punto di vista sanitario, gli animali sono, a parità di conduzione, molto più longevi delle Frisone in virtù della minor suscettibilità alla mastite, alle zoppie e alla maggior fertilità. L’età alla pubertà è inferiore a quella delle Frisone, i primi cicli estrali avvengono intorno al nono mese. Un’altra caratteristica della razza è una maggior facilità al parto dovuta all’ampiezza della pelvi ed a un peso molto basso dei vitelli alla nascita. Di conseguenza, anche le ritenzioni di placenta e le endometriti puerperali si riscontrano in un numero inferiore di animali.

Dal punto di vista del temperamento, pur essendo molto miti con gli umani, si distinguono per il loro atteggiamento dominante nei confronti degli altri bovini, come si riscontra in gruppi misti di vacche anche quando esse sono in minoranza.

Molto spesso, le Jersey sono state considerate come delle piccole Frisone… ma così non è!

La produzione liquida di latte nelle Jersey è leggermente superiore a quella delle Frisone in rapporto al peso corporeo; in un’azienda ben condotta una mandria Jersey di 450 kg di peso medio può produrre circa 30 l di latte, ovvero il 6,8 %, mentre una Frisona può produrne 40 l che, rispetto al peso corporeo, è il 6,1%.

Inoltre, la Jersey produce più solidi del latte per kg di peso corporeo. In effetti, una Jersey produce 30 l di latte con il 14,5% di solidi totali, ovvero 4,35 kg di solidi totali, cioè lo 0,97% del peso corporeo, mentre una Frisona che produce 40 l di latte con il 12,5% di solidi totali produce solo lo 0,78% di solidi per kg di peso vivo. Inoltre, la differenza di solidi è più marcata per quanto riguarda la frazione lipidica, e quindi la secrezione di energia per unità di peso è ancora superiore.

Di contro, essendo più elevato il peso metabolico delle Jersey, il metabolismo di mantenimento in relazione al peso corporeo è più elevato.

Va detto che l’ingestione nella razza Jersey è superiore, sempre in % del peso corporeo: circa il 4,5% contro il 4% delle Frisone a parità di razione.

Questo fenomeno è legato al maggior output energetico che conduce a maggior ingestione; inoltre, l’efficienza masticatoria superiore e la capacità ruminativa maggiore, permettono una maggior velocità di passaggio senza diminuire la digeribilità della fibra.

La maggior quantità di grasso nel latte è altamente correlata con il quantitativo di acidi grassi de novo, ovvero quelli derivanti dagli acidi grassi lisogenici (acetico e butirrico) prodotti nel rumine; quindi, non è necessario appesantire ulteriormente la fibra nelle razioni delle Jersey in quanto la maggior quantità di grasso proviene da una migliore efficienza della digeribilità della fibra stessa.

Queste caratteristiche ne fanno una razza interessante, e lo dimostra il fatto che in molte aziende commerciali negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda l’incrocio tra Jersey e Frisona, denominato Kiwi, ha preso sempre più piede, in quanto unisce una qualità del latte e una produzione intermedia tra le due razze, pur mantenendo le caratteristiche di rusticità e longevità tipiche delle Jersey.

Per quanto concerne le problematiche zootecniche, a fronte di tutte le qualità sopraddette la razza Jersey ha un’incidenza di ipocalcemia puerperale che è circa il triplo di quella delle frisone (15% vs 5%): questo è dovuto alla finezza della struttura ossea (minor mobilizzazione di Ca) e ad un minor numero di recettori di vitamina D nell’intestino che sono inoltre inibiti da pH ematici alti; per questo il pH del sangue delle Jersey in transizione deve essere più basso (5,8-6,2) rispetto a quello delle Holstein (6,2-6,7). Soprattutto dal quarto parto in poi l’incidenza dell’ipocalcemia è molto elevata.

Un’altra criticità della Jersey è la maggior mortalità dei vitelli: in effetti, a parte la suscettibilità alle patologie neonatali, il vitello Jersey nasce con peso più basso (25-30 kg) ed un quantitativo di grasso corporeo di gran lunga inferiore rispetto ad un vitello frisone. Questo fa sì che, in situazioni climatiche molto rigide, se il vitello non beve latte a sufficienza, consuma brevemente il poco tessuto adiposo e, pur senza patologie, tende a manifestare un’acidosi muscolare che gli rende difficile la stazione quadrupede e ne consegue la morte per ipofagia.

Perché la vacca Jersey in Italia non si è diffusa come ci si potrebbe aspettare?

Nonostante alcuni lodevoli tentativi (Granlatte anni ’90 e primi 2000), alla miglior qualità del latte delle Jersey non è mai stata riconosciuta un’adeguata ricompensa. Oggi però il sistema di pagamento del latte delle principali cooperative a Grana Padano, riferito al valore del grana e del burro per quantificare il valore di grasso e caseina del latte stesso, potrebbe cambiare questa situazione.

Infatti, una Jersey che produce 30 litri di latte al 5,3 % di grasso e 3,33% di caseina, in una cooperativa che valorizza la qualità con la seguente tabella, incassa circa 0,701 €/l a fronte dello 0,57 €/l della Frisona, con titoli pari alla media della cooperativa (4,10% di grasso e 2,80% di caseina). Quindi, il maggior incasso di una Jersey fino ai primi 30 litri sono 3,9 € e il minor costo alimentare circa 1,2 € (0,35 x 3,5 kg di sostanza secca in meno). A 0,57 €/l latte la Frisona deve quindi incassare circa 5,1 € in più (equivalenti a 9 litri circa di latte) per pareggiare il conto con la Jersey. Detto ciò, la possibilità di allevare Jersey nella realtà italiana potrebbe tornare ad essere di attualità, naturalmente se il sistema di pagamento del latte dovesse privilegiare maggiormente i solidi rispetto al volume.