Abbiamo lasciato la nostra manzetta alle prese con il primo ciclo estrale, attorno agli otto mesi di età.

In questa fase aumenta la produzione di estrogeni che, nel fenomeno dell’accrescimento differenziale, favoriscono l’adipogenesi intramuscolare e l’infiltrazione lipidica dei tessuti dell’apparato riproduttivo (utero, ovaio). Per questo motivo, dal punto di vista nutrizionale, è utile diminuire la densità energetica verso il compimento del nono mese di vita. Contestualmente calano, ma in misura minore, i fabbisogni proteici se valutati in percentuale della sostanza secca.

Considerando un’azienda agricola media italiana, è difficile effettuare una razione dedicata ad un gruppo di animali dai 10 ai 14 mesi di vita, ma una procedura interessante per animali di questa età è quella di somministrare l’80% circa della razione delle manze da 15 mesi in avanti, aggiungendo un concentrato proteico.

In questo periodo l’obiettivo di crescita è di circa 800 g/die e, ipotizzando di avere raggiunto i 270 kg al compimento dell’ottavo mese, il nostro animale dovrebbe arrivare a 400 kg a 14 mesi. Questo peso rappresenta il 60% del peso corporeo di una Frisona adulta, anche considerando un peso di 680 kg a metà della terza lattazione.

Per quanto riguarda la cosiddetta crescita volumetrica, si può ricordare che ogni due centimetri di crescita in altezza, lunghezza e circonferenza corporea all’altezza del cuore equivalgono a circa 20 litri di volume corporeo e a 5 lt di volume ruminale, cioè ad una capacità di ingestione di circa 1,2 kg SS in più.

Come si evince dal grafico qui sopra riportato, la curva di crescita si mantiene rettilinea fino ai 500 kg, che vengono idealmente raggiunti attorno al diciannovesimo mese di età, per poi flettere lievemente negli ultimi 5 mesi della prima gravidanza, fenomeno questo dovuto al maggior peso metabolico, che si riflette in un aumento del metabolismo di mantenimento. Di fatto poi in questa fase la crescita corporea ha una componente adiposa di maggior rilevanza, e quindi un maggior costo energetico.

Dal 6°mese di gravidanza ai fabbisogni di crescita dell’animale gravido vanno aggiunti circa 5 Mcal di Energia Metabolizzabile e circa 200 gr di proteina assorbita a livello intestinale, tenendo conto che l’efficienza d’uso dell’energia in gravidanza è solo del 14% e quella della proteina metabolizzabile del 33%. Va inoltre ricordato che il 50% degli aminoacidi viene dirottato alla gluconeogenesi necessaria per la crescita fetale, che in questa fase è di circa 450 gr al giorno. Quindi, teoricamente, sarebbe necessario costituire un gruppo per gli animali nell’ultimo terzo di gravidanza.

In caso poi di peso corporeo troppo basso al primo parto, nei primi mesi della prima lattazione l’animale dirotterà parte dei nutrienti ingeriti per completare la crescita; quindi, il cosiddetto golden share è di avere un animale che partorisca sì a 22/23 mesi, ma con un peso corporeo dopo l’espulsione di feto ed invogli di 600/620 kg.

Più in generale, considerando tutti gli animali in crescita, un altro aspetto importante è l’effetto fill dei foraggi: disporre di un foraggio con buona digeribilità dell’NDF, considerando che nella manza il tasso di passaggio ruminale è inferiore, permette di impostare razioni con un rapporto F/C di 85/15, e valori di amido esigui: queste diete sono soddisfacenti sotto l’aspetto energetico, evitando così l’uso del silomais assieme a fieno secco e/o paglia, spesso acquistati e di qualità mediocre.

Partendo da questo assunto si apre un altro argomento di grande attualità: un’azienda moderna dovrebbe infatti dedicare un areale al foraggio che è base della razione delle manze in crescita e che potrebbe essere un miscuglio invernale contenente leguminose o un sorgo bicolor*bicolor.

Una soluzione ancor più interessante potrebbe essere quella di dedicare agli animali giovani le superfici più difficili o impossibili da irrigare impostando una doppia coltura (erbaio invernale/sorgo) che aiuterebbe l’azienda ad essere anche più virtuosa sotto il profilo della sostenibilità ambientale.

Dal punto di vista economico è bene ricordare che, a fronte di un valore di un  kg di sostanza secca con un rapporto 85:15 tra foragggi e concentrati di circa 0,24 euro, oggi una razione di 9 kg di SS vale circa 2,20 euro e quindi ogni mese in cui un animale è improduttivo vale circa 70 euro. Per ogni mese di anticipo dell’età alla prima fecondazione si può ammortizzare un costo di 0,23 euro al giorno in più nei 300 giorni precedenti alla data della prima gravidanza.

A questo va aggiunto che, in caso di diete insufficienti e/o scorrette si registra un minor tasso di concepimento degli animali giovani, e una minor produzione nella prima lattazione.