Come ogni azienda, anche le quelle zootecniche comprano, trasformano  e vendono. Ognuno di questi tre segmenti di attività, in realtà economiche strutturate quali sono le grandi aziende commerciali o industriali, ha logiche e responsabilità dedicate e distinte. Nel nostro ambito, si fa di necessità virtù e ci si deve attrezzare per fare di tutto. L’azienda che ottiene buoni risultati, opera ai massimi livelli in ognuna delle tre fasi. Focalizzando ora l’attenzione sugli acquisti, trovo che spesso vengano effettuati dalle aziende zootecniche con un approccio carente. Elenco alcuni esempi:

  1. Spesso gli acquisti di prodotti apparentemente secondari sono indotti dalle sollecitazioni di rappresentanti molto abili, senza una reale necessità dello stesso prodotto.
  2. Succede che nelle aziende si reiterino acquisti per abitudine. C’è stata una volta in cui quel tal prodotto ha coinciso con la soluzione di un problema e questo basta a renderne l’uso routinario.
  3. Ognuno è convinto di spuntare i migliori prezzi possibili sul mercato ed è convinto di essere nella fascia di merito più alto da parte della ditta fornitrice. Senza considerare che il commercio, per definizione, è elastico e si adatta alle situazioni ed ai clienti. Dunque quel che era meglio ieri, non è detto che lo sia anche oggi o addirittura domani.
  4. E’ raro trovare nelle aziende un reale e sistematico lavoro di confronto tra le offerte. Lo si fa una tantum, salvo poi rituffarsi nelle continue emergenze operative quotidiane.
  5. A volte, pur avendo opportunità interessanti, si decide di acquistare il prodotto con il prezzo più alto poiché si ritiene che il prezzo sia legato alla qualità o all’efficacia del prodotto stesso.

E’ peraltro evidente a tutti quanto importante sia operare alla revisione periodica dei fornitori e delle forniture. E chiedersi se sia proprio indispensabile l’acquisto e l’utilizzo di ciascun prodotto. Senza un atteggiamento critico in questa direzione, non è possibile sviluppare nessuna revisione.

Devo dire che è normale, e dunque è una buona notizia, poter recuperare significative risorse da tale lavoro e dunque sprono ciascuno a dedicarvi del tempo. Se qualcuno affermasse che per ottenere un aumento del prezzo del latte di 1 centesimo/litro fosse necessario sviluppare un pezzo di lavoro, credo che ognuno si attrezzerebbe per farlo e portare a casa quell’aumento. Se riduciamo il costo di produzione della stessa entità attraverso il lavoro di revisione sugli acquisti, il risultato è lo stesso. Salvo che tale decisione è totalmente nelle nostre mani e dobbiamo fare una trattativa soltanto con noi stessi per decidere di sviluppare un lavoro in tal senso.

L’ulteriore buona notizia, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, è che diverse aziende possono recuperare cifre anche più consistenti di 1 centesimo per litro.