Lo spazio è e sarà sempre di più tra i beni più preziosi. Siamo ormai 7 miliardi di abitanti sulla terra. Se tutti avessero le abitudini alimentari di noi occidentali ci vorrebbe una terra e mezza per sfamarci tutti. Al di la queste, se pur doverose, riflessioni di politica economica e demografica è bene tornare a parlare delle nostre bovine.

Per ottimizzare lo spazio e il costo della manodopera si sceglie quasi sempre negli allevamenti di vacche da latte la soluzione delle cuccette e corsie di alimentazione ridotte “all’osso” dai 3.5 ai 4 metri di profondità. I vantaggi di questa soluzione ambientale sono evidenti. Cuccette ben tenute assicurano un ottima igiene della mammella, la pulizia delle corsie può essere automatizzata, si evitano i traumi ai capezzoli e soprattutto ciò consente di allevare un numero di bovine superiori rispetto alle altre soluzioni. Spesso questa tipologia di stabulazione non prevede l’accesso a paddock esterni. Di contro si dovrà gestire il liquame invece che il letame ma soprattutto si deve scendere a compromessi con il benessere. Non tanto quello imposto dal legislatore ma dal buonsenso e l’etologia della vacca da latte.

La bovina spesso c’inganna perché manifesta il proprio disagio, o peggio ancora il suo stress, non esibendo movimenti stereotipati o nervosismo ma immobilizzandosi con tutte le conseguenze sulla fertilità, sulla salute e sulla produzione che ciò comporta. Per osservare il naturale comportamento della bovina in molte delle fasi del suo ciclo produttivo come l’accrescimento, il parto, il comportamento estrale e quello alimentare e la gerarchia sociale , bisogna farlo nelle stalle a lettiera o in quelle che hanno grandi corsie d’alimentazione o paddock esterni.

E’ esperienza di tutti come in questi allevamenti malattie invalidanti come le dermatiti digitali, la fertilità e la longevità sia spesso nettamente migliore. L’osservazione visiva o la rilevazione elettronica dei calori e scarsamente surrogabile dai cocktail ormonale se l’obiettivo è il tasso di concepimento e l’intervallo parto-concepimento. Le vacche mal esibiscono un visibile comportamento estrale in ambienti sovraffollati e con pavimentazioni sdrucciolevoli.

Una serie riflessione merita il momento del parto ed il periparto momenti decisivi per la vita della bovina e momento di vera prevenzione delle principali malattie metaboliche. La bovina in questa fase desidera “appartarsi” per svolgere questa funzione nel migliore dei modi. Inoltre avere molto spazio a disposizione permette di gestire quei comportamenti a noi spesso inspiegabili delle bovine d’estate in allevamento che pur se dotati dei più raffinati sistemi di climatizzazione assistono frustarti alle bovine tutte “ammucchiate” da una parte. Crediamo che quando si affronta la costruzione di un nuovo allevamento o si debba avviare una ristrutturazione ci debba chiedere se proprio non si può dare alle bovine qualche metro quadrato in più non tanto come concessione etica quanto per purò spirito speculativo di avere una allevamento più redditizio.