La verifica del costo dei farmaci è uno degli elementi utili a capire le modalità attraverso le quali il titolare di un’azienda o il capostalla raggiungono i propri obiettivi. L’entità in valore assoluto del costo di acquisto dei farmaci in sé, non definisce una possibile graduatoria aziendale. E’ anzitutto utile utilizzare un metro di paragone. Noto che i più, per confrontarsi, accettano di utilizzare il costo totale dei farmaci acquistati nel corso dell’anno rispetto al numero di vacche in lattazione. Se il costo totale, comprensivo di ogni tipo di medicinale acquistato, è stato di 15.000 € ed il numero medio di vacche in lattazione è stato di 100, significa che il costo medio per vacca in latte è stato di 150 €/vacca. Per dare qualche obiettivo si può indicare 120 €/vacca in lattazione come un buon traguardo, comprensivo dei costi vaccinali che possono incidere per 12-15€/vacca. Alcune aziende riescono a stare sotto i 100 €/vacca; altre arrivano a 250€/vacca. La variabilità è abbastanza ampia da permettere alcune riflessioni.

1. La più immediata è che esistono abitudini ed attitudini molto diverse rispetto all’uso del farmaco. Per alcune aziende il farmaco è uno degli elementi a disposizione tra i diversi strumenti di gestione. Altre aziende considerano non economico avere degli animali che necessitano di ripetuti trattamenti. Non posso affermare che chi spende meno guadagna di più nella sua stalla (giacché è sempre il guadagno il concetto che ci guida); né tantomeno che chi spende di più controlla meglio le patologie.  Dato che non mi è possibile trarre una considerazione esaustiva circa l’uso dei farmaci, penso valga la pena che ogni azienda, considerate le proprie condizioni di allevamento (strutture, spazi, alimenti, personale, ecc), passi in esame le proprie fatture di acquisto di medicinali per chiedersi se e quali medicinali potrebbero essere evitati e come potrebbero essere evitati. Possiamo ridurre il numero di mastiti? E come? Possiamo ridurre  il numero di ritenzioni di placenta-metriti-chetosi? E come? Possiamo ridurre i trattamenti ai vitelli e la loro mortalità? E come? Possiamo ridurre le zoppie? E come?Potranno sembrare domande ovvie, ma in una gestione aziendale che spesso è routinaria, abbiamo perso l’abitudine di porci domande semplici e banali. Viaggiamo con il pilota automatico, tanto che ci siamo abituati a considerare normali o non diversamente risolvibili problemi che hanno invece una soluzione logica ed alla portata.

2. E’ quasi comune che il veterinario aziendale, che pure effettua le diagnosi e redige le ricette, non sia coinvolto nella gestione del costo dei farmaci e non sia chiamato a responsabilità per questa voce di costo. Come sia possibile pensare di minimizzare l’uso ed il costo dei trattamenti farmacologici senza il pieno coinvolgimento del veterinario aziendale è argomento che meriterebbe una approfondita riflessione: sia da parte dell’allevatore, sia da parte del veterinario.

3.  Il fornitore di farmaci, come ogni fornitore, deve sentire i morsi della concorrenza. Per il tempo in cui rimarrà fornitore aziendale, egli deve operare per trovare e proporre le migliori soluzioni tecniche ed economiche. Deve proporre soluzioni alternative e migliorative per l’azienda. Anch’egli deve essere coinvolto nella gestione della voce di costo “Farmaci”. La sfida da lanciare al nostro fornitore sarà legata  alla riduzione del  costo dei farmaci; solo centrando tale obiettivo, potrà sperare di rimanere fornitore aziendale.