Quelli che hanno studiato tanto, affermano che i dati e le informazioni sono cruciali per la gestione delle attività. Di qualsiasi attività. Il settore in cui operiamo non ha una grande tradizione in questo senso. A volte poi si confondono i dati con le informazioni. In numerose aziende, ad esempio, è presente una quantità enorme di dati, il cui contributo alla definizione dei problemi ed alle decisioni conseguenti è spesso irrisorio. Come a dire che i dati non si trasformano in informazioni utili a generare le decisioni necessarie. Considerato che i dati hanno un costo (di rilevazione, di inserimento, di elaborazione, di analisi, ecc), è utile selezionare i dati necessari alla gestione aziendale; non uno in più, non uno in meno. Anche in questo ambito è necessario essere attenti e parsimoniosi. Se un dato non è utile a prendere una decisione, non serve a nulla. Un’azienda non è un centro di ricerche. E’ un luogo dove si deve spendere poco, lavorare con efficienza e produrre tanto e bene.

Ho visto aziende inserire quantità importanti di dati (e mentre facevano quel mestiere non potevano certo occuparsi di vacche, di vitelli o di campagna) ed arrivare a fine anno per chiedersi: “ E ora?”.

Ad esempio, è purtroppo consuetudine che nelle aziende latiti la risposta ad una semplice domanda “Quante mastiti hai avuto per ciascuno dei mesi scorsi?” E non si può certo dire che manchino dati. Certo, sull’agenda vengono segnate le vacche con la mastite o i giorni di trattamenti farmacologici, ma non sapere, in riassunto, quante mastiti ci siano state in un mese significa non focalizzare il problema. Significa focalizzarsi sulla cura, anziché, eventualmente, cercare di identificare le cause che provocano il problema. La stessa cosa succede per le metriti, per le dislocazioni, per le chetosi, ecc.

Spesso, dunque, nelle aziende i dati generano informazioni; la mancanza di informazioni non può, se non fortuitamente, condurre a decisioni corrette.

Le informazioni devono avere alcune caratteristiche: devono essere riassuntive, devono essere semplici ed immediate ma nel contempo esaustive, devono permettere uno sguardo nel tempo.

L’esperienza ci ha insegnato quanto sia utile disporre di un foglio (uno!) riassuntivo, compilato mensilmente per colonne, in cui racchiudere i dati salienti. Nelle colonne precedenti ci saranno i mesi trascorsi del corrente anno, nelle colonne successive i mesi a venire dell’anno precedente. Il tutto in un unico foglio su formato A4. Le righe conterranno i dati di popolazione (vacche in latte, infermeria, asciutte, manze, ecc.), i dati di qualità del latte del mese, le consegne di latte mensili e progressive, i dati di fertilità e i dati di eliminazioni. Chiamiamo questo report  “Check mensile”. Costituisce il nostro quadro per il controllo di gestione della stalla. Grazie ad esso i problemi emergono e possiamo affrontarli grazie a questa evidenza.

Già, poiché, per quanto sia grande la nostra fede nel potere dell’immaginetta votiva di S. Antonio, presente in diverse stalle, forse è bene dargli una mano…