E’ possibile immaginare che ogni azienda zootecnica, in un futuro non troppo lontano, disponga di un proprio conto economico? Se si è avverato il “sogno” di Martin Luther King, non vorremo essere noi da meno?! Ogni attività economica necessita di un conto economico. Ne possiede uno persino l’imbianchino di paese, con tutto il rispetto per l’imbianchino.

Purtroppo, il metro utilizzato dalla quasi totalità delle aziende agricole per valutare il proprio andamento durante un certo periodo è il conto corrente bancario. Pur considerando i pregi di tale sistema e pur riscontrando una generale condivisione circa la necessità di tenere un bilancio aziendale, sono una piccola e sparuta minoranza le aziende che dispongono e tengono aggiornato uno strumento di questo genere. Come sia possibile effettuare investimenti non conoscendo il proprio Margine Operativo, è materia a me inspiegabile. Eppure va avanti.

Il conto economico, obbliga ad analizzare costi e ricavi. Obbliga a registrare le fatture. Permette di avere in mano gli strumenti per valutare la propria efficienza.
Con troppa frequenza le fatture che arrivano in azienda costituiscono solo il documento contabile da consegnare all’Associazione per la registrazione e, auspicabilmente, alla Banca per il pagamento. Le fatture, purtroppo, non sono gestite come elementi su cui fondare valutazioni e scelte. Quanta soia utilizzo in un anno? Se risparmiassi un euro/q.le, di quanto ridurrei i miei costi? Quanto disinfettante utilizzo in un anno? Se risparmiassi un euro/kg …. Quante dosi di seme, quali e quanti medicinali, quanti q.li di girasole, quanti rotoli di carta… Se risparmiassi…? Quando si dispone di tutti gli elementi, è possibile fare anche il percorso all’indietro.

Se il risultato di bilancio non è soddisfacente, quali voci di spesa avrebbero potuto essere meglio gestite? Dove effettuare tagli o cercare maggiore efficienza? Dato che stiamo parlando di attività economiche il cui obiettivo è il reddito, giacché, se pur importante, la banca non accetta versamenti di passione ma solo di “euri”, le aziende che desiderano affrontare il futuro ( per futuro intendo i prossimi cinque anni, non un tempo lontanissimo) devono attrezzarsi con mentalità e strumenti come gli imprenditori di ogni altro settore. Avere uno strumento efficace per valutare e migliorare i propri risultati economici è pertanto indispensabile alla sopravvivenza. Un elemento che potrà distinguere le capacità imprenditoriali, molto meglio dell’ampiezza, della quota e della media produttiva. Perché non immaginare, a Cremona, il prossimo anno, un confronto tra allevatori sui costi e ricavi/vacca e sulle leve che ognuno ha utilizzato per migliorare i risultati? Sono certo che potrebbero sortirne indicazioni davvero interessanti.