La nostra rivista on-line sta continuando a crescere e  si sta configurando ormai definitivamente  come una community di allevatori, zootecnici e veterinari che condividono un certo stile di lavoro e un certo modo di pensare o comunque di affrontare le cose. E’ ormai arrivato il momento per Ruminantia di promuovere degli incontri dove autori e lettori possano incontrarsi “fisicamente” innanzitutto per conoscersi ma anche, e soprattutto, per discutere di comuni problemi che spesso hanno soluzioni comuni.  Inizieremo questo percorso in un paese in provincia di Roma che si chiama Torre in Pietra dove, molti anni fa, è nato uno dei poli più importanti della produzione di latte in Italia. Abbiamo invitato un gruppo ristretto di allevatori che vede nel latte una prospettiva di sviluppo per discutere insieme dei costi e dei ricavi di questa attività, alla luce della recente “ ingiustizia ” della riduzione del prezzo del latte alla stalla e della, per noi tutti, sfida imprenditoriale  del regime quote latte. In questa tavola rotonda s’incontreranno il “primario”, ossia chi produce latte, con il “terziario privato” per verificare se nei rivoli del conto economico, sia nella voce ricavi che in quella dei costi, ci sono risorse economiche a cui attingere. In un momento come questo di grave crisi istituzionale e politica crediamo che sia le imprese del primario che quelle del terziario si debbano “ guardare in faccia” per trovare soluzioni concrete e pratiche per le rispettive attività imprenditoriali, lasciando a “tempi migliori” le inutili chiacchiere dei “gufi” e del “ faremo e vedremo”. Quando poi la politica e le istituzioni avranno terminato la fase “del salvarsi” potranno eventualmente, ma cambiando profondamente atteggiamento, riaprire un dialogo con le imprese che nel frattempo sono state in grado di riqualificarsi. In questi ultimissimi anni si sta rivoluzionando il modo di produrre latte e per il terziario di proporre i suoi servizi. Chi di noi opera nel mondo del latte ricorda che a qualificare gli allevamenti tra migliori e peggiori era essenzialmente la morfologia. Gli allevatori che ottenevano significativi piazzamenti nelle Fiere erano considerati i migliori, quasi a prescindere sia dalla produttività che dalla redditività. Con il passare degli anni era meritevole chi aveva la produzione media più elevata. Bravo l’allevatore tra i primi in classifica, meno bravi tutti gli altri. Questo modo esclusivo di valutare le cose si è attenuato negli ultimi anni, stimolando l’attenzione nel valutare la qualità di un allevamento anche su aspetti funzionali come la fertilità, il numero di lattazione o il tasso effettivo di rimonta. Questo magari dopo la sorpresa di veder chiudere proprio gli allevamenti più famosi. Questo atteggiamento tuttora persiste  ma, in un’economia occidentale in fisiologica e prevista deflazione, è necessario un ripensare tutto da capo. In tutte le attività imprenditoriali le imprese , sia del primario che del secondario (industria), vengono giudicate non solo per il fatturato che fanno ma anche per il margine che esprimono. Un’ impresa virtuosa è quella che genera utili e che dimostra di crescere anno dopo anno. E’ con questo atteggiamento che Ruminantia ha voluto far incontrare primario e terziario. Se questo “esperimento” sarà utile per tutti lo riterremmo il primo di una lunga serie.