Nella vita normale di un’azienda, gestire bene la rimonta è uno dei tasselli fondamentali che costruiscono una buona efficienza aziendale. Bilanciare in modo corretto l’eliminazione delle vacche non più economicamente efficienti e l’allevamento della quota necessaria di femmine buone e funzionali produttrici che le andranno a sostituire, nel tempo, può creare del valore aggiunto per l’economia dell’azienda.

Il miglioramento genetico dell’azienda, oltre che attraverso la scelta dei tori, si gioca anche sulla scelta delle femmine che saranno le madri delle future vitelle/manze/vacche dell’allevamento. Agire, da una parte sulle strategie di eliminazione delle vacche in modo che siano legate a criteri economici e dall’altra sull’allevamento delle vitelle e delle manze perché siano il meglio ed in numero adeguato per mantenere l’azienda ai suoi massimi livelli produttivi, funzionali e riproduttivi, è uno dei modi possibili per definire una strategia di gestione della rimonta che sia efficace e contribuisca a migliorare la situazione economico-produttiva dell’azienda.

Nuovi strumenti come il seme sessato e la selezione genomica possono essere elementi innovativi da utilizzare nella definizione della strategia ottimale.

In questo mese, ed in quelli che seguiranno, saranno illustrati tutti gli strumenti oggi disponibili che possono essere di aiuto nel dare risposta alle domande più importanti che è d’obbligo farsi per una buona gestione della rimonta.

Quanta rimonta è necessaria?

Il dibattito per dare risposta a questa domanda è sempre aperto. Nell’ottica dello sviluppo di una mandria economicamente efficiente, non esiste un numero magico che vada bene per tutti e che rimanga lo stesso nel tempo tante sono le variabili che possono entrare in gioco nel modificare i parametri che la determinano.

Premesso che le dimensioni di una azienda siano stabili nel tempo, le strutture consentono di allevare in condizioni di benessere un numero finito di soggetti quindi, considerando gli spazi aziendali delle vacche in latte come spazi produttivi, per mantenere alta la redditività dell’azienda occorre che questi spazi siano occupati nel tempo dai soggetti che rendono di più in termini economici.

Il numero di manze che è necessario ad una azienda dipende da una serie di variabili che sono:

– il numero di vacche adulte in latte;

– il tasso di eliminazione di vitelle/manze inclusa la mortalità;

– l’età media in mesi al primo parto;

– il tasso di eliminazione delle vacche inclusa la mortalità.

Dati questi elementi è possibile stimare il numero minimo di manze necessarie all’azienda, anche tenendo conto di eventuali variazioni dei tassi di eliminazione sia delle vacche che del giovane bestiame.

Fra le tante risorse disponibili a cui tutti possono accedere è di sicuro interesse visitare la pagina degli strumenti (http://dairymgt.uwex.edu/tools.php) messa a disposizione dal servizio di extension dell’Università del Wisconsin nella quale vengono proposte alcune applicazioni per fare valutazioni tecniche utili per le aziende da latte.

Fra i diversi sistemi disponibili ce ne è uno che permette, inserendo i quattro parametri elencati qui sopra, di valutare il numero di manze necessarie all’azienda e di ottenere una serie di informazioni che possono fare da guida nel pianificare sia la gestione della tipologia di fecondazione (seme sessato, seme tradizionale, toro da carne) che l’eventuale vendita degli animali in sovrannumero. Lo strumento è accessibile alla voce “Heifer replacement”. La figura 1 riporta un esempio di calcolo del numero di manze necessarie in un’azienda di 100 vacche in lattazione con il 5 % di tasso di eliminazione delle vitelle/manze, un’età media al primo parto di 24 mesi e un tasso di rimonta aziendale (tasso di eliminazione delle vacche adulte) del 35%. Il numero di manze necessario è di 78, ma lo strumento permette di valutare anche quanto cambi questo numero al variare dei parametri di partenza in modo da poter tener conto di eventuali cambiamenti della situazione dell’azienda nel tempo.

Portare tutte le vitelle in sovrannumero rispetto a quanto necessario al primo parto, non sempre è economicamente vantaggioso. Dai problemi di spazio al sovraffollamento, sono tante le complicazioni che ci si potrebbe trovare a dover affrontare. Analisi economiche fatte in Nord America evidenziano come vendere le giovani vitelle ad un prezzo che ripaga di quanto si è investito a 3-4 mesi riduce i costi di allevamento e di gestione del giovane bestiame e può contribuire al miglioramento della gestione economica dell’azienda in maniera significativa.

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