Ormai è assodato che il problema che affligge l’allevamento delle bovine da latte sia la fertilità.
La figura del veterinario buiatra moderno ha assunto un’importanza strategica per la crescita dell’allevamento della bovina da latte: da semplice dispensatore di consigli tecnici sempre più sta diventando il “motivatore” di una squadra affiatata, capace di creare e condividere obiettivi, regole e sistemi di verifica dei risultati.
Il nucleo di tale squadra è composto dall’allevatore, dall’alimentarista e dal veterinario, senza dimenticare il ruolo fondamentale che rivestono gli operatori di stalla e coloro che lavorano i campi. È necessario che tutti si sentano importanti e apprezzati, poiché anche le figure apparentemente meno importanti lavorano per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La maniera per ottenere tutto ciò è creare entusiasmo, coinvolgendo e motivando i singoli all’ottenimento dei risultati, senza dimenticare di responsabilizzare ciascuno nel proprio ruolo in caso di eventuali errori.
Nella mia attività lavorativa ho riscontrato che il punto di partenza per l’ottenimento di buone performance riproduttive sta nella cura della transizione ed in particolare del post parto, dove determinante è il ruolo dell’allevatore.
I compiti necessariamente a carico dell’allevatore moderno, durante le prime 2 settimane post-parto, sono:
– controllo della temperatura corporea,
– misura dell’ingestione di sostanza secca,
– valutazione della consistenza delle feci,
– esame dello scolo vaginale (aspetto e odore),
– monitoraggio dei corpi chetonici (sangue o latte),
– analisi della salute della mammella (CMT).
– raccolta ordinata di tutti questi dati.
Sempre nel contesto della mia personale esperienza, il mio ruolo come veterinario prevede una visita con cadenza settimanale o bisettimanale, durante la quale svolgo le principali attività legate alla riproduzione:
- controllo del post-parto con valutazione dell’involuzione uterina, ripresa dei cicli ovarici, esame clinico degli animali tenendo in considerazione i dati anamnestici raccolti dall’allevatore.
- Visita ginecologica degli animali destinati alla prima IA con utilizzo di piani di sincronizzazione negli animali che abbiano superato il periodo di attesa volontario, a patto che presentino una condizione corporea ottimale
- Diagnosi di gravidanza (28gg), conferma diagnosi (70gg) e ulteriore conferma prima dell’asciutta (200 gg)
- Visita delle manze che non siano state ancora fecondate ad un’età superiore ai 15 mesi.
Grazie a questo schema di intervento ho potuto ottenere importanti risultati nelle aziende che seguo. Credo che le fondamentali innovazioni tecnico-scientifiche siano giunte in ogni realtà produttiva in maniera capillare grazie alla maggior specializzazione del veterinario ginecologo, che trova nel mercato numerose occasioni di formazione e strumentazioni all’avanguardia che gli permettono di fornire diagnosi sempre più precise ed accurate. Tutto ciò, a mio parere, può comportare il rischio che una metodica standard, ideata per gestire realtà di grandi dimensioni, venga applicata meccanicamente a tutte le realtà produttive anche di medio-piccole dimensioni, generando talvolta numeri, percentuali e proporzioni contraffatte.
Rispetto ai nostri cugini americani, vantiamo un sistema produttivo lillipuziano, per lo più a conduzione familiare, che vede la maggior parte del proprio latte trasformato in formaggi di alta qualità D.O.P., apprezzati in tutto il mondo. In questo contesto risulta indispensabile la valorizzazione delle risorse aziendali in termini di sensibilità, esperienza e cultura degli operatori, e l’elaborazione di una strategia di intervento adatta ad ogni realtà.
La fortuna di lavorare con gli animali deve essere tradotta in un’esperienza gratificante, essendo un lavoro faticoso che richiede concentrazione e precisione.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.