Fare progresso genetico implica scegliere soggetti miglioratori che, con la loro superiorità, vadano a costruire il futuro livello genetico dell’azienda. Più alta è la media dei riproduttori selezionati sia maschi che femmine, più alto è il livello di miglioramento genetico atteso nella progenie.

Delle quattro vie di selezione in cui è scomponibile il progresso genetico (Figura 1), due sono quelle sulle quali può agire l’allevatore direttamente in azienda e cioè (evidenziate dalla tratteggiatura in rosso):

  1. la scelta dei padri delle vacche (i tori da usare in azienda);
  2. la scelta delle madri delle vacche (la scelta della rimonta).

Figura 1 – Le quattro vie di selezione dei bovini da latte, tratteggiate in rosso le due componenti sulle quali può agire ogni allevatore.

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Scelta dei tori

Grazie alla genomica oggi c’è la possibilità di utilizzare una superiorità genetica molto più elevata che in passato e di farlo molto in anticipo, senza cioè dover aspettare che il toro abbia figlie in produzione. In Tabella 1 si riporta a titolo di esempio il livello genetico dei primi 20 tori a PFT per tori provati italiani, tori provati esteri, tori genomici e tori in prova di progenie (che sono stato testati con la genomica).

L’utilizzo di tori genomici consente di incrementare in modo significativo la velocità di miglioramento.

Rispetto all’era pre-genomica il livello di attendibilità dei tori genomici e dei tori in prova è uguale. I tori messi in prova di progenie solo sulla base dell’indice pedigree, con una attendibilità intorno al 35%, sono rimasti ormai molto pochi ed oggi utilizzare un toro in prova equivale ad utilizzare tori genomici di livello un pò più basso ma ad un costo decisamente diverso.

L’attendibilità dell’indice di un toro genomico è intorno al 70% in media, ovviamente ancora lontano dal 90% del tori provati con figlie. Questo significa che associato all’utilizzo di questi tori c’è un rischio maggiore rispetto ai tori provati. Questo rischio si riduce drasticamente se si utilizza, come è sempre buona norma per tutti i tori, un gruppo di almeno 5 tori diversi. L’accuratezza media di un gruppo di tori, ciascuno con il 70% di attendibilità, è pari al 94%, che mette al riparo dalle oscillazioni che sempre si osservano sull’indice di un singolo toro quando ha poche informazioni.

Tabella 1 – Livello medio dei migliori 20 tori oggi disponibili (aggiornamento Winthor ottobre 2014) per tipologia di tori.

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Scelta delle vacche

Le tecnologie legate all’analisi del DNA oggi disponibili permettono di:

– verificare e validare le genealogie della stalla;

– avere una stima accurata del valore genetico di manze e vacche equivalente a quello dei tori giovani;

– scegliere i migliori soggetti come madri delle generazioni future.;

– l’utilizzazione di valori genetici più accurati nella scelta dei tori e nei piani di accoppiamento.

Se si parte da zero, scegliere le vacche/manze che saranno le madri delle future vitelle, implica la riduzione delle femmine che entrano nel ciclo riproduttivo che costruisce la rimonta. Per questo la strategia complessiva richiede l’utilizzo contemporaneo di strategie riproduttive (seme sessato e/o embryo transfer, eventualmente associato a fecondazione in vitro e ovum pick up) che consentano alla stalla di mantenersi efficiente o di una situazione di partenza nella quale il numero di manze disponibili eccede quelle necessarie per la rimonta. In altre parole, essendo l’obiettivo primario dell’azienda per sostenersi economicamente quello di produrre latte a costi competitivi, per poter selezionare occorre essere nella condizione di poter scegliere, ovvero avere un numero di manze in entrata superiore al fabbisogno.

In questa situazione la genotipizzazione delle manze consente da una parte di scegliere le manze portatrici del genotipo desiderato da tenere in azienda, contribuendo così a costruire miglioramento, e dall’altra di poter vendere le manze in eccedenza, così da ridurre i costi della gestione. L’utilizzazione del seme sessato sulle manze contribuirà inoltre a mantenere elevato il numero di manze disponibili anche in futuro e permetterà di mantenere il livello genetico degli animali allevati al livello più alto possibile.

Se non si è nella condizione di avere un numero di manze superiore al fabbisogno, una strategia semplice è quella di utilizzare il seme sessato sulle manze e, una volta creata l’eccedenza, partire con la genomica per tenere solo le migliori per la rimonta interna. Inoltre, gli animali di minor valore possono essere utilizzati come riceventi di ET prodotti dai soggetti migliori o fecondati con tori da carne che possono creare maggiore reddito al momento della vendita, sia da vitelli che una volta ingrassati.

Perchè migliorare

Le risposte che può dare la genetica, si sa, riguardano il futuro dell’azienda perchè, definire una strategia oggi, ci permette di avere solo nel futuro una mandria dalle caratteristiche migliorate e non modifica le caratteristiche di ciò che si ha nel presente da gestire. Quindi, la necessità di concentrarsi sulle strategie a più breve termine che riguardano la gestione, e producono effetti in alcuni casi immediati, spesso porta a considerare la genetica poco importante.

A questo proposito è utile fare una considerazione: per produrre una buona azienda da latte deve comunque fecondare manze e vacche. Con quali tori lo si fa, considerato che questo produce una differenza nel futuro, dovrebbe essere una priorità importante in tutti gli allevamenti.