I risultati ed il reddito dell’azienda zootecnica dipendono da una molteplicità di fattori, ognuno dei quali deve essere affrontato e gestito al miglior livello che il mercato richiede e rende possibile. Il mercato obbliga oggi ad un repentino balzo in avanti per quanto riguarda l’efficienza economica della produzione di latte. Non basta più fare bene ciò che è nelle proprie corde fare. Il mercato non intende ragioni. Sopravviveranno e riusciranno a passare questa lunga notte solo le aziende che, in questo periodo, useranno le migliori competenze per fare questo salto in avanti.

E’ chiaro a tutti che, più di altre attività economiche, la zootecnia da latte è un’attività molto complessa. Ogni giorno sono molteplici le scelte di varia natura che il titolare si trova a compiere. Ognuna di queste scelte deve avere una coerenza ed un filo conduttore che si riassume in un metodo di gestione. La mancanza di coerenza o di filo logico è quel che si riscontra con frequenza nelle aziende.

E’ del tutto inutile, ad esempio, avere una ottima fertilità ed un’alta produzione per capo se acquistiamo male gli alimenti che ci servono. Da un punto di vista economico, il risultato dei nostri sforzi è nullo. Quel che otteniamo da una parte, lo perdiamo dall’altra

E’ inutile selezionare per una forte spinta a latte e contemporaneamente produrre foraggi di qualità mediocre.

E’ inutile usare un buon post dipping se le procedure di mungitura non sono impostate e controllate.

E’ inutile investire in tecnologia, in rilevatori di calore ad esempio, se non si coinvolge il personale nella rilevazione dei calori.

E’ inutile vaccinare gli animali in asciutta e non verificare le modalità di somministrazione del colostro o utilizzare il “cappello” della trincea di silomais per la razione di manze ed asciutte.

E’ come se un punto di forza fosse annullato da una corrispondente debolezza. Risiamo daccapo.

Quando focalizziamo un ambito della gestione aziendale, lo stesso è parte integrante di un elenco di argomenti che, solo se sviluppati in modo coerente e contemporaneo, condurranno a soddisfacenti risultati economici. A maggior ragione in periodi di vacche magre. Conosco molti allevatori; molti di essi fanno un buon lavoro, alcuni fanno una parte del loro lavoro in modo eccellente. Il fatto è che non basta più. Per sopravvivere è necessario fare in modo eccellente le molte cose che un’azienda richiede. Pochi fanno molto bene tutte le cose. Siano esse impostare debiti e finanziamenti; gestire i post parto; scegliere i fornitori e pagarli correttamente; produrre buoni foraggi secondo un piano colturale ottimizzato e collegato con le razioni che si intendono sviluppare; disporre di un conto economico; gestire e motivare personale e collaboratori; avere dati ed informazioni tecniche sufficienti e non eccessive, tali da prendere decisioni tempestive e corrette; disporre di un buon veterinario e di un buon nutrizionista da coinvolgere sugli obiettivi; formulare budget almeno annuali per simulare condizioni e risultati ed adottare le necessarie decisioni; scegliere i migliori tori per la propria selezione avendo come obiettivo irrinunciabile il reddito; ecc. Non vorrei sembrare blasfemo, ma ritengo di grande attualità, mutatis mutandis, ciò che viene riportato nel Salmo 14 conosciuto da molti per la composizione musicale di padre Turoldo “ Chi potrà varcare Signore la tua porta?” Nel nostro caso, questa porta è rappresentata dalle condizioni che il mercato richiede alle aziende per sopravvivere. Ritengo che l’elenco di cui sopra, per quanto incompleto, costituisca la condizione da rispettare per il futuro.

Non tutti, purtroppo, varcheranno la porta del mercato.

Molti tuttavia hanno potenzialità per poterlo fare.
Proviamoci!