Da ormai troppo tempo sento dare tutti i meriti e demeriti alla “ razione alimentare” nel raggiungimento dei vari obiettivi che le aziende si pongono; come se la fertilità, il latte, le mastiti, i piedi, il reddito ecc…. fossero figlie soprattutto o solo di una razione alimentare scritta più o meno bene.
E’ consuetudine, tutte le volte che c’è un problema, chiamare l’alimentarista, il quale, dopo aver fatto qualche domanda al proprietario, dopo aver fatto un giro veloce a vedere le vacche, scrive una nuova razione inserendo magari un nuovo additivo; l’obiettivo è rispondere alla preoccupazione del titolare. Poi si parla dell’ultima partita di calcio, i problemi diventano più leggeri per motivi inspiegabili dopo due giorni e…… arrivederci al mese prossimo.
A tal proposito è bene fare alcune considerazioni e porsi qualche interrogativo:
- come si può pensare che una razione funzioni per il solo fatto di essere scritta!! Siamo sicuri che quello che si scrive arrivi alla bocca delle vacche?
- come si può pensare che la razione funzioni o che sia necessario aggiustarla se non si fanno tutte le verifiche che necessita fare?
- come si può pensare che la scrittura della razione sia la sola risposta ai tanti problemi, frequentando l’azienda una volta al mese se non due mesi?
Mi viene da credere che troppi nutrizionisti siano convinti in primis che sia sufficiente scrivere la razione……… l’importante è convincere il cliente…..
A mio modo di vedere la situazione attuale con il latte a 36 centesimi impone un cambio di marcia e di mentalità:
- come si fa a cambiare una razione se non si conosce la reale ingestione di S.S.?
- come si fa a scrivere una nuova razione senza parlare con la persona addetta al carro unifeed per capire come e quali prodotti inserisce?
- come si fa a cambiare la razione se prima non si fa un controllo sullo score delle feci confrontandosi con chi feconda, col mungitore ecc.?
- come si fa a fare un cambio della razione se non ci si confronta col ginecologo magari per capire il punteggio BCS delle vacche a 40 gg?
Io penso che convenga fare un cambio in meno di razione, e quando lo si fa, che sia fatto per dei motivi concreti e che la variazione debba avere degli obiettivi verificabili da raggiungere. Tali motivi ed obiettivi devono essere spiegati e condivisi.
Io penso che i successi di una buona razione siano frutto di un lavoro di gruppo e che sia necessario coinvolgere e responsabilizzare tutti gli operatori e le figure professionali che girano intorno alla razione alimentare.
In sostanza:
- più osservazione e dialogo
- più lavoro di gruppo
- più coinvolgimento
- meno razioni fatte per l’allevatore
- più razioni aderenti alle esigenze delle vacche
ed i risultati arrivano….eccome se arrivano!!!!!
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