Siamo veramente gratificati dal notevole numero di riscontri, in maggior parte positivi, di Colleghi Buiatri in particolare, ma anche di esperti Allevatori d’avanguardia, alla nostra nota precedente sulla problematica delle sincronizzazioni dei calori ( e/o dell’ovulazione..) soprattutto se intesa come usuale metodo di gestione della riproduzione nella moderna mandria bovina da latte. Accanto alla maggioranza di consensi a quella articolata messa a punto, soprattutto da parte di Colleghi e Allevatori con grandissima esperienza di campo, abbiamo ricevuto anche contestazioni/richieste di chiarimenti da parte di alcuni Colleghi, pure impegnati nella gestione della riproduzione nell’ambito della globale pratica buiatrica. Cogliamo l’ospitalità di RUMINANTIA per chiarire ulteriormente alcuni punti, messi in discussione da qualche interlocutore, che ovviamente ringraziamo per averci dato l’occasione di illustrare meglio lo stato dell’arte della “questione sincronizzazioni”. Un’osservazione in particolare sul nostro riferimento alla “MEDICINA DELL’EVIDENZA” (EBVM) come nostro supporto alla valutazione negativa delle sincronizzazioni, proposte come metodo “normale” di gestione della riproduzione della mandria (di grandi dimensioni ? ) allo scopo in particolare di bypassare la difficoltà manageriale di rilevazione dei calori). A questo proposito osserviamo che le analisi di EBVM hanno per oggetto il confronto di svariati studi sulle tecniche di sincronizzazione con i relativi risultati delle tecniche (di cui fra l’altro continuano a venire proposti ulteriori aggiornamenti). Tali risultati non sono riferiti all’optimum auspicabile o al confronto con mandrie ad ottimale gestione “usuale” delle inseminazioni, ma sono spesso confrontati con sistemi analoghi di sincronizzazione e soprattutto con risultati medi di gestione riproduttiva della mandria spesso insoddisfacenti sotto il profilo dalla fertilità reale possibile della mandria (che ha conseguenze molto dirette sui costi e sulla redditività dell’allevamento). A tal proposito, da quando, oramai diversi decenni addietro, sono state ideate le tecniche di sincronizzazione, gli studi hanno riguardato prevalentemente il confronto fra le stesse, oppure fra le stesse e determinate situazioni di ipofertilità da cause varie (prevalentemente manageriali). A questo punto la medicina dell’evidenza ci può aiutare relativamente per dimostrare o escludere la validità assoluta della sincronizzazione come metodo “normale” (cioè routinario) di gestione della riproduzione, perché non è questo l’obiettivo della stessa EBVM. La maggior parte dei report relativi alle metodiche di sincronizzazione non si riferiscono all’efficacia degli stessi ma al confronto tra metodi diversi. Non ci risultano inoltre report relativi ai risultati della gestione riproduttiva (ed economica!) della mandria e cioè gli indici della fertilità reale della stessa, tra i quali l’interparto e la durata della vita riproduttiva/produttiva delle bovine, compresa la quota di rimonta per infertilità, l’età media delle bovine presenti nella mandria e relativa durata in produzione, i costi relativi ai farmaci ed al seme e il loro rapporto con il costo/litro del latte, solo per citare alcuni fra gli indici da considerare sulla fertilità reale…. E questo per quanto riguarda l’EBVM.
Per completare il nostro discorso, che proponiamo proprio per desiderio di ulteriore chiarezza, noi vorremmo tanto considerare sul piano positivo anche la “proposta sincronizzazioni” come una delle tante forme di sperimentalismo biotecnologico/zootecnico (di cui potremmo citare moltissimi esempi, passati ed anche recenti), anche interessante sul piano culturale, ma per i risultati pratici attuali assolutamente insoddisfacente, anzi dannosa, come già abbiamo dimostrato, ai fini della fertilità reale e quindi della buona gestione della mandria, e dunque dell’interesse vero degli animali e dell’Allevatore. A tal proposito sarebbe interessante completare l’argomento, che abbiamo solo sintetizzato, con una seria disamina del risvolto economico in termini di costi per l’Allevatore, di riflessi (della suddetta pratica delle sincronizzazioni come metodo “normale” di gestione riproduttiva della mandria) sul benessere delle bovine, ed infine anche di incidenza sul costo definitivo del litro di latte. Se si vuole veramente continuare con tale sperimentazione, la si dovrebbe realizzare solo in aziende sperimentali e non sulla pelle (e sul portafoglio) degli allevatori. La buona buiatria reale non ha niente a che fare con lo sperimentalismo zootecnico, col quale (sperimentalismo) la stessa buiatria si è sempre confrontata fin dagli inizi. La buona teriogenologia non è nata ieri e la clinica della riproduzione ha già chiarito (!) tutti i problemi basali della gestione riproduttiva: si tratta di tenerne conto, adattando ovviamente le soluzioni alla radicalmente nuova situazione dell’allevamento moderno. (Per concludere la nostra puntualizzazione sulla buona gestione della mandria da latte, disponiamo dei risultati riproduttivi ed economici di moderne mandrie da latte italiane e presenteremo in una prossima occasione gli stessi, a confronto con quelli di altre mandrie, a gestione prevalentemente commerciale-farmacologica- industriale).
Calori, fecondazione, fertilità nelle bovine da latte: le buone pratiche da seguire
*L’osservazione ed il rilievo dei calori costituiscono il fondamento della buona gestione riproduttiva della mandria bovina da latte. I criteri classici di rilevazione dei calori conservano tutta la loro validità anche con l’avvenuta evoluzione delle vacche da latte verso l’alta produzione; semmai sono ancora più importanti oggi, dato l’accorciamento della durata e l’affievolimento delle manifestazioni di calore. La normale gestione della riproduzione dovrebbe assolutamente prevedere, in ogni caso, un responsabile (uomo!) competente del rilievo e della diagnosi del calore. Oltre all’osservazione visiva bigiornaliera è fondamentale almeno una osservazione notturna, tra la mezzanotte e le prime ore del mattino. E tutto ciò, si badi bene, indipendentemente dai supporti tecnologici disponibili (podometro, attivometro, tail paintig, determinazione del progesterone, etc) tutti potenzialmente utili, ma non sostitutivi dell’osservazione umana. In particolare è importante anche il rilievo dell’inizio delle manifestazioni estrali, in modo da programmare il successivo intervento di inseminazione nella seconda metà e verso la fine delle stesse. Per confermare lo stato di calore è confermata da tempo l’utilità dell’impiego corretto (igiene!) dello speculum vaginale (oltre che dalla letteratura anche da una notevolissima esperienza personale)
* L’utilità della presenza di uno ( o più) tori aziendali, non all’interno della mandria, ma in appositi box individuali, è fuori di discussione, sia per la migliore evidenziazione dei calori che per l’eventuale impiego nelle repeat breeders. Si tratta però di una misura piuttosto impegnativa da adottare sul piano tecnico e manageriale (accorgimenti sanitari di biosicurezza, misure antiinfortunistiche) per cui la pratica ottimale del toro aziendale (!) è proponibile solo nelle situazioni di aziende con buone collaudate professionalità. Sul miglioramento delle performances riproduttive della mandria comunque l’impiego del toro aziendale avvicinerebbe la stessa all’optimum della gestione…
*Confermata la diagnosi del calore in atto (l’esame anche con lo speculum è molto utile!), ricordiamo alcuni punti utili per quanto riguarda la fecondazione vera e propria:
1) la scelta del momento più adeguato per l’inseminazione, da sempre(!) si colloca nella seconda metà del calore e verso la fine dello stesso.
2) il seme dev’essere di qualità controllata, non solo dal punto di vista genetico ma anche qualitativo (vitalità etc)
3) igiene routinaria durante le operazioni di scongelamento, lavaggio delle mani dell’operatore prima e dopo la fecondazione, pulizia degli ambienti dove la F.A. viene praticata, buona conservazione del bidone del seme con il rabbocco periodico dell’azoto liquido, la preparazione della vacca e l’ intervento di inseminazione vero e proprio
4) in caso di diverse fecondazioni contemporanee evitare lo scongelamento di diverse paillettes contemporaneamente (!!) per guadagnare tempo
5) dopo ogni inseminazione, per migliorare la fertilità, una misura conclusiva di utilità comprovata è il massaggio energico per un paio di minuti sulla regione dei lombi e della groppa della vacca fecondata con uno strofinaccio di carta impregnato di tintura di iodo o alcool iodato
6) l’impiego dei guanti da parte del fecondatore e delle camicie sanitarie per la pistolet sono ovviamente fuor di discussione
7) per concludere, sarebbe infine opportuno controllare individualmente le bovine nei due-tre giorni dopo l’inseminazione per evidenziare eventuali prolungamenti del calore, possibile segno, fra l’altro, di ovulazione ritardata (e quindi dell’opportunità di ripetere l’intervento fecondativo).
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