Fra i caratteri rari che troviamo nella Frisona non tutti sono legati a malformazioni o disfunzioni che, in grado diverso, influenzano le performances produttive e riproduttive dei bovini da latte in maniera negativa.  Esiste una mutazione che sta diventando progressivamente un elemento importante per la selezione. Sempre più spesso nei cataloghi dei tori questa caratteristica viene evidenziata come un valore aggiunto. Si tratta della mutazione che provoca l’assenza di corna o gene “polled”.

Oggi, grazie alla genomica che permette lo studio degli aplotipi e al recente sviluppo di test specifici che rendono le analisi precise al 100%, è possibile determinare in maniera precisa se un soggetto è omozigote (portatore cioè di due copie della mutazione) o eterozigote (portatore di una sola copia del gene mutato).

Nella Frisona questo carattere è raro, perché nessuno dei riproduttori selezionati per la loro eccellenza genetica per i caratteri di interesse è mai stato portatore della mutazione e, in linea generale, anche oggi i pochi riproduttori portatori della mutazione sono di livello genetico inferiore ai tori al top delle classifiche internazionali.

Di conseguenza, una pratica fondamentale nell’allevamento dei bovini da latte è la bruciatura delle corna nei vitelli che fa sì che da adulti gli animali siano privi di corna e quindi meno pericolosi per se stessi e per le persone che lavorano in mezzo a loro.

E’ vero anche che, come evidenziato di recente sulla rivista online The Bullvine, il gap fra le caratteristiche genetiche dei tori “polled” si sta progressivamente riducendo. I dati canadesi del 2015 riportati sul sito della web community “The Bullvine” (http://www.thebullvine.com/polled-dairy-cattle/is-polled-worth-it/) mostrano come, dal 2012 al 2015, la differenza media fra i tori polled e gli altri tori si sia sostanzialmente dimezzata sia per LPI che per il nuovo indice economico canadese.

La mutazione che provoca l’assenza di corna è particolarmente interessante perché ha un effetto dominante, ovvero basta avere una copia del gene mutato perché il soggetto non abbia le corna, contrariamente agli altri geni recessivi più conosciuti, per i quali occorre che il soggetti abbiano una doppia copia della mutazione perché si manifesti il carattere a livello fenotipico. La Tabella 1, riassume in modo schematico i risultati attesi di accoppiamenti fra soggetti con profili genetici differenti per la mutazione.

Guardando ai dati della tabella, costruire una mandria completamente acorne, una volta che fossero disponibili un numero sufficiente di riproduttori di un certo livello genetico, potrebbe essere un obbiettivo raggiungibile in tempi non troppo lunghi.

I motivi per cui un allevatore potrebbe poter fare questa scelta sono sostanzialmente due:

  1. per chi fa animali da vita potrebbe essere l’occasione di inserirsi in un nuovo mercato di riproduttori;
  2. per chi è attento all’innovazione, si preoccupa del benessere animale e delle future richieste dei consumatori potrebbe essere un modo per differenziarsi dallo standard di allevamento generale.

I tecnici dell’ANAFI, attraverso l’analisi degli aplotipi, hanno stimato nella popolazione italiana una frequenza del gene del’1,67, decisamente un gene raro, almeno fino a oggi.

Questa situazione potrebbe cambiare in futuro anche grazie a nuovi sviluppi scientifici: negli Stati Uniti sono stati di recente prodotti dei soggetti di razza Frisona senza corna attraverso una nuova tecnologia chiamata gene editing. In estrema sintesi, il DNA di questi soggetti di razza Frisona è stato modificato perché diventasse portatore della mutazione solo per questo aspetto, senza modificare nessun altra porzione di DNA. Questo è stato possibile perché in natura esistono razze bovine, come la Angus, che hanno come caratteristica quella di essere naturalmente prive di corna. In pratica, questa tecnica permette di modificare un’unica informazione nel DNA di un soggetto trasferendo la specifica caratteristica da una razza all’altra.

Per ora si tratta ancora di attività di ricerca ma, in un futuro non lontano, se questa applicazione scientifica fosse accettata e divenisse comune, sarebbe possibile creare soggetti d’élite per la selezione che insieme all’eccellenza genetica per produzione, morfologia e funzionalità diano solo figli e figlie senza corna.

Per chi oggi fosse interessato ad introdurre questa caratteristica nel proprio allevamento lo strumento è, ancora una volta, quello di scegliere i tori portatori di questa caratteristica fra i tori disponibili per la FA.

Tabella 1 – Espressione genetica e fenotipica attesa per l’assenza di corna in funzione del genotipo dei genitori.

genetica 1

DOI: 10.17432/RMT.2015-2022