Nella maggioranza delle aziende da latte si fa miglioramento genetico, sia che lo si faccia in modo consapevole, che lo si deleghi ad altri o che lo si lasci decidere al caso.

Di fatto, in ogni azienda da latte che si rispetti, è fondamentale fecondare vacche e manze perché contribuiscano con le loro lattazioni alla produzione aziendale.

Se si fa FA, questo comporta che si scelgano i tori da utilizzare per le fecondazioni, ma anche chi decide di avere i tori in mezzo alle vacche per dimenticarsi del problema fertilità sceglie i maschi per la riproduzione.

In entrambi i casi il numero di maschi che contribuisce alla costruzione della mandria del futuro è molto limitato. Questa scelta viene chiamata selezione e, nel bene e nel male, è questa che determina quale livello genetico avrà la prossima generazione di vacche della stalla e la sua consanguineità. In quale direzione questa scelta muoverà la genetica dell’azienda dipende dal criterio che si utilizza per scegliere.

Qual’è il criterio ottimale?

Sui cataloghi per la vendita dei tori agli allevatori i numeri utilizzati sono tanti e molto diversi fra loro.

C’è l’indice di selezione italiano, il PFT, che combina fra loro caratteri produttivi (kg e percentuali), morfologici (tipo, mammella e arti) e funzionali (longevità, cellule, fertilità) e che è stato aggiornato nel 2009.

Sui cataloghi dei centri che vendono seme di importazione ci sono spesso anche riferimenti al TPI e al LPI, per citare i due più famosi, ma non mancano riferimenti ad altri indici di selezione di altri Paesi.

In linea generale tutti questi indici oggi si assomigliano molto fra loro. In figura 1 troviamo una panoramica degli indici di selezione della Frisona nel mondo aggiornata all’agosto del 2014. Tutti mirano a trovare l’equilibrio ottimale tra produzione e morfo-funzionalità e lo fanno scegliendo di dare più o meno importanza alla produzione, alla morfologia e alla funzionalità. La diversa enfasi data ai singolo caratteri dipende dalla velocità con la quale ci si vuole muovere sui diversi aspetti. Tutti questi indici, inoltre, definiscono un obiettivo generale per tutta la razza.

La situazione di un’azienda in un preciso momento della sua storia a livello genetico può definire priorità di miglioramento che possono essere diverse dall’indice di selezione nazionale.

Facciamo un esempio ed assumiamo che un’azienda abbia un livello produttivo genetico e fenotipico superiore alla media della zona in cui si trova, ed un livello sotto media per la qualità del latte, gli arti e la longevità e fertilità. Considerato che i caratteri su cui si potrebbe concentrare il miglioramento sono molti non esiste una soluzione perfetta, ma opzioni diverse.

In tabella 1 si riporta, come esempio di alcune fra le possibili opzioni, il valore genetico medio dei migliori 10 tori scelti con criteri diversi: PFT, Proteina percentuale, Arti e Piedi, Longevità e Fertilità.  Questo valore rappresenta il livello di superiorità genetica che quel gruppo di tori è in grado di portare all’azienda. E’ facile osservare che il miglioramento più efficace per la longevità lo si ottiene utilizzando i migliori 10 tori attivi per longevità, e senza perdere i kg di latte!

Allo stesso modo è possibile migliorare la qualità del latte, perdendo un po’ in quantità di prodotto, ma non troppo in kg di proteina per lattazione!

Tre considerazioni generali:

– lo step fondamentale nella scelta dei tori se si vuole utilizzarli per il miglioramento della mandria è quello di capire, dai dati aziendali, quali sono gli aspetti più importanti dal punto di vista economico per il futuro dell’azienda;

– se si individua un carattere che è prioritario migliorare, la soluzione più efficiente è quella di scegliere i tori per quel carattere;

– nel caso di più caratteri, nel programma Winthor c’è la possibilità di creare il proprio PFT dando importanza diversa agli aspetti di maggiore interesse.

Tabella 1 – I migliori 10 tori selezionati per PFT, proteina percentuale, Arti & Piedi, Longevità e Fertilità.

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Figura 1 – Indici di selezione per la razza Frisona a confronto (agosto 2014).Il dato USA è riferito al TPI.

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