L’aumento della domanda di prodotti di origine animale e la concorrenza tra alimenti destinati all’uomo, agli animali e alla produzione di bio-carburanti richiedono un utilizzo efficiente delle risorse alimentari per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale dei sistemi di allevamento.

In questo contesto, la cosiddetta Precision Feeding Management (PFM) è diventata un concetto in voga nel settore della produzione del latte, in quanto tende a combinare la corretta gestione alimentare con la sostenibilità ambientale.

La PFM può essere definita come il processo continuo di fornitura di livelli di nutrienti adeguati, comunque non eccedenti i fabbisogni dell’animale, ricavando la maggior parte dei nutrienti da alimenti prodotti all’interno dell’azienda stessa, attraverso l’integrazione fra gestione alimentare e produzione foraggera, allo scopo di mantenere una adeguata sostenibilità ambientale ed economica.

La PFM consente di raggiungere obiettivi in tre aree:

  • Miglioramenti: efficienza nutrizionale, utilizzazione alimenti aziendali, IOFC.
  • Ottimizzazioni: produzione aziendale di foraggi utilizzati direttamente, acquisto di alimenti extra-aziendali.
  • Riduzioni o minimizzazioni: eccessiva fornitura di nutrienti, escrezione ed accumulo di nutrienti (principalmente N, P, K) ed emissioni di GHG.

In altre parole, la PFM mira ad ottenere un’alimentazione equilibrata, cioè corrispondente alle esigenze degli animali, attraverso la fornitura di sostanze nutritive, preferibilmente da risorse alimentari prodotte in azienda, al fine di migliorare la produttività degli animali e ridurre sia i costi di produzione che l’inquinamento ambientale.

Poiché la PFM è misurabile, essa è anche gestibile.  Oltre alla fornitura di quantità adeguate di sostanze nutritive, utilizzando varie metodologie e strumenti, si tiene conto anche di aspetti che migliorano la digestione dei nutrienti e la disponibilità per l’animale e che considerano:

  • Una migliore caratterizzazione degli alimenti utilizzati. In considerazione della grande variabilità nella qualità degli alimenti, soprattutto dei foraggi, la rapida e frequente determinazione della composizione analitica e nutrizionale dei foraggi rappresenta un aspetto chiave. E’ necessario quindi il supporto di laboratori in grado di fornire rapidamente profili analitici adeguati.
  • Determinazione accurata e precisa dei fabbisogni nutrizionali attraverso l’utilizzo di modelli biologici di nutrizione, fra i quali il più diffuso e robusto è il CNCPS il quale è appunto in grado, con un elevato livello di accuratezza, di prevedere i fabbisogni nutrizionali e gli apporti di sostanze nutritive metabolizzabili in ogni specifica situazione di utilizzo. Inoltre, questo modello ha la potenzialità di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra, basandosi sulle più recenti ricerche e contributi.
  • Ingestione di sostanza secca misurata regolarmente e frequentemente. Rappresenta un aspetto chiave nell’ambito della PFM.
  • Ottimizzazione della digestione ruminale e post-ruminale ottenibile con le previsioni consentite dai modelli biologici.
  • Ottimizzazione del metabolismo degli amminoacidi e delle altre sostanze nutritive assorbite a livello intestinale.
  • Utilizzo di additivi e probiotici quando dimostrati utili a migliorare l’efficienza alimentare.
  • Formulazione di razioni equilibrate miranti al soddisfacimento stretto dei fabbisogni, ovvero che riducono al minimo i “margini di sicurezza” che, nella prospettiva della PFM, rappresentano degli sprechi.
  • Alimentazione individuale. Una dieta TMR “equilibrata” per una vacca, può essere “squilibrata” per un’altra vacca. Risulta inoltre probabile che un TMR “equilibrato” per una vacca all’inizio di lattazione possa diventare “squilibrato” per la stessa vacca a metà o a fine lattazione.  Ecco quindi che possono assumere un ruolo importante i sistemi si distribuzione individuale di concentrati in aggiunta al PMR (Partial Mixed Ration).
  • Inventario e corretta allocazione dei foraggi in base alla loro qualità e caratteristiche nutritive.

La applicazione della Precision Feeding Management può richiedere molto tempo ed un approccio gestionale intensivo al fine di massimizzare la qualità dei foraggi, minimizzare l’eccesso di sostanze nutritive fornite, massimizzando così l’efficienza alimentare.  Comunque, gli investimenti in questo sistema porteranno gradualmente stabilità economica all’azienda, benessere agli animali e benefici all’ambiente, aspetti, questi ultimi, di crescente interesse per il consumatore finale dei prodotto lattiero caseari.