L’asciutta è considerato uno dei periodi più importanti della vita produttiva di una bovina. Ma quali sono gli obiettivi che ci proponiamo di ottenere da questo momento fisiologico della bovina?

Uno di questi è sicuramente la guarigione di eventuali infezioni mammarie contratte durante la lattazione. In questo siamo sicuramente favoriti dalla concentrazione dei leucociti che avviene durante il riassorbimento della parte liquida del latte rimasto in mammella, dalla produzione di enzimi ad attività antibatterica e dall’utilizzo di preparazioni antibiotiche specifiche per l’asciutta studiate per una lunga permanenza in mammella. Un altro obiettivo è la preparazione della mammella per la produzione di latte nella successiva lattazione. Durante l’asciutta la mammella subisce un profondo rimaneggiamento cellulare, con una apoptosi iniziale ed una successiva proliferazione cellulare, che prepara la mammella alla nuova lattazione. Questo processo, prima catabolico e poi anabolico, richiede normalmente tra i 30 e i 35 gg.

Inoltre, se possibile, la bovina dovrebbe riuscire a recuperare riserve corporee per la successiva lattazione.

Una sgradita conseguenza di questo periodo è che a seguito delle modifiche nella dieta si ha l’involuzione delle papille ruminali e della loro conseguente capacità di assorbimento degli acidi grassi.
Questa involuzione è tanto maggiore quanto più lungo è il periodo di razione modificata e tanto maggiore è l’involuzione tanto più lungo sarà il tempo necessario alle papille per ritornare alla loro massima capacità di assorbimento degli acidi grassi.

Un lungo periodo di riadattamento delle papille ruminali comporterà un periodo più lungo e profondo di NEB oltre, a volte, ad un rischio accresciuto di acidosi ruminale subacuta. Dopo aver analizzato i principali vantaggi e svantaggi dell’asciutta veniamo alla domanda a cui cercheremo di rispondere: quanto deve durare?

Il mainstream thinking è che DEVE essere di 60 gg, ma qualcuno dice 30-45 gg, Qualcuno seguendo questa seconda ipotesi si è fatto molto male, cerchiamo di capire il perché.

Perché intanto qualcuno vorrebbe che fosse più corta? Beh, potremmo avere una maggiore produzione in questa lattazione a patto di non perderne poi di più nella lattazione successiva. Riusciremmo ad avere un minor disadattamento delle papille ruminali e quindi una più rapida ripresa della loro capacità di assorbimento degli acidi grassi.

Tenere la bovina sulla dieta da lattazione più a lungo potrebbe permettere alla bovina di recuperare più riserve corporee, anche se in mungitura, a causa del quadro ormonale di fine lattazione che favorisce il deposito di riserve corporee anzichè la produzione di latte.

Dobbiamo però dare tempo ai meccanismi di difesa, insieme all’antibiotico da asciutta, di avere ragione delle infezioni preesistenti ed alla mammella di compiere il ciclo di rigenerazione delle cellule secernenti alveolari .

Quindi la mia idea è stata quella di calcolare una asciutta “personalizzata” per ogni singola bovina. Cosa considerare?

  1. conteggio cellule somatiche degli ultimi 3 controlli funzionali
  2. numero di lattazione
  3. BCS all’asciutta
  4. gg di lattazione della precedente lattazione

questi sono i risultati di una prova di campo effettuata in un’azienda per circa 3 anni:

amb e mng

Le bovine che raggiungevano i 70 gg di asciutta erano indotte al parto. Erano considerate croniche le bovine che avevano  SCC >200000 cell/ml sia all’ultimo controllo della lattazione precedente che al primo della nuova lattazione.

Come si può evincere dalla tabella solo le bovine con meno di 35 gg di asciutta hanno avuto un calo produttivo così importante da far ritenere economicamente svantaggiosa la scelta di accorciare così tanto l’asciutta. Per le altre classi di asciutta non si è notato un calo produttivo che non potesse essere compensato dall’aumentata produzione nella lattazione precedente. In aggiunta a ciò, la riduzione del periodo di asciutta ha comportato anche una riduzione del periodo parto concepimento senza evidenziare un aumento delle bovine croniche, segno che la % di guarigione delle infezioni preesistenti non era stata influenzata dalla ridotta lunghezza della asciutta.

Un ulteriore vantaggio apportato da un periodo di asciutta più corto nelle attuali condizioni di molti allevamenti è quello di ridurre il sovraffollamento in asciutta, che sappiamo essere una delle condizioni più deleterie per una corretta transition.

Così anche una oculata gestione della lunghezza dell’asciutta può rientrare in un panel di servizi che, come professionisti, possiamo offrire al fine di migliorare il reddito dei nostri clienti.