Negli ultimi anni l’aumentare del numero di capi in lattazione nelle aziende zootecniche ha reso necessario ripensare la gestione degli spazi per gli animali in crescita e per le vacche asciutte. L’aumento delle vacche da latte infatti ha spesso sottratto spazio a queste categorie di animali, e anche quando non è avvenuto, il maggior numero di animali da rimonta e di asciutte ha reso gli ambienti precedenti inadeguati.
Inoltre, come si sa, il costo alimentare di una manza in crescita è la seconda voce di costo tra tutti quelli alimentari della mandria e quindi, specialmente per questa categoria di animali soluzioni efficienti che facciano ridurre i costi sono sempre più attuali.
Recentemente il gruppo Dairy Extension dell’università del Wisconsin ha dato seguito ad un lavoro del 2013 che aveva confrontato le performance di 18 manze allevate al pascolo per 2 periodi di 6 mesi (da maggio a ottobre) in 2 anni consecutivi con quelle di 18 manze allevate in stalla alimentate con TMR.
Le manze allevate al pascolo sono entrate in lattazione a circa 24 mesi, come quelle confinate.
In questa prova l’incremento ponderale giornaliero nel primo anno di pascolamento è stato di 0,82 kg al giorno per le manze allevate al pascolo contro 0,93 kg al giorno per quelle allevate in stalla, ma nel periodo invernale le manze al pascolo, una volta ritirate in stalla, hanno mostrato un fenomeno di accrescimento compensativo.
Alla fine della prova gli animali mostravano un peso corporeo similare e un accrescimento analogo, ma durante la prima lattazione la produzione di latte è stata sensibilmente maggiore nelle manze allevate al pascolo, cosi come il consumo di SS che è stato mediamente di circa 1,5 kg in più.
I ricercatori quindi hanno replicato lo studio a partire dall’annata 2023.
Al termine del primo anno l’incremento ponderale per entrambi i trattamenti è stato simile e anche gli altri parametri come altezza, profondità della groppa, lunghezza del corpo e circonferenza all’altezza del cuore non presentavano alcuna differenza significativa.
Rispetto al lavoro precedente è stato misurato lo spessore del grasso dorsale che è stato significativamente maggiore (circa 1 mm) negli animali confinati in stalla. Sarà interessante osservare i risultati del secondo anno di crescita, disponibili tra poco ed i risultati della prima lattazione della prova in corso
Paragonando i bovini agli umani l’ipotesi di lavoro è di trovarci difronte a degli atleti (maggior superfice respiratoria, minor grasso) rispetto a persone che conducono una vita sedentaria.
La ragione per continuare questo studio non è solamente scientifica, ma come detto prima, riguarda anche un aspetto economico e potrebbe essere una soluzione per gli allevamenti che hanno spazi limitati in stalla.
Inoltre la percezione del consumatore per sistemi estensivi come questi è molto favorevole e potrebbe migliorare l’opinione nei confronti della zootecnia da latte intensiva.
Il sistema di pascolamento dovrebbe essere simile a quello che si svolge in sud America durante la fase di crescita degli animali. La maggior efficienza del pascolamento si ottiene con un’alta carica istantanea di animali per pochi giorni e frequenti cambi di superfice pascolata. La durata di pascolamento delle parcelle può essere di 2, 4 o 8 giorni.
La produzione di SS pascolabile in un loietto annuale che viene turnato 7 volte in una stagione con un periodo di riposo tra un pascolamento e il successivo tra i 25 e i 30 giorni è di circa 8000 kg di SS. Quindi calcolando un consumo di SS da foraggio di circa 5,5 kg di al giorno per capo, (mediando quella del primo anno di vita con quella del secondo), ogni ettaro di pascolo occupato per i 200 giorni di disponibilità del pascolo stesso potrebbe nutrire circa 70 animali in crescita con una supplementazione minerale e nutrizionale che non implichi complicazioni strutturali (Blocchi) e un portaballoni, con fieno a disposizione, regolare specialmente per il secondo anno di vita
Oltre a queste osservazioni bisogna immaginare dove inserire un erbaio annuale nelle rotazioni di una azienda zootecnica, come ridurre la varietà potenziale nella velocità di crescita degli animali e come strutturare i recinti esterni, regolare l’accesso all’acqua di abbeverata e garantire le zone d’ombra.
Ho parlato di struttura dei recinti esterni perché per le parcelle interne si sta diffondendo negli USA la tecnologia del virtual fencing che consiste nel parcellizzare il pascolo tramite una App che permette di suddividerlo virtualmente.
Il riconoscimento degli animali avviene via GPS tramite un dispositivo simile a quello per la rilevazione dei calori e della ruminazione già in commercio. Questo dispositivo “avverte” l’animale tramite un suono che si sta avvicinando al confine virtuale della parcella e quando lo “urta” le somministra una blanda carica elettrica. Questa tecnologia consente di risparmiare mano d’Opera per lo spostamento dei recinti, di controllare singolarmente gli animali, insomma un peon digitale.
Mi è sembrato interessante condividere questa ricerca ed anche la soluzione tecnologica del virtual fencing, pur rendendomi conto che nella realtà italiana ci sono alcuni limiti ambientali. Ciononostante a mio parere nelle aziende che hanno zone marginali, pioppeti o addirittura impianti di agrifotovoltaico potrebbe risultare una soluzione praticabile fin d’ora.
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