Come è tradizione da qualche anno, con la valutazione di dicembre 2022 ANAFIBJ introduce delle novità. Ci sono infatti 5 nuovi indici a disposizione degli allevatori di razza Frisona. Quali sono e a che cosa possono servire?

Sono sei in totale e più precisamente:

  • l’indice benessere che combina fra loro indici già esistenti;
  •  l’indice per l’urea;
  •  l’indice per la persistenza;
  • l’indice per l’età al primo parto;
  • gli indici diretto e materno per la lunghezza della gestazione.

Tutti i nuovi indici sono pubblicati sulla scala dei caratteri funzionali, cioè hanno media 100 e deviazione standard 5, e i soggetti con indici superiori a 100 trasmettono un fenotipo più favorevole alla progenie.

Indice benessere

Questo nuovo strumento è stato pensato per dare modo agli allevatori di misurare la capacità di un toro o di una bovina genotipizzata di trasmettere alla progenie le caratteristiche di salute, robustezza e durata che la rendono capace di rimanere in allevamento a produrre per lungo tempo ed in uno stato di benessere ottimale, e di monitorare il livello genetico della mandria, se genotipizzata, per questo aspetto. In figura 1 è riportata l’importanza data a ciascun elemento che vi contribuisce. Ai soggetti polled, la cui progenie, in totale o in parte, non necessita di decorazione, viene dato un premio e vengono penalizzati i soggetti portatori di aplotipi e geni recessivi.

Figura 1 – I caratteri inclusi nel nuovo indice benessere e la loro importanza relativa in percentuale.

L’indice ha correlazioni molto elevate con PFT, IES e ICS-PR e con longevità, fertilità e salute della mammella. Le correlazioni con la produzione sono positive e moderate. Questo significa che è possibile migliorare la produttività ed insieme il benessere della mandria. I soggetti con valori superiori a 100 sono quelli che trasmettono un maggior livello di benessere.

Indice urea

Obiettivo di questo indice, da anni ufficiale nei Paesi Bassi, è quello di mettere a disposizione degli allevatori uno strumento per identificare i soggetti che hanno una migliore efficienza azotata, cioè che sono in grado di trasformare una maggiore quota della proteina assunta con la razione in proteina % del latte con la conseguente eliminazione di una minore quantità di urea nell’ambiente.

I dati di partenza provengono dai controlli funzionali e vengono stimati sulla base del rapporto fra proteina % e urea %. I soggetti con valori superiori a 100 sono quelli che trasmettono una maggiore efficienza azotata. 

Indice persistenza

L’indice per la persistenza, quantificato dal rapporto fra la produzione a 60 giorni (intorno al picco) e a 280 giorni di lattazione, è disponibile dal 2004 per tutti i tori italiani provati: fa parte di quegli indici che la valutazione test-day model permette di ricavare a fine calcolo. È pubblicato su una scala con media 100 e deviazione standard 5, e combina fra loro la persistenza in prima lattazione con un peso del 50%, e in seconda e terza lattazione con un peso ciascuna del 25%. Da dicembre 2022 sarà disponibile anche per i tori provati di importazione e per tutti i tori genomici. L’indice di persistenza permette di mettere a punto programmi di selezione per il miglioramento del livello produttivo e per la funzionalità più efficaci. Le bovine con una persistenza più elevata hanno una produzione al picco meno estrema e di conseguenza sono in grado di mantenere un livello di funzionalità ottimale anche nei primi mesi di lattazione, inoltre mantengono un livello produttivo elevato più a lungo nel tempo. I soggetti con valori superiori a 100 sono quelli che trasmettono una maggiore persistenza. 

Indice età al primo parto

L’indice misura la capacità di un riproduttore di trasmettere alla progenie una maggior precocità, cioè di generare vitelle in grado di arrivare prima, se correttamente allevate, al primo parto. Molti studi mostrano che un’età media al primo parto intorno a 22-25 mesi è quella che porta al livello più elevato di latte prodotto in carriera. L’ereditabilità del carattere stimata è intorno al 4%. I soggetti con valori superiori a 100 sono quelli che trasmettono una maggiore precocità. 

Indice lunghezza gestazione

È stato dimostrato da numerose ricerche che la lunghezza di gestazione ha un’incidenza economica importante in un allevamento da latte. Valori estremi in negativo o positivo sono collegati ad una percentuale più elevata di nati morti, e agestazioni molto lunghe sono associate anche ad una maggiore difficoltà di parto. Come per il carattere facilità al parto, c’è una componente genetica legata al padre del vitello che dovrà nascere ed una associata alla bovina che partorisce. L’effetto collegato al vitello ha un’ereditabilità del 43% mentre quello materno dell’8%. La correlazione genetica tra le due componenti è, come atteso, negativa e pari al 50%.

Valori superiori a 100 indicano gestazioni più corte sia per l’indice diretto legato al toro che per quello materno legato alla madre. 

Troppi indici?

Qualcuno si domanderà se non siano forse troppi così tanti indici, e forse ci vorrà un pò di tempo per conoscerli e valutare se possono essere utili nei propri piani di selezione aziendale. Tra tutti forse il benessere è quello a cui dare più attenzione da subito, considerata l’importanza che i consumatori danno a questo aspetto da qualche anno. Per tutti gli altri è utile fare questa considerazione: forse non sembreranno utili da subito, ma è meglio averli a disposizione in caso di necessità che non averli affatto. Ciascuno a suo modo, sono tutti elementi che possono contribuire a costruire redditività, generazione dopo generazione, nel tempo.