LA SALUTE DELLA VITELLAIA PILASTRO PER LA SALUTE DELLA MANDRIA

Partendo dal presupposto che l’obiettivo finale è una mandria sana e produttiva, bisogna iniziare ad investire di più sulle ultime fasi della gravidanza per riuscire ad avere il massimo risultato. Come? Iniziando dalla fase dell’asciutta, dove la capacità materna di sintesi di un colostro ad elevata concentrazione di Ig garantisce al vitello neonato una spiccata capacità immunitaria e, di conseguenza, la possibilità di porre le basi per un accrescimento più rapido, una minor morbilità e mortalità. Questi presupposti permettono di raggiungere precocemente la fertilità, dato che il peso/taglia  ideali per la prima fecondazione, sono i requisiti fondamentali per avviare la manza alla propria carriera produttiva.

Vorrei sottolineare come la salute del vitello è fortemente influenzata, ancora prima della sua nascita, dallo stato di salute della madre, dall’alimentazione e dall’ambiente in cui questa trascorrerà la fase d’asciutta. È infatti dimostrato come la colostrogenesi dipenda da questi fattori e numerosi altri, come l’età della madre, la stagionalità, la razza e il trascorso produttivo della madre.

Il concetto fondamentale è di offrire un’asciutta priva di fonti di stress in un ambiente confortevole e salubre, offrendo così le condizioni ideali per la sintesi di un colostro di ottima qualità.

Per citare una delle numerose fonti di stress con i maggiori svantaggi, si può prendere come esempio il sovraffollamento. Questa condizione infatti si ripercuote non solo sull’ambiente, diminuendo l’igiene e aumentando la carica virale/batterica della lettiera, ma diminuisce inoltre la disponibilità di spazio per coricarsi e ostacola il libero accesso alla greppia (condizione molto sfavorevole per le primipare). Tutto questo influenza negativamente il benessere generale delle vacche che di conseguenza si traduce nella sintesi di un colostro di qualità inferiore.

Per ridurre i fattori di rischio ambientali e manageriali, vanno attuati protocolli standard e seguite attente misure igienico sanitarie anche nella sala parto.

Immagine 1 FATTORI DI RISCHIO

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Una gestione corretta della vitellaia, mirata a “prevenire piuttosto che intervenire”, vede l’applicazione di protocolli gestionali per ogni fase della vita del vitello. Questo permette di uniformare il lavoro e potenziare le risorse umane che, spesso, vengono incaricate di eccessivo lavoro senza indicazioni e un ordine specifico delle operazioni routinarie di una vitellaia. La possibilità di applicare schemi di lavoro riduce il margine di errore e gioca a favore dell’obiettivo finale che ci si pone di raggiungere.

Le prime ore di vita del vitello sono per noi decisive e ci permettono di investire da subito sull’obiettivo finale di un futuro animale sano e produttivo. Le buone pratiche gestionali sono la base del successo e prevedono anche per questa fase uno schema di lavoro rigoroso.

Entro un’ora dalla nascita il vitello va allontanato dalla madre, pesato e spostato in un box singolo, preferibilmente dotato di una lampada a infrarossi per favorire il mantenimento della temperatura corporea nei primi giorni di vita.

È fondamentale somministrare il colostro data la sua funzione nutriente ma soprattutto per il ruolo di trasmettere in modo passivo il corredo anticorpale materno.

Il vitello alla nascita è sprovvisto di anticorpi a causa della struttura anatomica della placenta, la quale è cotiledonare, epiteliocoriale e moderatamente deciduata.

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Esistono altri fattori della gravidanza e ormonali del parto che giocano a sfavore della presenza di anticorpi nei tessuti del vitello. Pertanto la protezione immunologica deve essere garantita con l’assunzione di colostro ( C.C.L Chase et al, 2008).

Il colostro è sintetizzato dalla ghiandola mammaria ed è costituito principalmente da anticorpi, citochine e cellule. Le immunoglobuline sono la componente più importante e quella più delicata data la loro termosensibilità. Va inoltre ricordata la loro breve emivita nella ghiandola mammaria dopo il parto. La seconda classe di sostanze sono le citochine, che forniscono un aiuto allo sviluppo del sistema immunitario del neonato. Infine le cellule della linea bianca quali i macrofagi, i neutrofili e i linfociti aumentano la capacità di difesa locale sulla mucosa intestinale.

Alla base di una colostratura efficace c’è un programma di gestione dove le caratteristiche del colostro sono valutate e il suo management aziendale pianificato in modo strategico. Tutto questo si basa sui quattro principi riportati nello schema.Cattura.PNG n 

A garanzia di una buona igiene il colostro va munto dopo aver pulito accuratamente la mammella, conservato in recipienti puliti, mantenuto refrigerato o congelato. Va ribadito che il vitello non deve assumere il colostro direttamente dalla madre per evitare di ingerire patogeni, che oltre ad esser responsabili della diarrea neonatale ostacolano l’assorbimento delle immunoglobuline ( H. Chester-Jones 2009). Il colostro di vacche affette da mastite incide sia sull’igiene che sulla qualità.

E’ stato dimostrato che la pastorizzazione del colostro a 60° C per 60 minuti offre la possibilità di ridurre la carica batterica iniziale, aumenta la capacità di assorbimento intestinale del vitello e permette la conservazione del colostro per 8-10 giorni refrigerandolo a 4°C (S. Godden 2008).

La qualità del colostro è basata sulla concentrazione di Ig in g/L, e il valore minimo per un colostro di buona qualità è di 50 g/L. Esiste anche la possibilità di misurare la qualità con un refrattometro munito di scala Brix, che misura i solidi totali presenti in un liquido per mezzo della rifrazione della luce attraverso il liquido stesso. Rapportare la concentrazione di Ig g/dl è semplice data la possibilità di usare questa scala di misura, su cui confrontare il risultato ottenuto col refrattometro.

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La qualità è uno dei 4 principi, ed è quello esposto a un numero elevato di variabili, a cui spesso non si può porre un rimedio diretto. Qui di seguito elenchiamo alcune tra queste come l’età della vacca, la razza, l’alimentazione, la stagione, il rischio corso a causa di una mastite e le perdite di colostro dalla mammella. Vi sono poi variabili che possiamo controllare come la lunghezza della fase dell’asciutta e i vaccini che possono esser somministrati in questa fase, non conservare pool di colostro e ancora la tempestività di mungere la vacca dopo il parto. Il grafico qui di seguito mostra come col trascorre delle ore la concentrazione di Ig diminuisce in modo esponenziale nella mammella.