Gli ultimi aggiornamenti di PFT e Net Merit hanno entrambi ridotto il peso dato ai caratteri morfologici. Nell’aggiornamento di agosto 2021 il peso della morfologia di mammella ed arti nel principale indice economico USA è infatti passato dal 10 al 4%. Il risultato di entrambe queste modifiche è che sempre più spesso, nelle prime posizioni in classifica di entrambi questi indici, ci sono tori con livelli genetici per tipo, mammella, e arti e piedi vicini allo zero o, in alcuni casi, anche negativi.

La figura 1 riporta una sintesi del peso dato alla morfologia nei principali indici di selezione della Frisona. Con la formulazione attuale, il peso dato alla morfologia nel PFT non sta più fra il Canada e gli Stati Uniti, ma si avvicina agli indici francese (ISU), tedesco (RZG) ed olandese (NVI latte). L’Italian Style di oggi, quindi, non è più l’equilibrio fra la selezione spinta verso la produzione USA (TPI) e quella spinta verso la morfologia del Canada (LPI), ma è qualcosa di diverso da prima e che forse i più devono ancora comprendere bene.

Figura 1 – L’importanza data ai caratteri morfologici nei principali indici di selezione della Frisona.

Dare più peso a produzione, funzionalità ed efficienza è la direzione giusta? La morfologia non deve più essere considerata importante nelle scelte dei tori per la FA?

Quanto deve contare la morfologia nella selezione della Frisona moderna? Per rispondere a questa domanda occorre fare quattro importanti considerazioni, che sono:

  1. dare il corretto valore economico ad una mammella robusta e forte, capace di durare nel tempo e di rimanere sana e funzionale lungo le lattazioni, o alla correttezza morfologica di un animale nel suo insieme o ad un’apparato locomotore funzionale e poco suscettibile alle zoppie, non è facile. É un valore economico nella maggior parte dei casi indiretto e determinato dalle forti correlazioni che i caratteri morfologici lineari hanno con i caratteri produttivi, funzionali e anche di efficenza.
  2. I dati delle valutazioni morfologiche che in Italia continuano ad essere raccolti su quasi tutte le primipare delle aziende che aderiscono al controllo funzionale costituiscono un serbatoio prezioso di informazioni sulla funzionalità complessiva degli animali che vengono raccolte molto presto nella vita di una bovina.
  3. La conformazione della mammella incide sulla durata degli animali in stalla, sulla capacità produttiva dei soggetti e sulla loro capacità di difendersi dalle infezioni mammarie.
  4. La funzionalità di arti e piedi è legata alla salute del piede ed alla capacità degli animali di accedere alla mangiatoia, agli abbeveratoi ed al robot di mungitura.

É probabile che la risposta più corretta sia non quanto peso debba avere la morfologia ma quali caratteri morfologici siano essenziali per la costruzione della mandria del futuro, insieme a caratteri produttivi ed a quelli funzionali. L’obiettivo è chiaro, ed è avere animali che diano produzioni di qualità, sani e capaci di rimanere in stalla oltre 4 lattazioni.

Può essere che sia necessario in futuro raccogliere nuove informazioni o cambiare il modo in cui si valutano alcune caratteristiche perché siano di ancora maggiore aiuto nel raggiungere la massima efficienza produttiva ed economica.

Una cosa è certa: la morfologia, quella che supporta ed esalta la funzionalità produttiva, riproduttiva e metabolica della bovina, e non quella che la colloca necessariamente al primo posto nel ring, non può non continuare ad essere una parte importante della selezione.