Il dibattito sull’impatto della taglia sulla produttività e la funzionalità delle vacche da latte è sempre aperto. Ci sono scuole di pensiero che promuovono la riduzione della taglia degli animali che alcuni studi dimostrano essere legate ad una migliore funzionalità e quindi ad una più facile gestione associata ad un minor costo e altre che continuano a sostenere che una maggiore capacità corporea è indice di una vacca più capace di trasformare ciò che mangia in kg di latte, grasso e proteina prodotta.

Uno studio recente pubblicato sul Journal of Dairy Science di settembre 2012 da ricercatori dell’Università del Minnesota conferma ancora una volta che confrontando due linee selezionate nel tempo per la taglia esistono differenze significative a favore delle vacche di taglia più piccola (590 kg di media al parto contro 670 kg e 7 cm di differenza in statura fra le due linee nei tre parti) nei costi di gestione legati a trattamenti sanitari. Questa differenza è dovuta soprattutto all’incidenza di dislocazioni in prima lattazione e in problemi legati a zoppie. Studi precedenti avevano mostrato l’impatto negativo della taglia sulla longevità. La questione rimane comunque controversa ed è confermata dalla differenza che esiste fra TPI, l’indice ufficiale della Holstein Americana, e il Net Merit, l’indice economico pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura Americano (USDA). Nel TPI viene data un 28% di enfasi ai caratteri morfologici tra cui uno dei più importanti è il punteggio finale in cui la taglia corporea ha un valore positivo. In Net Merit che per costruzione dà enfasi ai caratteri in funzione del loro valore economico sulla redditività dell’azienda dal 2000 ha inserito un peso negativo sulla taglia corporea. Sul sito dell’USDA ( http://aipl.arsusda.gov/reference/nmcalc.htm ) è possibile approfondire in dettaglio come sono stati calcolati i valori economici di ogni caratteri inserito nell’indice, le correlazioni esistenti fra i caratteri e le motivazioni per cui si è giunti ad inserire caratteri con enfasi negativa. Per quanto riguarda la taglia corporea l’enfasi negativa data dalle analisi economiche è anche dovuta all’aumento dei costi di alimentazione delle vacche che a parità di produzione sono più elevati per le vacche di taglia superiore.

Il problema, in realtà, è che la Holstein americana negli anni è stata fortemente selezionata per una taglia più elevata e forse oggi questa scelta andrebbe ripensata. Il suggerimento che mi sembra più sensato è quello di utilizzare l’approccio economico. Quali sono i caratteri più importanti per la redditività della mia azienda oggi? Si sa da tempo che nel lungo termine la selezione per il solo aumento di produzione non è più realistica ma che occorre selezionare per animali anche più funzionali guardando a mammella, arti e piedi, cellule, longevità e fertilità. Selezionando per questi obiettivi insieme si arriverà probabilmente costruire una mandria che avrà la taglia ottimale per le proprie condizioni economico produttive.

Bibliografia utile Becker J. C., B. J. Heins , and L. B. Hansen.2012. Costs for health care of Holstein cows selected for large versus small body size. Jornal of Dairy Science 95 :5384–5392.