Questa parte importante della nutrizione della vacca da latte è quella che sembra sfuggire di più alle regole della scienza ossia appartenere al mondo del “ vale tutto e il contrario di tutto” anche se ha un impatto sensibile sui costi di produzione del latte e sulla longevità produttiva delle bovine. Per tutte le specie allevate per produrre alimenti per l’uomo ci sono scienziati e enti di ricerca che ogni tanto producono tabelle o algoritmi che servono a calcolare i fabbisogni di nutrienti . Il più autorevole di questi “enti” è sicuramente il “National Research Council” statunitense che periodicamente raccoglie le ricerche effettuate in tutto il mondo sulla nutrizione animale. I criteri di valutazione della ricerca e il sistema attraverso il quale vengono reclutati gli autori dei vari argomenti trattati è garanzia di rigore e imparzialità. Nell’edizione 2001 (ultima) dedicata alla vacca da latte “Nutrient Requirements of Dairy Cattle” ci sono i capitoli dedicati alla nutrizione minerale e vitaminica con annesse tabelle per il calcolo dei fabbisogni di cui è allegato un esempio tradotto in italiano. I fabbisogni vengono generalmente espressi come concentrazione della sostanza secca della razione e variano principalmente per i giorni di lattazione ed il livello produttivo. Seguendo la tabella sottostante per calcolare ad esempio il fabbisogno giornaliero di zinco per una bovina di razza frisona, di 65 mesi d’età di BCS 3.00 che produce a 90 giorni di lattazione kg 35 di latte e che ingerisce kg 23.6 di sostanza secca e a un peso corporeo di kg 680, si vede che la razione deve avere una concentrazione di zinco di 48 mg per chilo ( ppm ). Se una bovina in questa fase ingerisce appunto kg 23.6 di sostanza secca basta moltiplicare 48 per questo valore e ottenerne il fabbisogno giornaliero.
In queste tabelle non si trovano fabbisogni di vitamine del gruppo B come la B12, la colina, etc. perché le ricerche di allora dimostravano che il rumine è in grado di produrne abbastanza per se e per la bovina. Quando si voglia analizzare attentamente se le nostre bovine ricevono abbastanza minerali e vitamine si deve tenere conto di quelli, e ciò avviene principalmente per macro-minerali come il calcio, il fosforo, il sodio, il potassio, lo zolfo e il cloro, che sono presenti negli alimenti e che possono turbare la salute degli animali sia per un loro eccesso che per un loro difetto. Una puntualizzazione va fatte per i cosi detti antiossidanti ossia la vitamina A, la vitamina E, il rame, lo zinco, il manganese ed il selenio che costituiscono i punti fondamentali del sistema antiossidante dell’organismo molto importante per “atleti metabolici aerobi” come lo è la vacca da latte. Sono ormai noti i danni gravi alla salute derivanti dallo stress ossidativo sia in transizione che nelle prime fasi di lattazione. Nonostante l’NRC , così si chiama in gergo zootecnico, sia stato pubblicato ormai 12 anni fa e basato su ricerche ovviamente antecedenti capita ancora molto spesso di trovare razioni carenti di antiossidanti per l’abitudine di alcuni di valutare l’integrazione fermandosi alla prima voce dei componenti di un cartellino ossia la vitamina A solitamente in eccesso rispetto ai fabbisogni. Per dare un contributo concreto all’obiettivo di migliorare la longevità produttiva di una bovina e la sua fertilità è bene periodicamente verificare l’apporto effettivo dei minerali nella razione e delle vitamine più importanti confrontando i fabbisogni, le analisi dei macro-minerali degli alimenti e se lo si ritiene necessario fare un’ analisi quantitativa della loro presenza nel sangue. Qualora si diagnostichi una carenza di antiossidanti è spesso consigliabile adottare vitamine A ed E rumino-protette e oligoelementi ad azione antiossidante chelati per aumentarne il tasso di assorbimento intestinale.
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