La listeriosi è una malattia infettiva degli animali e dell’uomo sostenuta dai batteri appartenenti al genere Listeria. Listeria monocytogenes è la specie più importante sia in medicina veterinaria che in medicina umana.
La listeriosi è la causa principale di meningoencefalite nel bovino adulto nel quale può occasionalmente provocare anche l’aborto mentre negli animali giovani è causa di sepsi (setticemia).
La listeria è un piccolo batterio Gram positivo, non sporigeno, di forma bastoncellare e mobile per la presenza di flagelli. Le sue caratteristiche peculiari lo rendono particolarmente insidioso e resistente:
- È alofilo, e quindi capace di resistere in ambienti con un’alta concentrazione di sale.
- È psicrotrofo, la temperatura ottimale di replicazione è di 37°C ma è in grado di moltiplicare a temperature decisamente inferiori (fino a 2,5°C).
- È abbastanza termoresistente, riuscendo a moltiplicare fino a 45°C ma viene velocemente inattivato dalla temperatura di cottura.
- È resistente ad un ampio range di pH riuscendo a rimanere vitale da pH 4,5 fino a pH 9,6.
È un batterio praticamente ubiquitario ed è possibile isolarlo da una grande varietà di materiali: feci, terreno, acqua e materiale organico di origine vegetale. Le principali fonti di infezione nei ruminanti domestici sono gli insilati di mais e di erba, e il fieno fasciato. La corretta preparazione e fermentazione degli insilati offre una valida protezione poiché il raggiungimento di un pH inferiore a 5.0 blocca la moltiplicazione della listeria. Per contro, il materiale insilato con un pH superiore a 5 è il principale fattore di rischio per la listeriosi nei ruminanti in quanto permette al batterio di crescere e moltiplicarsi.
L’infezione prende origine da soluzioni di continuo della mucosa orale, nasale e congiuntivale. L’infezione per via gastrointestinale, più comune nell’uomo, è piuttosto rara nei ruminanti. Nel vitello giovane la via più comune è quella orale, ed è favorita dall’eruzione dei denti che altera l’integrità delle gengive. Superata la mucosa, le listerie raggiungono il cervello per via retrograda all’interno degli assoni della branca sensoriale del nervo trigemino attraverso le sinapsi. Gli altri nervi cranici rappresentano una via d’infezione molto rara, sebbene possano poi essere comunque lesionati durante la progressione della malattia. Il periodo di incubazione talvolta è lungo, anche di diverse settimane. Raggiunto il sistema nervoso centrale, il microrganismo prolifera in esso provocando neurite, encefalite e meningite. La lesione istologica classica, riferibile all’infezione da listeria, è rappresentata dai microascessi che sono la conseguenza di aree focali di necrosi. Dal sistema nervoso centrale la listeria diffonde nell’organismo e, nella bovina in gravidanza, può colonizzare l’utero e il feto determinando un aborto tardivo, natimortalità e, più raramente, la nascita di vitelli vivi ma con una meningoencefalite in atto.
Il vitello neonato può infettarsi:
- In utero, dal passaggio di batteri per via transplacentare.
- Al momento della nascita, per via verticale, in seguito all’inalazione e/o ingestione di fluidi corporei della madre.
- Dal contatto orale con materiale ambientale contaminato come feci, paglia ecc. nella sala parto e nelle gabbiette di ricovero.
- Dall’ingresso di batteri attraverso l’ombelico in sala parto o nelle gabbiette di ricovero non pulite e disinfettate.
Sintomatologia
Nel primo periodo della malattia i principali segni clinici che contraddistinguono la listeriosi sono la depressione del sensorio, l’anoressia e la temperatura febbrile, sebbene quest’ultimo sintomo non sia sempre rilevabile ed abbia una breve durata. Reperti decisamente meno comuni sono il vomito e il meteorismo ruminale, che si manifestano quando c’è l’interessamento precoce dei nuclei del nervo vago.
La depressione del sensorio è il sintomo principale con cui la listeriosi esordisce e che poi accompagnerà le manifestazioni nervose dovute alla disfunzione dei nervi cranici. La frequente lesione monolaterale dei nuclei del nervo vestibolare determina un comportamento molto comune che è la perdita dell’equilibrio e, soprattutto, il movimento compulsivo in circolo. Per enfatizzare questo sintomo gli anglosassoni si riferiscono alla listeriosi chiamandola “circling disease”.
L’anoressia è in realtà la conseguenza dell’inabilità ad assumere gli alimenti sia solidi che liquidi, ed è dovuta alle lesioni dei seguenti nervi cranici:
- XII paio o nervo ipoglosso che innerva i muscoli della lingua.
- X paio o nervo vago che innerva faringe, laringe.
- IX paio o nervo glosso – faringeo che innerva i muscoli costrittore superiore e stilofaringeo.
- VII paio o nervo facciale che innerva i muscoli mimici della faccia e l’elevatore dell’osso ioide.
- V paio o nervo trigemino che innerva i muscoli della masticazione.
Il nervo trigemino è quasi sempre interessato dal processo patologico mentre le lesioni degli altri nervi cranici possono mancare del tutto o essere presenti solo per alcuni di essi. Per esempio, la lesione del VI paio o nervo abducente è relativamente rara, e quando è presente si manifesta con uno strabismo mediale.
Le lesioni dei nervi cranici sono quasi sempre monolaterali, interessando solo un lato della testa. Le lesioni bilaterali sono decisamente più rare.
I segni clinici con cui queste lesioni si manifestano sono:
- Ptosi del padiglione auricolare. L’orecchio si mostrerà cadente e flaccido.
- Ptosi della palpebra che apparirà semiabbassata e l’occhio parzialmente chiuso.
- Ptosi della lingua che protrude dalla bocca, dallo stesso lato dei nuclei nervosi lesionati.
- Ipersalivazione a causa dell’impossibilità di trattenere in bocca la saliva.
- Cheratite secca. La paralisi della palpebra e l’alterazione della produzione e composizione delle lacrime comporta la disidratazione della superficie corneale.
La listeriosi provoca aborto, generalmente sporadico e spesso limitato nell’ultimo trimestre di gravidanza. La sintomatologia nervosa precedentemente descritta compare raramente nelle vacche che abortiscono. In questi soggetti l’aborto è spesso l’unica manifestazione clinica della listeriosi. Le listerie hanno una particolare predilezione per la placenta dove moltiplicano in grande quantità per poi invadere il feto e provocarne la morte. I feti infetti vengono ritenuti in utero per parecchi giorni dopo la morte, e quando sono espulsi risultano essere quasi sempre autolitici. Le lesioni principali degli invogli sono rappresentate da aree necrotiche giallastre, ben delimitate, che coinvolgono l’apice dei villi cotiledonari ed una placentite intercotiledonare diffusa. Il feto mostra diffuse alterazioni autolitiche e delle piccole aree necrotiche individuabili soprattutto su fegato e milza.
La listeriosi negli ovicaprini
Quanto detto finora per la specie bovina è valido anche per gli ovicaprini. Le principali fonti di infezione sono l’insilato di mais, gli insilati di erba e il fieno fasciato che abbiano un pH superiore a 5 a causa di un’errata fermentazione. La via principale di infezione è quella orale, con il batterio che raggiunge il sistema nervoso centrale penetrando da piccole soluzioni di continuo della mucosa e progredendo all’interno degli assoni. La diffusione del microrganismo in tutti gli organi (sepsi) è particolarmente comune, con una particolare predilezione per l’utero gravido.
I sintomi insorgono precocemente e con più forza rispetto al bovino. La malattia inizia con un rialzo della temperatura corporea, anoressia e depressione del sensorio. Spesso è presente diarrea. Seguono le tipiche manifestazioni dovute all’encefalite:
- Atassia e movimento in circolo.
- Anoressia per impossibilità di prendere, masticare e deglutire l’alimento.
- Paralisi spesso monolaterale dell’orecchio, palpebra, labbra e lingua.
- Cheratite secca.
A differenza del bovino, negli ovicaprini la progressione della malattia è decisamente più veloce e porta rapidamente al decubito forzato e alla morte entro pochi giorni dall’esordio dei sintomi.
L’aborto è una manifestazione patologica piuttosto comune degli ovicaprini con listeriosi. Può avvenire durante tutto il corso della gravidanza ma è più probabile che avvenga nell’ultimo periodo. I feti generalmente vengono ritenuti per diversi giorni dopo la morte e sono espulsi autolitici. Le lesioni placentari e fetali sono le stesse descritte per la bovina. Negli agnelli e capretti si riscontrano un aumentato tasso di natimortalità e numerosi casi di sepsi (setticemia). L’aborto e le manifestazioni neurologiche si manifestano insieme molto raramente.
I batteri del genere listeria sono particolarmente diffusi nell’ambiente e sorprende, vista la loro presenza praticamente ubiquitaria, quanto le segnalazioni di listeriosi nei ruminanti siano relativamente rare. I segni clinici nervosi sono spesso evocativi e anche in caso di aborto, sebbene non sia quasi mai accompagnato dalle manifestazioni neurologiche, le condizioni di autolisi dei feti espulsi orientano fortemente il sospetto diagnostico.
Con tutta probabilità le moderne tecniche di insilamento e conservazione dei foraggi hanno ridotto significativamente il rischio di infezione nei ruminanti allevati. È comunque raccomandabile conoscere bene le caratteristiche cliniche della listeriosi per poter assicurare un efficiente servizio di vigilanza veterinaria.
La listeriosi è una zoonosi e il suo controllo è un dovere per chi opera in ambito zootecnico e ha una grande responsabilità nei confronti della sanità pubblica e la tutela dei soggetti più fragili.
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