Dall’8 febbraio 2013 è finalmente possibile anche per gli allevatori italiani far genotipizzare vacche e manze. Ma a cosa serve genotipizzare? Puo’ essere uno strumento utile anche per chi non seleziona madri di toro o vende torelli ai Centri di FA? Il convegno dell’ANAFI sul tema, tenutosi a Cremona il 7 febbraio 2013, ha offerto interessanti spunti di riflessione e permesso a tutti i partecipanti di capire come gli allevatori di tutto il mondo stiano utilizzando la genomica per migliorare l’efficienza produttiva delle proprie aziende.

Quale chip è meglio utilizzare?

Esistono tre diversi chip in commercio:
1) il chip a bassa densità (7000 marcatori) – Illumina BOVINELD chip
2) il chip a media densità (54000 marcatori) – Illumina BOVINE chip
3) il chip da alta densità (800000 marcatori) – Illumina BOVINE HD chip

Qual’è quello da utilizzare per manze e vacche?

Oggi in tutto il mondo è il chip a bassa densità che si utilizza per le genotipizzazioni in allevamento, mentre il chip a media densità è utilizzato per i tori genomici e in prova di progenie e per le madri di toro e quello ad alta densità per lo studio approfondito del genoma e del funzionamento dei singoli geni. Il chip a bassa densità consente di avere un risultato accurato sia per il calcolo dell’indice genomico accurato che per le diagnosi di parentela e costa meno della metà del chip utilizzato come standard per i tori.

Le strategie di genotipizzazione

Una volta scelto il chip la domanda che segue è relativa ai criteri di scelta degli animali da genotipizzare. Se è vero che la genomica è lo strumento che permette di avere una stima piu’ accurata del valore genetico dei soggetti è altrettanto vero che non sempre ci sono le risorse economiche per far genotipizzare tutti gli animali in una volta.
Non ci sono regole prestabilite su cosa sia meglio fare ed esistono varie teorie.
Il sistema allevatori canadese ne suggerisce tre a chi utilizza lo strumento genomica per la prima volta:
1) genotipizzare tutte le manze al di sotto di un anno di età e quelle non gravide;
2) genotipizzare tutta la stalla;
3) genotipizzare le famiglie importanti (figlie, madri, nonne).
La prima e la terza nel tempo consentono comunque di arrivare ad avere tutta la stalla genotipizzata e questo consente di conoscere la struttura genetica della stalla nella sua completezza e di misurarne l’effettiva consanguineità. Conoscere il genotipo dei propri animali con piu’ precisione ovviamente fornisce strumenti per poter tarare piani di accoppiamento e di gestione della rimonta con maggiore efficacia.

I vantaggi per gli allevatori non iscritti

Sempre l’esperienza canadese ci dice che la genomica può essere utile anche per le stalle non iscritte perchè la conoscenza del profilo genomico dei soggetti in assenza di informazioni anagrafiche registrate ufficialmente consente comunque di discriminare fra gli animali ed individuare i portatori di superiorità genetica. Quindi anche in queste aziende la genomica permette di fare da subito scelte più oculate che incidono sul valore genetico della stalla. Se l’allevatore lo richiede è possibile anche utilizzare la genomica addirittura per ricostruire le informazioni anagrafiche.

I vantaggi per tutti

Oltre alla già citata possibilità di scegliere al meglio la rimonta e le fecondazioni che possono essere di aiuto a tutti gli allevatori due sono gli effetti importanti della genomica. Il primo è quello di poter incidere in maniera più significativa su una delle vie di selezione che fino ad ora avevano una incidenza molto piccola o quasi nulla sul miglioramento genetico: la scelta delle madri delle future vacche. La genomica permette di scegliere meglio i tori e anche le vacche su cui fare le fecondazioni per costruire le generazioni future e permette di farlo sin da quando le vitelle hanno pochi mesi. Il secondo è quello di dare la possibilità all’allevatore di scoprire una vacca di valore genetico superiore in qualsiasi stalla e di valorizzare così il lavoro di una vita. Sono gli americani a dirci che scoprire avere una vacca d’élite permette di avere un reddito aggiuntivo perchè possono:
a) essere opzionate come madri di toro;
b) essere sfruttate per la produzione di ET;
c) essere vendute a chi ne può fare un uso migliore.

La genomica è dunque una opportunità vera per tutti gli allevatori che vorranno sfruttarla per costruire la loro azienda del futuro.