Dal 17 al 22 agosto si è svolto a Vancouver in Canada il 10mo Congresso Mondiale di Genetica Applicata alla Zootecnia.
In un simposio dedicato al miglioramento genetico della fertilità delle vacche, Jenny Pryce del Dipartimento dell’ambiente di Melbourne (Australia) ha presentato i risultati di un’indagine condotta dalla Federazione Mondiale della Holstein.
Quello che ne emerge è un quadro dell’andamento della fertilità nel tempo nelle popolazioni Holstein dei diversi Paesi. In quattro Paesi su sedici si è riusciti ad invertire il trend fenotipico ed in sei il livello genetico per la fertilità si può dire abbia ricominciato a migliorare.
La Figura 1 riporta il trend fenotipico dell’intervallo interparto medio dal 2000 al 2007 nei sedici Paesi che hanno contribuito all’indagine, che è in costante aumento anche se negli ultimi anni il tasso di incremento è rallentato.
La Figura 2 riporta la variazione annuale sull’intervallo interparto a confronto con la variazione annuale nella produzione di latte. Si evidenzia una associazione positiva tra le due variabili. Il dato dell’Italia e dell’Olanda è esattamente sulla linea, i Paesi che stanno sopra la linea sono quelli in cui l’aumento nell’intervallo fra i parti è superiore alla linea di tendenza, sotto la linea troviamo invece i Paesi in cui all’aumento di produzione corrisponde un aumento ridotto sull’intervallo interparto rispetto alla linea di tendenza media.
Quanto incide la genetica su questo trend fenotipico?
La dr.ssa Pryce, in base a quanto pubblicato negli anni dai diversi ricercatori, quantifica in un 40% il contributo della genetica a questo trend.
A conferma di ciò quanto si osserva a livello fenotipico è il riflesso di quanto accade a livello genetico nelle popolazioni. In Tabella 1 sono riportati i dati dei 10 Paesi in cui ci sono almeno 50000 Frisone. Nella metà dei Paesi, negli anni 2000, si è riusciti ad invertire il trend e la fertilità ha ricominciato a migliorare.
Nella Tabella il dato della Germania è incompleto, per mancanza di dati sulle vacche nate dopo il 2009 non è stato possibile individuare l’anno di minimo e il trend dopo di esso, anche se il dato di Figura 2 suggerisce che anche in questo Paese si sia riusciti ad invertire il trend.
Per quanto riguarda l’Italia, l’introduzione troppo recente dell’indice fertilità nell’indice di selezione (2009) non permette ancora di verificare il possibile effetto di miglioramento sulla fertilità.
L’effetto di allungamento dell’interparto, associato ad un peggioramento del tasso di non ritorno è collegato alla correlazione genetica negativa che esiste fra la fertilità e i caratteri produttivi. Si stima che per riuscire a fermare il deterioramento della fertilità ed invertire la tendenza, l’importanza da attribuire alla fertilità (o a caratteri correlati come la longevità) nell’indice di selezione vada dal 23% al 33% dell’indice in funzione della correlazione genetica stimata nella popolazione fra la produzione e la fertilità.
Considerazioni finali
Questi dati confermano ancora una volta il fatto che il livello di fertilità medio nelle popolazioni di razza Frisona nel mondo sia nel tempo peggiorato, sia a livello fenotipico che a livello genetico.
La buona notizia è che è possibile invertire questa tendenza e tornare a migliorare la fertilità anche nella Frisona. I numerosi Paesi in cui questa inversione si sta già realizzando confermano questa possibilità.
Se in azienda esistono problemi a livello di fertilità, accanto ad una gestione ottimale della rilevazione dei calori e delle fecondazioni, è possibile, dando la giusta importanza a longevità e fertilità, migliorare la genetica della mandria e cumulare i due effetti in risultati che avranno un sicuro impatto sull’economia e l’efficienza produttiva dell’azienda.
Bibliografia utile
J.E. Pryce, R. Woolaston, D.P. Berry, E. Wall, M. Winters, R. Butler and M. Shaffer. 2014. World Trends in Dairy Cow Fertility. Proceedings, 10th World Congress of Genetics Applied to Livestock Production
Tabella 1 – Trend genetico (variazione annuale) della fertilità nella vacche nate tra il 1990 e il 2000 espresso in unità di deviazione standard dell’indice. Per i Paesi con un punto di minimo visibile, è stato specificato l’anno e il trend genetico negli ultimi cinque anni di dati forniti (tradotto da Pryce e coll. 2014).
Figura 1 – Il trend fenotipico medio per l’intervallo tra i parti nelle popolazioni di Frisona di 16 Paesi.
Figura 2 – Incremento annuale nella produzione di latte a confronto con la variazione annuale nell’intervallo interparto per Paese dal 2000 al 2007.
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