Già il termine Buiatra implica  il riferimento alla figura del  Medico Veterinario. Buiatra è infatti  il Veterinario a disposizione dell’Allevatore  di bovini, animali dei quali  assicura la salute, il benessere e di conseguenza anche le produzioni (le performances!) ottimali. Il professionista Veterinario per tutti gli animali da reddito ha, da sempre  ben presente l’aspetto economico dell’allevamento di tutte le specie animali, che di solito almeno, non vengono mantenute per pure ragioni zoofile…(?!) Nella clinica dei bovini la funzione primaria del Veterinario Buiatra è, da sempre, costituita dalla DIAGNOSI (sull’animale o sulla mandria) ma, prima di passare alla terapia,  il Veterinario competente tiene conto,  da sempre, della PROGNOSI ECONOMICA, cioè  del rapporto costi/benefici  di qualunque decisione operativa conseguente alla diagnosi stessa (terapia medica, chirurgica, prevenzione, soppressione della bovina). Così, tanto per farci capire meglio, in buiatria, che è pura medicina veterinaria, non è mai  esistito  il pericolo del cosiddetto “accanimento terapeutico”, (con relativo spreco economico di mezzi) che è proprio della medicina umana, ma anche della Veterinaria per gli animali d’affezione…

Per indicare la buiatria da latte modernamente si sta affermando  il termine, molto accattivante,   di  “Dairy Production medicine”. Presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia si tiene addirittura un Master universitario, molto prestigioso e moderno, in Dairy  Production Medicine. Il  termine Dairy Production Medicine ha il merito di sottolineare  la finalità principale per cui  la vacca da latte è allevata, dunque automaticamente il campo d’interesse precipuo verso le malattie correlate alla produzione. Il termine  però  implica (psicologicamente)  una prevalenza del fattore “produzione” su quello di “salute e benessere” della bovina. Forse  sarebbe più producente perfezionarlo, nel senso  di “dairy cow production medicine” proprio per evidenziare la centralità dell’animale, la vacca, che è poi l’oggetto delle cure  dell’allevatore, guidato ovviamente del Veterinario Buiatra.  Al dilà di queste sottigliezze, la preoccupazione economicistica, legata alla produzione, è un po’ comune a diverse discipline moderne. Nella società capitalistica avanzata, l’aspetto economico in tutti i suoi anche più reconditi risvolti è sempre presente e dominante. D’altra parte l’evoluzione dell’allevamento bovino, sia da latte che da carne, verso una vera e propria attività industriale  è  sempre più marcata: è sotto gli occhi di tutti l’aumento delle dimensioni della mandria, fino a limiti finora impensabili,  fino all’ordine delle molte centinaia di bovini per singolo “stabilimento” produttivo, con l’allontanamento “fisico” dalla base (territoriale) agricola e dalla fondamentale figura dell’Allevatore, a favore di quella dell’Imprenditore zootecnico. L’imprenditore zootecnico molte volte non ha nemmeno una base culturale o di tradizione e vera e propria passione (!), legata al mondo dell’allevamento e degli  animali. La produzione del latte, ma anche della carne, è dunque diventata in molti casi una vera e propria industria (terziario!), collegata  più o meno strettamente con un variegato indotto (industria mangimistica, integratoristica, attrezzature zootecniche e di mungitura, produzione  e vendita di seme, industria farmaceutica,  strumentazioni medicali  e informatiche …..). Ora, la ricchezza e la varietà dei supporti tecnici sviluppati per ogni singola funzione dell’animale (considerato come una vera e propria macchina) sembrerebbe  tale da garantire di per sé il buon andamento e il superamento di tutti i problemi di salute ed efficienza delle bovine allevate. E’  noto invece che i problemi, particolarmente di salute, con l’efficienza riproduttiva in primis, sono sempre presenti, sia pure in misura diversa nelle varie realtà imprenditoriali, e, oggi come ieri, riconoscono cause ambientali, e come causa prevalente, la mancata professionalità e il distacco dell’allevatore  dall’animale. Basterebbe pensare al problema riproduttivo  con i livelli medi di fertilità sempre pericolosamente calanti, ma anche a tutti gli altri problemi di salute e conseguente  resa produttiva, nei quali, oggi come ieri, la causa principale è di natura ambientale/ gestionale.. Oggi come ieri l’allevamento/industria per la produzione del latte ( spesso chiamato “business” della produzione del latte) è basato sì su quelle “macchine molto efficienti”, che sono le vacche da latte; queste però  hanno  la caratteristica particolare di essere comunque animali  viventi con i loro bisogni fisiologici e psicologici e la loro ineliminabile variabilità individuale. C’è bisogno assoluto di buoni appassionati  allevatori, e, al loro fianco e al loro supporto, della figura del bravo Buiatra, conoscitore, non ” burocratico” della bovina, e in particolare della vacca da latte. Anche se frutto di selezione spinta la bovina da latte moderna conserva tutte le caratteristiche etologiche, che sono tipiche della specie. Per fortuna tanti bravi Buiatri esistono e, in stretta collaborazione e con la fiducia dell’Allevatore/Imprenditore, riescono a mantenere la mandria in  buone condizioni di benessere, salute, produttività e redditività possibile. Purtroppo però, accanto al Professionista Buiatra che opera con potere di consulenza e anche decisionale a livello dell’Allevamento, esistono anche Buiatri che fascinati  dal mito della produttività (della mandria), a volte espressa anche da indici statistici potenzialmente fuorvianti, applicano, spesso acriticamente,  procedure operative a livello di stalla di carattere preventivo/curativo, con non tanto nascosti risvolti di ordine commerciale, così come sono proposte, sia da centri nazionali o più spesso internazionali di ricerca e produzione. Il Buiatra finisce così col diventare  un semplice applicatore di protocolli enfatizzati per la loro valenza statistica, spesso artatamente  manipolata ( basterebbe pensare all’abuso delle pratiche di sincronizzazione degli estri e dell’ovulazione,  di cui da tempo sono conosciuti i limiti,  le insufficienze e i danni economici…). E se i risultati operativi tardano o sono carenti la causa è subito trovata e presentata, come un mantra, e cioè l’elevata produzione di latte delle bovine moderne. E si tratta di una causa assolutamente pretestuosa: è dimostrato che, oggi come ieri, non esiste antagonismo  fra l’elevata produzione di latte ed una buona fertilità ( le due funzioni sono correlate positivamente!). Spesso però l’imprenditore zootecnico non si rende conto di questa consolidata realtà e così si procede per aggiustamenti progressivi e senza raggiungere i risultati che la Dairy Production Medicine dovrebbe garantire. La buona Buiatria può dare molte soddisfazioni, sia al bravo professionista, che all’Allevatore che gli si affida con fiducia.

Il buon Buiatra tanto per cominciare,

a) è presente in allevamento (in mezzo alle vacche!) regolarmente nelle aziende a lui affidate,

b) fa precedere qualunque trattamento, terapeutico o preventivo, da una accurata diagnosi individuale o collettiva,

c) riduce al minimo il consumo dei farmaci veterinari, di ogni tipo,

d) ha buone conoscenze sulla nutrizione avanzata di quegli atleti metabolici che sono le bovine da latte, (o si fa aiutare da un esperto nutrizionista),

e) si farà giudicare dall’allevatore/imprenditore dai risultati raggiunti, non nel breve periodo di pochi mesi, ma a livello di annata agraria secondo gli obiettivi classici, ottimali per qualunque allevatore, che sono i seguenti:

1) produzione  annua di latte, (quali/quantitativa) in linea con le potenzialità genetiche della mandria (ed anche con l’andamento stagionale),

2) un vitello all’anno (o in  un  periodo<13 mesi)  per ogni vacca presente,

3) un interparto medio inferiore ai 400 giorni,

4)una quota di rimonta complessiva  inferiore al tra il 20 e  25%, e quindi una buona presenza nella mandria di pluripare oltre il terzo parto.

Per concludere, c’è spazio e soprattutto un assoluto bisogno di Veterinari Buiatri ben preparati, in stretta sinergia con l’Allevatore e/o con  personale di stalla motivato ed esperto, che trattino la mandria non come un coacervo di “robot” ben programmati per produrre latte, ma come un gruppo di animali viventi, con caratteristiche di straordinario interesse fisiologico ed etologico, degni di attenzione personalizzata e di cure. In  tali condizioni la mandria sarà in grado di dare all’Allevatore/Imprenditore non solo gratificazioni emotive, ma anche  la giusta  soddisfazione economica legata alle loro straordinarie capacità di produzione.